Studenti in piazza in tutta Italia: «Siamo in 100 mila». A Torino uova contro polizia e Miur. A Roma corteo sotto il ministero

La protesta, da Roma alla Toscana, da Torino a Perugia, riparte per contestare il ritorno all’esame di maturità pre-Covid deciso dal ministero e ancora contro l’alternanza scuola-lavoro

Studenti e studentesse scendono di nuovo in piazza in tutta Italia, dopo quanto accaduto a Lorenzo Parelli, 18enne ucciso da una trave di acciaio nel suo ultimo giorno di apprendistato. Alle proteste contro l’istituto dell’alternanza scuola-lavoro oggi si aggiungono i no al ritorno degli scritti all’esame di maturità. Secondo la Rete degli Studenti Medi la mobilitazione ha coinvolto 100 mila persone in più di 40 piazze in tutta Italia. In 5 mila sono arrivati in corteo sotto al ministero dell’Istruzione a Roma. Altre manifestazioni ci sono state a Milano, Palermo, Genova, Bari, Venezia, Firenze, Perugia e in altre città tra cortei, presidi e flashmob. «Abbiamo organizzato una mobilitazione ampia», dice Tommaso Biancuzzi della Rete degli Studenti Medi. «La risposta degli studenti e delle studentesse, non solo di quinto anno, è stata immediata. Abbiamo messo insieme decine di piazze in quattro giorni perché c’è rabbia e ansia verso questa formula di Esame. Non è la strategia giusta, il ministero ci convochi per ascoltarci e definire insieme delle modalità di Maturità più adatte al momento. Bianchi ascolti la voce dei 200 mila studenti scesi oggi nelle piazze».


A Torino gli studenti hanno lanciato uova l’Unione Industriale e le forze dell’ordine, e sono stati affissi manifesti con il simbolo degli industriali e l’impronta di mani insanguinate. I giovani in piazza XVIII Dicembre sono un migliaio, per una ‘passeggiata consapevole’: così infatti è stata definita la manifestazione in seguito ai vertici delle scorse ore in Questura e Prefettura il Piemonte è infatti in zona arancione secondo le norme per contenere la pandemia, e i cortei sono quindi vietati. Presenti in piazza anche gli osservatori di Amnesty International con pettorine identificative, per monitorare il rispetto del diritto di manifestare. Siamo in piazza per Lorenzo. «Vogliamo diritti, non le scuole azienda», dice Simon Vial, dirigente nazionale del Fronte Gioventù Comunista. «Le manganellate della scorsa settimana non ci hanno scoraggiato e oggi siamo tornati in piazza».


L’esame di maturità

ANSA/ALESSANDRO DI MARCO | La manifestazione a Torino, 4 febbraio 2022.

La protesta di oggi è anche contro il ritorno, per la maturità, della tipologia di esame pre-Covid con le due prove scritte e l’orale. «Non si tiene conto delle difficoltà degli ultimi anni, un Esame privo di senso», è la denuncia delle organizzazioni studentesche. A Roma Rete studenti e Unione studenti hanno spiegato di aver ottenuto un incontro al ministero con il vice gabinetto e i tecnici che si occupano di maturità. La richiesta degli studenti è che l’esame si basi sul colloquio orale con la tesina, e che non ci sia la seconda prova. Il nuovo movimento della Lupa, al momento, non dovrebbe salire. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi «continua a non convocarci per prendere le decisioni, per questo siamo disposti a mobilitarci finché questo non avverrà». La proposta sull’esame di maturità, «se confermata, fa ben capire che il ministro non ha idea di ciò che è successo nelle scuole negli ultimi anni e qual è la situazione ora», attacca Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione Degli Studenti.

«Non vengono considerate le difficoltà didattiche, dell’apprendimento ed emotive vissute». «Non riteniamo che il percorso degli studenti si possa valutare attraverso questa modalità di esame», aggiunge Bianca Chiesa, dell’UdS. «Al contrario sosteniamo un approccio che garantisca al soggetto in formazione di apportare elementi di soggettività e pensiero critico al processo valutativo, valorizzando la multidisciplinarietà e il totale percorso di studi dello studente». Da mesi «le studentesse e gli studenti del paese si mobilitano esprimendo la necessità di cambiare il modello di scuola nel nostro paese», conclude Redolfi. «Il ministro continua però a non ascoltarci e a non convocare le associazioni studentesche. Anche venerdì 11 febbraio continueremo a mobilitarci in tutte le piazze del paese finché non ci sarà data la voce che ci spetta».

In copertina ANSA/ALESSANDRO DI MARCO | La manifestazione a Torino, 4 febbraio 2022.

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