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Mattarella concede la grazia a sette condannati. Tra loro anche l’ex terrorista Oberleiter

09 Dicembre 2021 - 19:21 Redazione
Sui 7 nomi c'è anche il benestare della ministra della Giustizia Marta Cartabia. Il Quirinale, oltre a rendere noti nomi e relative condanne, fornisce anche le motivazioni per le quali è stata firmata la clemenza individuale

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato oggi sette decreti di grazia, come previsto dalla Costituzione, all’articolo 87. A renderlo noto in serata è lo stesso Quirinale, tramite un comunicato per gli organi di stampa che fornisce anche i nomi di tutti coloro che potranno beneficiare del provvedimento di clemenza individuale concesso dal capo dello Stato, nomi sui quali c’è anche il benestare della ministra della Giustizia Marta Cartabia. Il Colle, oltre a rendere noti i nomi con la relativa condanna, fornisce anche le motivazioni per le quali è stata decisa la grazia.

  1. Michele Strano: nato nel 1968, è stato condannato a sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione per omicidio volontario commesso nel 2012, nel corso di una rapina ai suoi danni nella quale era rimasto ucciso anche suo fratello. Il presidente Mattarella gli ha concesso la grazia di un anno di reclusione tenendo conto del parere favorevole del procuratore generale, e del percorso di riconciliazione tra i familiari delle due vittime. Sarà comunque affidato in prova al servizio sociale.
  2. Carlo Garrone: nato nel 1941, condannato a quattordici anni di reclusione per l’omicidio della sorella, commesso, in un contesto di grave disagio, nel 2014. Nell’adottare l’atto di clemenza (riduzione di un anno e tre mesi di reclusione) il Presidente della Repubblica ha tenuto conto dell’età e delle condizioni di salute del condannato. Anche Garrone sarà comunque affidato in prova al servizio sociale, come consentito dal tribunale di sorveglianza.
  3. Sebastian Heinrich Oberleiter: nato nel 1941, condannato all’ergastolo per la partecipazione ad atti terroristici in Alto Adige tra il 1966 e il 1967. Nel concedere la grazia a Oberleteir, oggi 80 anni, Mattarella ha considerato che il suo agire non ha provocato vittime e ha tenuto conto anche del ravvedimento del condannato che, in una dichiarazione allegata alla domanda di grazia presentata dai figli, ha espresso «ripudio della violenza e forte rammarico per le vittime di tutti gli attentati di quel periodo e per il dolore arrecato alle loro famiglie». Inoltre, le due persone offese dai suoi atti gli hanno concesso il perdono.
  4. Francesco Domino: nato nel 1972, condannato a tre anni e nove mesi di reclusione per fatti di bancarotta fraudolenta commessi nel 2011, per il quale la pena è stata ridotta di dieci mesi. Nel valutare la domanda di grazia il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del fatto che l’interessato vive e lavora in Belgio dove ha richiesto che venga eseguita la pena, ai sensi della disciplina della Unione europea sul reciproco riconoscimento delle condanne emesse da altri Stati membri.
  5. Giuseppe Minisgallo: condannato per delitti associativi, gli è stata concessa la grazia in relazione alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Mattarella ha considerato che la pena detentiva è stata interamente espiata nel 2011, e ha tenuto conto del reinserimento sociale e lavorativo dell’interessato e del parere favorevole espresso dal competente procuratore generale.
  6. Cosimo Bruno: condannato per guida in stato di ebbrezza per fatti commessi nel 2009 e residente in Francia, gli stata concessa la grazia di tre mesi di arresto (ma resta in piedi la pena di 2.000 euro di ammenda). Il capo dello Stato ha considerato il tempo trascorso da quando è stato commesso il reato e l’inserimento lavorativo dell’interessato all’estero.
  7. Cristina Langella ha ottenuto la grazia della pena di 450 euro di ammenda che le era stata comminata per essersi rifiutata di fornire le indicazioni sulla propria identità personale. Nel valutare questa settima grazia, il presidente Mattarella ha tenuto conto della «modesta gravità del fatto» e, come sempre, del parere favorevole del competente procuratore generale.

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