Quirinale, Letta spazza via l’ipotesi Berlusconi: «Il giorno dopo cadrebbe il governo»

Il segretario del Pd è netto. Secondo le sue parole il nuovo Presidente della Repubblica dovrà essere eletto con una «larga maggioranza»

Ospite a Cartabianca su Rai 3, il segretario del Pd Enrico Letta è tornato su un’ipotesi di cui si parla da settimane: Silvio Berlusconi al Quirinale. Il prossimo febbraio finirà il mandato di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica e allora il Parlamento dovrà decidere chi eleggere. Berlusconi è uno dei nomi che stanno circolando, anche se non è ancora chiaro quante persone sarebbero davvero pronte a votarlo. Fra questi voti, chiarisce Letta, non ce ne sarà nessuno del Pd: «Sarà un’elezione a larga maggioranza, non può che essere a larga maggioranza, sennò cadrebbe il governo immediatamente. Sarebbe una contraddizione totale se l’elezione del presidente della Repubblica avvenisse su un candidato di bandiera di uno due schieramenti e Berlusconi sarebbe così, il giorno dopo cadrebbe il governo».


Letta è stato ancora più specifico: «Non mi sembra che non ci sia molto dubbio, non credo che la candidatura di Berlusconi sia in grado di essere votata da noi e di ottenere la maggioranza necessaria». Il segretario del Pd ha criticato anche i referendum come strumenti per decidere su temi legati ai diritti civili, come l’eutanasia e la cannabis: «Il tema di queste vicende è che il referendum non sempre è lo strumento giusto, perché taglia. Per esempio, l’eutanasia. Noi cosa stiamo facendo? Siamo riusciti a ottenere che il 13 dicembre vada in Aula il testo sul suicidio assistito, che oggi è la soluzione più avanzata, in linea con la Corte costituzionale. Sono fiducioso che si riesca a coprire un vuoto normativo».


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