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Omicron, Manovra, Pnrr, Quirinale: cosa ha detto Draghi durante la conferenza stampa di fine anno

22 Dicembre 2021 - 10:48 Redazione
Il presidente del consiglio ha incontrato i giornalisti per l'appuntamento organizzato ogni anno dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della stampa parlamentare

«L’arrivo della variante Omicron ha aperto una nuova fase. Domani si terrà la cabina di regia per decidere il da farsi e qui vorrei dare il primo messaggio: i vaccini restano lo strumento di difesa migliore dal virus». Queste le parole di Mario Draghi oggi 22 dicembre nel corso della conferenza stampa di fine anno all’Auditorium Antonianum, in viale Manzoni, a Roma. L’appuntamento viene organizzato ogni anno dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della stampa parlamentare. Il premier ha ringraziato il mondo dell’informazione e della stampa, «fondamentale per raccontare l’azione di governo ai cittadini», e ha approfittato per fare il punto della situazione epidemiologica nel nostro Paese, alla luce degli ultimi dati Covid. La giornata di domani, 23 dicembre, sarà decisiva per le nuove norme restrittive che regoleranno le settimane dei festeggiamenti natalizi e a questo proposito Draghi ha lanciato «il primo messaggio», ribadendo l’importanza dell’arma fondamentale per vincere il virus e le sue varianti. «Abbiamo somministrato 15,6 milioni di terze dosi e raggiunto i 3/4 della popolazione, perciò invito tutti a continuare a vaccinarsi e fare la terza dose, questa è la priorità». Uno degli errori più grandi che il Paese possa fare in questo momento di forte risalita dei contagi, secondo il premier, è «il non prepararsi al peggio». Motivo per cui, nonostante i grafici italiani appaiano migliori di quelli della maggior parte dei Paesi europei, ora rimanga fondamentale «agire d’anticipo con misure e restrizioni».

«Pronti a sostenere l’economia se rallenta»

Alla luce della quarta ondata e di nuove restrizioni, il timore è anche per le conseguenze sull’economia del Paese. «Il Governo resta pronto a sostenere l’economia in caso di rallentamento», ha rassicurato il premier Draghi. «La sfida principale resta far aumentare il tasso di crescita nel lungo periodo e risolvere le debolezze strutturali». Non ci sono ancora nuove proiezioni per il 2022 sull’impatto che la nuova variante Omicron avrà sul sistema economico ma «sarà inevitabile avere delle conseguenze se questa pandemia continuerà a crescere. Tutti gli indicatori in Germania vertono in negativo per esempio, in Italia non abbiamo dati di questo genere ancora. Per questo occorre prendere tutte le precauzioni possibili». La diffusione di Omicron potrebbe influire anche sull’inflazione: «Non penso che si arrivi all’effetto dello scorso anno quando le imprese sono state costrette a chiudere», rassicura Draghi, «ad oggi ci sono fattori molto più significativi che agiscono sul rischio di inflazione e lo fanno più della variante».

«Raggiunti i 51 obiettivi del Pnrr»

Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza il presidente del Consiglio si è mostrato ottimista. «Abbiamo raggiunti i 51 obiettivi e in questo momento è in discussione alla Commissione la firma dell’accordo operativo che apre il periodo di uno dei due mesi di interlocuzione prima di accordare la tranche dei prestiti previsti», ha spiegato il premier ai giornalisti, sottolineando come ci siano tutti i presupposti affinché si proceda secondo i piani. Con lo spread a 130 punti, il più alto da quando Mario Draghi è al governo, il presidente commenta: «La forza dell’Italia è quello che è riuscita a fare in quest’anno, il come ha reagito alla depressione della pandemia. Se si continua con la crescita attuale la preoccupazione dello spread diventa minore. I mercati guardano prima di tutto alla crescita, il vero barometro di credibilità del nostro Paese». E aggiunge: «Nel 2021 chiuderemo con un 6% di crescita, tasso che non si vedeva da anni».

«Io ancora premier?»

«Io ancora premier? L’importante è che resti questa maggioranza». Mario Draghi ha risposto così ai giornalisti che lo interrogano sulla sua permanenza a Palazzo Chigi. La legislatura per un altro anno sarà assicurata solo «con la più ampia maggioranza possibile». E ha aggiunto: «Non ho particolari aspirazioni politiche, sono un uomo, se volete anche un nonno a servizio del Paese. Il futuro del Paese non è determinato dal singolo ma da un complesso di forze politiche che permetteranno di andare nella direzione giusta». Ma la maggioranza potrebbe invece spaccarsi proprio nell’ambito delle elezioni del Capo dello Stato previste per fine gennaio. Draghi definisce tale possibilità come uno scenario «senza dubbio da temere» per la stabilità del Paese e continua con una domanda: «È immaginabile una maggioranza che si spacchi in quel frangente e si ricomponga magicamente quando deve sostenere il governo?».

Tamponi ai vaccinati e Green pass ridotto

Sulle nuove restrizioni che domani, 23 dicembre, il governo sarà chiamato a decidere per arginare i contagi soprattutto nel periodo natalizio il premier Draghi conferma le due principali ipotesi attualmente sul tavolo. Tamponi anche per i vaccinati e riduzione del tempo di validità del Green pass. «La cosa che è importante da capire è che tra la seconda e la terza dose, quando la durata tende a scadere, serve fare il tampone», ha anticipato il presidente, spiegando con più dettagli uno dei temi fondamentali che la Cabina di regia si troverà a discutere il 23 dicembre. Anche sull’obbligo di mascherina all’aperto il premier sembra essere favorevole. «Credo che sull’uso delle mascherine all’aperto e su che tipi di tamponi fare ci sia molta apertura. La Cabina di regia troverà un accordo facilmente», ha concluso Draghi.

«Obbligo vaccinale? Non lo escludo»

«La questione dell’obbligo resta sempre sullo sfondo. Non è mai stato escluso e l’approccio che lasciava più scelta, preso mesi fa, trovava la conferma nei dati dell’epidemia». Il premier si riferisce al Green pass introdotto nell’ultimo periodo di pandemia e alla questione dell’obbligo di vaccinazione anti Covid, ora tornato centrale. «Se i dati della pandemia peggioreranno ancora valuteremo l’estensione ad altre categorie in tempi brevissimi», ha assicurato Draghi. «Ricordiamo che i due terzi dei ricoverati in intensiva sono non vaccinati» ha continuato il presidente, ribadendo da una parte l’importanza dell’immunizzazione da Covid-19 e dall’altra escludendo, almeno per ora, un lockdown per i No vax.

«Scuola, nessun rientro ritardato ma vacciniamo i bambini»

«Sono consapevole della sofferenza che i giovani hanno subìto a causa delle restrizioni per contenere la pandemia e faremo di tutto per evitare che quell’esperienza si ripeta». Draghi affronta anche il tema delicato della scuola e del pericolo di un ritorno in didattica a distanza, già verificatosi in più di 10mila classi attualmente in quarantena. I contagi tra i più piccoli aumentano e il timore è quello di un rientro ritardato dalle vacanze di Natale. «Per questo serve prendere precauzioni anche sulla scuola assicurando tre fondamentali azioni», esorta il premier, «Lo screening potenziato, l’attività di testing continua e, non ultima, la vaccinazione. Oggi importantissima anche per i bambini».

«Il Super bonus? Troppe distorsioni»

«Il Super bonus ha dato benefici ma ha anche creato distorsioni. La prima è l’aumento straordinario dei prezzi dei componenti che servono per le ristrutturazioni» ha spiegato il premier Draghi parlando degli incentivi alla ristrutturazione su cui il governo ha dovuto discutere in tema di ampliamento. «Il risultato è stato che oggi un’unità di efficientamento energetico costa molto di più del periodo di pre Super bonus. La logica del 110% non rende più la contrattazione di un prezzo rilevante. Senza contare le frodi incentivate».

Foto in copertina di repertorio: ANSA/POOL Roberto Monaldo/LaPresse

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