I Cugini di Campagna: «I Maneskin? Li amiamo, ma non abbiamo avuto le loro possibilità. Anche Lady Gaga si è ispirata a noi»

Ivano Michetti della band: «Tre anni fa abbiamo protestato fuori da Montecitorio per difendere le ragioni del prodotto italiano»

Nessuna invidia, nessuna ossessione, nessuno scontro generazionale tra Cugini di Campagna e Maneskin. Anzi. Ivano Michetti, uno dei due gemelli fondatori dei Cugini di Campagna (assieme al fratello Silvano), in un’intervista al Corriere della Sera, dice: «Noi siamo innamorati di loro. So’ ragazzi de Roma, mi ricordano la mia giovinezza, mi ricordano quanto ho lottato per avere successo». E però c’è qualcosa che non torna in quella che è ormai diventata una querelle a tutti gli effetti, partita dalle accuse di «abiti copiati» e giunta sino alla cover di Zitti e buoni realizzata dai quattro di Anima Mia. Una cover, prosegue Ivano, che «con quei coretti è la fine del mondo e direi che abbiamo inserito un palese abbellimento alla canzone». Ma c’è qualcosa di più profondo che in realtà differenzia i Cugini di Campagna ai Maneskin, malgrado questi ultimi. Questo perché, spiega ancora “il cugino” Ivano, i quattro giovani romani «hanno un bel vantaggio, perché di questi tempi le case discografiche manco ci pensano a stampare un milione di dischi, sono le visualizzazioni che fanno fare i guadagni: ecco perché agli American Music Awards hanno cantato una cover come Beggin’, che gliene frega a loro». Una cosa che sarebbe stata impossibile negli anni d’oro dei Cugini di Campagna, perché «non saremmo mai potuti andare in America a cantare una cover, i nostri discografici ci avrebbero ucciso».


Insomma, una bega che in realtà trova fondamento più nelle possibilità avute o mancate, malgrado il grandioso successo che ebbero (e hanno, ndr) i Cugini con tanti altri brani del loro repertorio pluridecennale e, in particolare, Anima Mia. Un brano che li ha resi celebri in tutto il mondo, e di cui esistono ben cinquantasette versioni in diverse lingue, tra cui spiccano e inorgogliscono gli autori (che non ne fanno certo mistero) «quelle di Sinatra, Dalida, Baglioni e Frida degli Abba». Ma la questione degli “abiti copiati” resta ancora un cruccio per i Cugini. Tant’è che Ivano spiega ancora: «Pensavo che i vestiti uguali all’inizio fossero una coincidenza, ma all’ennesimo episodio ho pensato che lo facevano apposta, loro, i loro designer… Potevano venire nel nostro studio e gli avremmo dato i nostri costumi, avrebbero risparmiato tempo e denaro». In realtà, quella dei Maneskin, fu una “risposta indiretta” alle accuse di copiare gli abiti della band. Ma mica solo la giovane band romana si sarebbe ispirata ai look dei Cugini. No, pare esserci di più. «Anche Lady Gaga si è ispirata ai nostri look» dice Ivano. E cos’hanno fatto i Cugini? «Tre anni fa abbiamo protestato fuori da Montecitorio per difendere le ragioni del prodotto italiano».


Foto in copertina d’archivio: ANSA / CLAUDIO PERI

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