Nuove sanzioni del Regno Unito contro gli oligarchi: c’è anche Abramovich. BoJo: «Nessuno sconto per chi sostiene Putin»

La mossa congela anche la cessione del Chelsea, che non potrà più nemmeno vendere i biglietti per lo stadio. La ministra Truss: «Non ci fermeremo in questa missione per aumentare la pressione sul regime»

Il governo inglese congela i beni nel Regno Unito di Roman Abramovich e di altri oligarchi russi vicini al presidente russo Vladimir Putin: Oleg Deripaska, proprietario dell’EN+ Group, Igor Sechin, a capo della Rosneft, Andrey Kostin, Alexei Miller, Nikolai Tokarev e Dmitri Lebedev. Lo comunica lo stesso primo ministro Boris Johnson sul suo account ufficiale Twitter. «Non possono esserci paradisi sicuri per coloro che hanno sostenuto l’invasione di Putin. Le sanzioni di oggi sono l’ultimo passo nella nostra spietata ricerca di coloro che consentono l’uccisione di civili, la distruzione di ospedali e l’occupazione illegale dell’Ucraina», scrive Johnson. Mossa confermata dalla ministra degli Esteri britannica, Liz Truss: «Non ci fermeremo in questa missione per aumentare la pressione sul regime di Putin», spiega.


Tra i beni congelati ad Abramovich c’è anche la squadra di calcio inglese del Chelsea, che fino al 31 maggio, in virtù di una licenza speciale, potrà continuare a giocare, ma non potrà essere ceduta come stava provando a fare l’oligarca russo – aveva annunciato infatti la cessione del club di Premier League la settimana scorsa, forse nel tentativo di salvarlo da quanto stava per accadere. L’accusa, nei confronti di Abramovich, è quella di essere vicinissimo al Cremlino e allo stesso Vladimir Putin, ma anche al primo ministro e amministratore delegato della VEB, Igor Shuvalov e all’ex direttore generale di Gazprom Alisher Usmanov. In Ucraina, e in questa invasione, le sue aziende hanno avuto un ruolo attivo giacché è suo l’acciaio di cui sono fatti i carri armati usati dai russi nell’invasione del territorio ucraino.


Il Chelsea non potrà quindi da ora vendere biglietti peer le partite, né potrà incassare soldi nel Regno Unito provenienti dal merchandising. Potranno prendere parte alle partite solo i tifosi già in possesso di un abbonamento, mentre chiudono per il momento gli store ufficiali della squadra. Sospesa anche, sembrerebbe, per il momento la possibilità per il club di cedere o acquistare nuovi giocatori, ma anche quella di rinnovare i contratti. 

Il Chelsea si appella contro le restrizioni imposte dal governo

Alla luce di quanto accaduto e del congelamento dei beni di proprietà di Roman Abramovich, il Chelsea Football Club ha fatto sapere, attraverso un comunicato diffuso sul sito della stessa società, che chiederà l’autorizzazione per la modifica della licenza al fine di consentire al club di agire nel modo più libero possibile. La società farà dunque richiesta al governo britannico di rivedere e modificare le misure restrittive imposte al club londinese. Le sanzioni subite dall’oligarca russo – insieme ad altri sei russi – non solo hanno portato alla sospensione della cessione del Chelsea, ma anche allo stop dei movimenti di mercato in entrata e uscita, alla chiusura dei negozi di merchandise e al divieto di vendita di biglietti per le partite future.

In copertina EPA/ALEXEY NIKOLSKY / SPUTNIK / KREMLIN POOL | Putin, a destra, Abramovich a Sochi, Russia, 19 luglio 2016.

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