Pedofilia, sugli scandali della diocesi di Monaco indaga anche la procura: nel mirino 42 persone

La richiesta di chiarimenti arriva anche dal cancelliere Olaf Scholz. La sua portavoce ha detto: «La Chiesa faccia chiarezza in modo completo e trasparente»

La Procura di Monaco ha fatto partire le verifiche dopo la pubblicazione del rapporto sugli abusi ai danni di minori nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga. L’agenzia stampa Deutsche Presse-Agentur (Dpa) ha dato la notizia che sono sotto l’attenzione degli investigatori 42 persone, accusate di essere responsabili a vario titolo della gestione dei casi analizzati. Sulla vicenda è arrivata anche la voce del governo di Berlino, attraverso le parole di Christiane Hoffamnn, portavoce del cancelliere Olaf Scholz: «La Chiesa faccia chiarezza in modo completo e trasparente». Dal ministero della Giustizia arriva invece un parere ancora più netto: «È chiaro che non si tratta di una questione interna della chiesa. Dove ci sono ancora oggi indizi di reati perseguibili, gli enti giudiziari devono naturalmente indagare e perseguire. Ed è noto che gli enti giudiziari abbiano già intrapreso altri accertamenti».


Il rapporto da cui sono partite queste verifiche è una relazione indipendente scritta dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl commissionata dalla Chiesa tedesca per accertare i casi di pedofilia tra il 1945 e il 2019. Secondo questa ricerca i minori vittima di abusi nell’arcidiocesi di Monaco sarebbero stati 497. Una mole di vittime e reati enormi in cui sono coinvolte 235 persone, 173 preti, 9 diaconi, 5 referenti pastorali e 48 addetti all’ambito scolastico. Secondo il rapporto in almeno 4 di tutti i casi citati il papa emerito Jospeh Ratzinger non avrebbe agito in modo corretto. Ratzinger è stato arcivescovo dell’arcidiocesi di Monaco dal 1977 al 1982 ed è accusato di aver ignorato gli episodi in cui erano coinvolti altri preti. In una memoria difensiva allegata al rapporto, Ratzinger ha respinto tutte e accuse.


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