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Novavax: come funziona il nuovo vaccino e quanto è efficace contro la variante Omicron

novavax nuovo vaccino come funziona omicron
novavax nuovo vaccino come funziona omicron
Nuvaxovid usa nanoparticelle formate dalle proteine Spike come antigeni per stimolare il sistema immunitario. Ci vogliono due dosi a distanza di 21 giorni. Ed è un vaccino anche per i No vax

Il via libera dell’Ema a Novavax porta a cinque il numero dei vaccini approvati in Europa contro Covid-19. Ma come funziona Nuvaxovid (NVX-CoV2373), cos’è la proteina Spike ricombinante e che tipo di efficacia promette il nuovo preparato contro la variante Omicron? Il vaccino di Novavax usa nanoparticelle formate dalle proteine Spike come antigeni per stimolare il sistema immunitario. Si tratta della stessa tecnica utilizzata per i vaccini contro la meningite, l’epatite B e il papilloma virus. La sperimentazione ha coinvolto 45 mila persone e l’efficacia dichiarata è dell’89,7%. Minore di Comirnaty (Pfizer) e Spikevax (Moderna) ma maggiore rispetto a Vaxzevria (AstraZeneca) e Janssen di Johnson & Johnson, ovvero quelli a mRna e a vettore virale.

Nuvaxovid (NVX-CoV2373)

Novavax si basa sulle proteine ricombinanti. Una spike ricombinante, spiega oggi il Corriere della Sera, si crea in laboratorio da una linea cellulare ingegnerizzata con un frammento di Dna in cui è stato introdotto il gene della proteina che si vuole ottenere, in questo caso quella di Sars-CoV-2. Una volta prodotta in grande quantità, la Spike ricombinante si purifica e si miscela con una sostanza che stimola il sistema immunitario. Al termine di questo processo il vaccino è pronto per l’iniezione. Il “vantaggio” – che ha fatto parlare del preparato come adatto anche ai No vax – è che utilizzando vaccini a base ricombinante si attiva solo la risposta immunitaria, saltando la fase della produzione della proteina Spike.

Per quanto riguarda la protezione con Omicron, per adesso sappiamo che bisogna aspettare i dati sulla terza dose. Ma è ragionevole attendersi un livello di efficacia pari a quello ottenuto con i vaccini a mRna. Cioè almeno l’80% di protezione dalla malattia grave e dal ricovero. Novavax potrà essere utilizzato anche come booster o richiamo. Ci sono già studi che ne provano l’efficacia dopo le prime somministrazioni di AstraZeneca o Pfizer. Finora gli studi sono stati effettuati soltanto su adulti, ma è ragionevole pensare che il vaccino si utilizzerà anche con i bambini. Un vaccino aggiornato contro Omicron, d’altro canto, potrebbe richiedere altri sei mesi di studio. Gli studi su Novavax esaminati da Ema sono due. Il primo, in Messico e negli Stati Uniti, ha riscontrato una riduzione del 90,4% del numero di casi sintomatici di Covid-19 da 7 giorni dopo la seconda dose.

Due dosi a distanza di 21 giorni

Il secondo studio, condotto nel Regno Unito, ha mostrato una riduzione simile del numero di casi sintomatici, con l’efficacia del vaccino all’89,7%. Presi insieme, afferma Ema, «i risultati dei due studi mostrano un’efficacia del vaccino Nuvaxovid di circa il 90%». Tuttavia, precisa l’Agenzia, il ceppo originale e alcune varianti preoccupanti come Alpha e Beta erano i ceppi virali più comuni in circolazione quando gli studi erano in corso. Attualmente sono quindi disponibili dati limitati sull’efficacia di questo vaccino contro altre varianti, inclusa Omicron.

Il vaccino si somministra con due dosi a distanza di 21 giorni. Si conserva in normali frigoriferi. L’Unione Europea ne ha ordinati 27 milioni di dosi. Quelle destinate all’Italia, secondo La Stampa, dovrebbero ammontare a 3 milioni e mezzo entro marzo e oltre 13 milioni in totale a fornitura ultimata. «Magari questo vaccino farà breccia tra qualche no vax che ha paura dei vaccini a Rna – dice il virologo Fabrizio Pregliasco – perché si basa su una metodologia conosciuta da tempo per altre vaccinazioni, come l’epatite B e il papilloma virus».

Il vaccino per i No vax

«È un vaccino che ha un’alta efficacia. Anche se nei due studi non ci sono sperimentazioni contro Omicron. E quindi non sappiamo quale possa essere l’efficacia contro la nuova variante», spiega a Repubblica l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza di Padova. «Ed è un vaccino classico. Mentre con i vaccini mRNA è il nostro stesso corpo a produrre la proteina Spike, qui la proteina Spike si produce in laboratorio, si fabbrica dalle cellule di falena. E tramite tecniche di ingegneria genetica già consolidate e usate per altri vaccini come quello contro il meningococco B e l’epatite B. Non essendoci nulla di sperimentale o nuovo in questa tecnologia, chi, pur sbagliando, non si fida dei vaccini a mRNA (e non dei vaccini in generale) con Novavax non ha più scuse».

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