Covid, Speranza: «Siamo in una stagione nuova». Dal Regno Unito alla Francia: ecco dove si torna ad aprire

La Francia conta di superare presto il pass vaccinale, mentre il Regno Unito vuole anticipare le riaperture

«In Italia siamo oltre il 90 per cento di persone che hanno avuto la prima dose e con questi numeri possiamo permetterci di affrontare in modo diverso una stagione nuova del Covid». Sono queste le parole dei ministro Roberto Speranza dopo la Conferenza congiunta dei ministri europei della Salute e degli Esteri che si è tenuta a Lione. «Siamo in un tempo nuovo del Covid, perché Omicron ha profondamente mutato le cose e perché c’è una percentuale altissima di vaccinati. È una fase nuova che si sta aprendo, gradualmente, un passo alla volta, tutti i Paesi europei stanno andando verso una gestione di una fase nuova». Questa nuova fase, secondo Speranza, è partita dalla campagna vaccinale: «È possibile soltanto perché c’è un’altissima percentuale di cittadini che ha scelto di vaccinarsi, e allora dobbiamo insistere: se vogliamo davvero aprire ancora una fase nuova, se vogliamo mettere alle nostre spalle i tanti giorni difficili che abbiamo passato, se vogliamo chiudere una stagione così complicata, dobbiamo insistere con la campagna di vaccinazione».


Parigi: «Buone possibilità di revocare il pass vaccinale»

In Francia, Gabriel Attal, portavoce del governo, al termine dell’ultimo Consiglio dei ministri ha detto: «Ci sono motivi per sperare che tra fine marzo e inizio aprile si possa revocare il pass vaccinale». In base ai numeri di Our World in Data, il numero di nuovi casi in Francia è in picchiata. Il 25 gennaio c’erano 5.436 nuovi casi per ogni milione di abitanti, il 7 febbraio questo dato è passato a 3.517 nuovi casi ogni milione di abitanti. E le proiezioni sono positive, nonostante le ospedalizzazioni siano ancora alte: «Il livello delle persone ricoverate resta molto elevato, superiore al record registrato durante la primavera del 2020. Dalle proiezioni che facciamo ci sono motivi per sperare che entro fine marzo o inizio aprile, la situazione sarà sufficientemente migliorata per revocare queste ultime misure». Il 2 febbraio la Francia aveva deciso di cominciare ad eliminare alcune misure. Ora non c’è più l’obbligo di smart working e la mascherina nei luoghi all’aperto non è più obbligatoria. Dietro l’abolizione di queste restrizioni c’è anche la scelta di confidare negli effetti della campagna vaccinale. Esattamente come ha fatto la Danimarca, che dal 1 febbraio ha abolito tutte le restrizioni decise per arginare l’epidemia di Coronavirus. Gli unici controlli rimasti sono quelli sui passeggeri non vaccinati che arrivano da fuori i confini nazionali.


Regno Unito, il piano di Johnson: «Misure eliminate a fine febbraio»

Sullo stessa linea anche il primo ministro del Regno Unito Boris Johnson. Il suo obiettivo è quello di smantellare le misure con un mese di anticipo rispetto al 24 marzo, la data in cui si pensava all’inizio di eliminare le restrizioni. Ad annunciarlo è stato lo stesso Johnson durante il Question Time della Camera dei Comuni. Tutto dipenderà dal trend dell’epidemia. Al momento, su base settimanale, la flessione è incoraggiante: si parla di un 20 per cento in meno dei nuovi contagi e un 10 per cento in meno di ospedalizzazioni. I critici sostengono che questa mossa serva al primo ministro per gettare acqua sul fuoco dello scandalo Partygate che lo vede coinvolto direttamente. Fra le misure che si pensa di abolire c’è anche l’obbligo legale di quarantena per i positivi, rimarranno solo delle raccomandazioni, come ha precisato un portavoce di Downing Street: «Ovviamente se qualcuno ha l’influenza, noi non raccomandiamo che vada al lavoro, allo stesso modo non raccomandiamo mai a nessuno di andare a lavorare quando ha una malattia infettiva». Guardando fuori dall’Europa, anche la governatrice dello Stato di New York Kathy Hochul ha dichiarato che si sta andando verso misure meno rigide: nello specifico anche qui presto si potrà smettere di utilizzare le mascherine all’aperto.

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