Monitoraggio Iss, Rezza: «Bisogna rallentare la corsa di Omicron: massima prudenza e accelerare con le terze dosi» – Il video

Il presidente dell’Iss Brusaferro: «Drastico peggioramento dell’epidemia: molte regioni rischiano di superare le soglie critiche delle ospedalizzazioni nelle prossime settimane»

«Questa settimana peggiora sensibilmente la situazione epidemiologica nel nostro Paese e l’incidenza di casi di Covid raggiunge ormai i 1.669 casi ogni 100mila abitanti. Anche l’indice Rt mostra una tendenza alla crescita: 1,43 ben al di sopra dell’1 e l’indice Rt ospedaliero si attesta intorno a 1,3. Il tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva si attesta rispettivamente al 21,6 per cento e al 15,4 per cento su base nazionale, quindi ben al di sopra della prima soglia di criticità». A dirlo è il professor Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione presso il ministero della Salute, commentando i dati dell’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità relativo all’andamento epidemiologico della pandemia di Coronavirus in Italia. «Questi dati – prosegue il professor Rezza – mostrano che la variante Omicron, sebbene in parte meno virulenta è una variante estremamente contagiosa, ed è bene rallentarne la corsa. Per questo motivo è necessario mantenere dei comportamenti prudenti e soprattutto sottoporsi alla terza dose di vaccino anti-Covid per prevenire le forme più gravi di malattia». 


Brusaferro: «È necessario fare la terza dose, usare la mascherina ed evitare assembramenti»

A tal proposito, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro ha osservato: «Il trend delle reinfezioni è in aumento, e ciò conferma il dato che c’è un rischio di infezione elevato nelle persone che non effettuano la terza dose booster aggiornando la propria situazione immunitaria». Complessivamente, anche secondo il presidente dell’Iss l’epidemia è in «drastico peggioramento»: oltre ai dati commentati dal professor Rezza, Bruaferro osserva che sono presenti «molteplici segnali di allerta anche nella capacità delle Regioni di far fronte al numero di nuovi casi e al loro monitoraggio: per questo ci sono molte regioni a rischio alto». Si rende dunque «necessaria una più elevata copertura vaccinale in tutte le fasce, così come rallentare e invertire il trend della curva dei contagi con uso delle mascherine e la riduzione degli assembramenti». Guardando ai dati della campagna vaccinale il professor Brusaferro osserva che «sta procedendo positivamente sul fronte delle terze dosi: la fascia degli over 80 ha ormai superato l’84 per cento di vaccinati, quella 70-79 il 64 per cento e quella 60-69 oltre il 50 per cento». Al contempo «sta crescendo anche il numero di bambini tra 5 e 11 anni che stanno facendo la prima dose, che ha raggiunto quasi il 12 per cento». Unica nota negativa: «Ci sono però ancora alcuni milioni di italiani che non hanno effettuato neanche la prima dose», prosegue il presidente dell’Iss.


Brusaferro: «Molte regioni rischiano di superare le soglie critiche delle ospedalizzazioni nelle prossime settimane»

«C’è una crescita dei casi di contagio soprattutto nella fascia d’età 20-29 anni, seguita da quella 10-19 e 30-39, ma cominciano a essere coinvolte anche le fasce d’età più avanzate: questo è un elemento su cui occorre particolare precauzione». A dirlo è il professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, commentando i dati del monitoraggio settimanale. «Rallenta invece la crescita della curva dei contagi nella fascia d’età tra i 5 e 11 anni – prosegue il presidente dell’Iss -, ma c’è comunque la necessità di ricoveri ospedalieri anche per la fascia sotto i 19 anni». Guardando alla situazione ospedaliera, il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità osserva: «La probabilità superiore al 50 per cento che in 4 settimane si raggiunga una saturazione pari al 30-40 per cento delle aree mediche, se il trend si mantiene come quello attuale, è presenta in molte regioni: i nuovi casi sono superiori rispetto alla stessa stagione dell’anno scorso, mentre i ricoveri pur crescendo sono inferiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno».

Incidenza e indice Rt settimanale in peggioramento

Nell’ultima settimana (31 dicembre – 6 gennaio) l’incidenza dei casi Covid in Italia è infatti più che raddoppiata: da 783 ogni 100mila abitanti registrati nella precedente rilevazione, questa settimana si è giunti a 1.669 ogni 100mila abitanti. Al contempo, l’indice Rt è salito da 1,18 a 1,43. Nel periodo 15 – 28 dicembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,43 (range 1,23 – 2): un dato in forte aumento rispetto alla settimana precedente (1,18) e ben al di sopra della soglia epidemica.

L’andamento dei ricoveri: terapie intensive al 15,4%

In crescita anche il tasso di occupazione di posti letto in area medica, 21,6 per cento, mentre le terapia intensiva sono occupate al 15,4 per cento da pazienti Covid. Parlando di regioni, questa settimana i valori più alti rispetto all’incidenza si sono registrati in Toscana: 2.680 casi per 100 mila abitanti. In aumento la percentuale di casi che vengono notati dopo la comparsa dei sintomi: «È in aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (50 per cento vs 48 per cento) e aumenta anche la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (34 per cento vs 31 per cento)».

Aumentano i casi non associati a catene di trasmissione

Dal monitoraggio emerge l’aumento dei contagi non associabili a catene di trasmissione già note. Secondo quanto rilevato dall’Istituto Superiore di Sanità, infatti, si è passati nell’arco di una settimana da 124.707 a 309.903 casi in cui la positività non è riconducibile a un caso di contagio a seguito di contatto stretto. Tale valore implica che il lavoro di tracciamento e di ricostruzione della catena dei contatti è saltato. Inoltre, è in aumento la percentuale dei casi rilevati meramente attraverso la comparsa dei sintomatologia (50 per cento contro 48 per cento della settimana precedente). In aumento anche la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (34 per cento contro 31 per cento di 7 giorni fa). Ma ad aumentare sono anche i contagi tra il personale medico e sanitario. Secondo i dati disponibili, nell’ultimo mese si sono registrati complessivamente 1.461.284 casi di contagio (età media 36 anni). Tra questi, 20.179 sono stati registrati tra il personale medico-sanitario.

I cambi di colore delle regioni: Liguria verso l’arancione

L’Italia è quasi tutta in zona gialla. Secondo i dati analizzati dalla Cabina di regia del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità nei prossimi giorni altre quattro regioni passeranno in zona gialla: Abruzzo, Emilia-Romagna, Toscana e Val d’Aosta. Quattro regioni che si sommano alle 11 regioni e province autonome che già il 3 gennaio erano in questa fascia: Lombardia, Lazio, Piemonte, Sicilia, Liguria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Calabria e le Province autonome di Bolzano e Trento. La Provincia autonoma di Trento registra i valori più alti rispetto all’occupazione dei posti letto per i malati Covid nelle terapie intensive: è al 27,8 per cento. Tra i dati più alti anche Marche, al 23,9 per cento, e Piemonte, al 21,7 per cento.

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