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«Ciao, sono quello del bunga bunga»: così avanza la strategia di Berlusconi per il Quirinale

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Il Cav scatenato al telefono: i Grandi Elettori raccontano i colloqui per il Colle. Lo scouting si fa asfissiante, ma la conta dei voti non avanza

Non solo No vax. Mentre Vittorio Sgarbi fa il centralinista per Silvio Berlusconi e gli consiglia di corteggiare i Grandi Elettori non vaccinati, c’è chi racconta che il Cavaliere ha preso molto sul serio la sua discesa in campo. Forse troppo. Ospite di Rai Radio1 a Un Giorno da Pecora, la senatrice del gruppo Misto ed ex M5s Bianca Laura Granato ha raccontato come ha esordito Berlusconi nella telefonata: «All’inizio, quando si è presentato, ha fatto riferimento al bunga bunga, dicendo una cosa tipo ‘sono il signore del bunga bunga’. Io ho sorriso e mi sono fatta una risata…». Il Cavaliere, riferisce Granato, non le ha fatto nessuna proposta. Però si è informato sulle sue posizioni: è contraria all’obbligo vaccinale e al Green pass.

La resistibile ascesa

E così la resistibile ascesa di Berlusconi al Quirinale si arricchisce di un’altra tattica. L’operazione scoiattolo, ovvero lo scouting tra i peones parlamentari per trovare i voti che mancano per arrivare al Colle, è in piena azione. Lo testimonia la pagina acquistata ieri dai “Forza Seniores” sul Giornale per magnificare le doti del Cav. E non solo. Perché di bunga bunga Berlusconi ieri ha parlato anche con il deputato Cristian Romaniello, anche lui nel Gruppo Misto dopo l’approdo in parlamento con il M5s. «Ciao Cristian, ti interessa il partito del bunga bunga?», avrebbe esordito il Cav con lui secondo La Stampa. Il tutto è accaduto lunedì sera, mentre il deputato era a casa in provincia di Pavia: «Ero con la mia compagna e i bambini, mi chiama Sgarbi, nulla di strano, ogni tanto ci sentiamo per commentare e interpretare i dati covid. Poi mi dice, “aspetta che ti passo un amico nostro grillino”. Era Berlusconi. Inizialmente pensavo fosse un imitatore o qualcuno che si spacciava per lui, qualcuno del mestiere».

Ma poi i dubbi si sono volatilizzati: «No, no, dopo un po’ ho capito che era proprio lui. È stata abbastanza veloce come telefonata, un paio di minuti, ha parlato prevalentemente lui. Di Europa, del quadro internazionale. Ha fatto un paio di battute, l’ho trovato brillante. Una sul partito del bunga bunga. Ma non ha parlato di Quirinale. Io gli ho detto che quando sono arrivato alla Camera mi sono chiesto se avrei mai parlato con lui. Adesso posso dire che mi ha addirittura chiamato».

Uno scouting asfissiante

Berlusconi non è solo nella sua impresa di scouting. Con lui, oltre a Sgarbi, ci sono anche Paolo Barelli e Michela Vittoria Brambilla. Gloria Vizzini, anche lei ex M5s, ha fatto sapere di essere stata contattata: «Ma mi sono subito dimostrata indisponibile». Anche Italia Viva è sotto osservazione. «Berlusconi ha chiamato tutti i miei – ha detto Matteo Renzi a Porta a porta- ma non me, l’ultima volta ci sentiamo sentiti ad agosto». Sgarbi ha dato un’altra versione dei fatti: «Berlusconi ha parlato con Renzi. Deve parlare anche con Letta e Conte. Lui si occupa dei colloqui con i leader. Io lo aiuto come ‘centralinista’ nei colloqui con i singoli deputati. È convinto di avere 70 voti in più rispetto ai numeri del centrodestra», che parte da 450 voti. Dalla quarta votazione ne servono 505.

Lui intanto a cena ospita Manfred Weber, il capogruppo del Ppe, che gli porta «il totale sostegno della famiglia del Partito popolare europeo». A Villa Grande continua a tenere aggiornato il pallottoliere: «Oggi abbiamo tre voti in più, siamo a circa venti voti oltre il centrodestra ma la situazione è molto difficile». C’è chi, come Gianni Letta, cerca intanto di convincerlo a rinunciare alla candidatura per ritagliarsi il ruolo di king maker. Il centrodestra pensa ai piani B in caso di bocciatura o di ritiro del Cav. Ma lui sembra invece determinato a fare l’esatto contrario. E a provare quest’ultima corsa per la vita. Costi quel che costi. E vada come vada.

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