Kim Potter, l’agente di polizia che lo scorso 11 aprile a Minneapolis uccise il ventenne afroamericano Daunte Wright sparandogli con la pistola di ordinanza, è stata giudicata colpevole. La donna si era sempre difesa sostenendo si fosse trattato di un tragico errore, quello di aver scambiato l’arma per il taser. Potter è stata giudicata da una giuria della quale solo solo 12 giurati hanno espresso un verdetto colpevole per entrambi i capi di accusa. Si tratta di omicidio di primo e secondo grado, per i quali rischia rispettivamente fino a 10 e 15 anni di carcere. La condanna per l’ex agente, 49 anni, è attesa per le prossime settimane. L’accusa ha puntato tutto sulla grave negligenza dell’ex agente nonostante il suo addestramento con le armi da fuoco. La difesa aveva sostenuto la tesi dell’errore: «Non sapeva di avere in mano una pistola, pensava fosse il taser».
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