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Raid russo al confine polacco, 35 morti e decine di feriti. Domani nuovo round di negoziati tra Kiev e Mosca

13 Marzo 2022 - 23:50 Redazione
Nella notte le sirene di allarme sono suonate in quasi tutte le province del Paese. Esplosioni anche a Cherson. Il Financial Times: «La Russia ha chiesto aiuto militare alla Cina»

Raid russi hanno colpito nella notte l’area di Leopoli, città ucraina situata vicino al confine con la Polonia. Le sirene di allarme sono suonate in quasi tutte le province dell’Ucraina, chiamando i residenti a cercare riparo dai raid aerei all’indomani di un nuovo tentativo di dialogo tra Kiev e Mosca. Secondo quanto riporta il Kyiv Independent, l’allerta è scattata – tra le altre zone – nella capitale e a Dnipro. Stando alla stessa testata, forti esplosioni sono state registrate anche a Cherson, nel Sud del Paese.

23.50 – Zelensky: «No fly zone sull’Ucraina o i razzi russi cadranno sulle case dei cittadini della Nato»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un nuovo video pubblicato sul personale account Telegram, dopo che i russi hanno lanciato attacchi aerei su un campo di addestramento militare vicino alla città di Leopoli, in prossimità del confine con la Polonia, ha rinnovato la sua richiesta di istituire una no fly zone sull’Ucraina. Qualora questo non dovesse accadere, secondo il presidente ucraino, «i razzi russi cadranno sul suolo della Nato, sulle case dei cittadini della Nato». Nel suo videomessaggio, Zelensky si è rivolto poi alla popolazione ucraina: «Stiamo attraversando il peggior calvario della nostra storia, delle nostre vite. Proteggiamo la cosa più preziosa che abbiamo. Dobbiamo resistere, dobbiamo combattere. E vinceremo».

23.30 – Di Maio: «Prepariamoci a ricatti Russia sul gas»

«Ci dobbiamo preparare a eventuali ricatti della Russia sul gas». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a Non e’ l’Arena. «Il tema non è necessariamente sostituire il gas russo – ha proseguito Di Maio – , ma quello di aumentare la quantità di gas in modo tale che comunque il prezzo possa scendere». «L’Italia – ha aggiunto il titolare della Farnesina – chiede di mettere un tetto al prezzo del gas, perché le famiglie non possono sostenere il costo delle bollette energetiche». Questa strada sarebbe percorribile mediante «un regolamento europeo, in modo da finanziare molto di meno le forniture di gas russo e continuiamo a diversificare le nostre fonti energetiche e riscattare circa la metà del gas russo in circa due mesi, ma in vista dell’inverno molti paesi stanno rispondendo positivamente a rafforzare la nostra partnership energetica». 

23.05 – Mosca mette in guardia le aziende occidentali: «Arresti e sequestri se si critica il governo»

Mosca mette in guardia le aziende occidentali presenti in Russia. Le società vengono messe in guardia sul fatto che potrebbero essere sottoposte ad arresti e sequestri di beni se i manager criticano il governo o se le aziende si ritirano dal Paese. Lo riporta il Wall Street Journal. Tra le società che negli scorsi giorni hanno ricevuto tale avviso, spiccano fra le altre McDonald’s e IBM e Kfc (Yum Brnads). Dall’inizio della guerra in Ucraina sono più di trecento le aziende che hanno annunciato la sospensione delle attività in Russia. Tra queste, Coca Cola, Levi Strauss, Apple, Goldman Sachs e compagnie petrolifere come Bp e Exxon. 

22.45 – Kiev: «Aspettiamo risultati concreti dai colloqui nei prossimi giorni»

Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Zelensky e negoziatore di Kiev, ha detto oggi di aspettarsi «risultati concreti» nei prossimi giorni nei colloqui con la Russia. In precedenza Podoliak, in un video pubblicato su Twitter, ha sostenuto che Mosca «è diventata molto più sensibile alla posizione ucraina» e «ha iniziato a parlare in modo costruttivo». «Le nostre proposte sono sul tavolo, sono molto forti – ha spiegato il consigliere ucraino – ci sono il ritiro delle truppe e il cessate il fuoco». 

22.35 – Oracle a Zelensky: «Sospese tutte le operazioni in Russia»

Oracle «ha sospeso tutte le operazioni nella Federazione russa»”. Lo annuncia il colosso statunitense del software in un tweet in risposta al presidente ucraino Zelensky che esortava Oracle, Microsoft e Sap a chiudere immediatamente il servizi di assistenza sui loro prodotti informatici in Russia per «fermare la guerra». Nei tweet di risposta a Zelensky, Oracle spiega che «l’accesso ai sistemi di supporto è stato interrotto», così come «sono sospesi tutti gli aggiornamenti, i servizi di consulenza e assistenza ai clienti». La società tech ha inoltre rivendicato di essere stata fra le prime aziende a tagliare i propri rapporti commerciali con la Russia «a sostegno del popolo ucraino». 

22.00 – La replica della Cina sugli aiuti militari alla Russia: «La priorità è evitare l’escalation»

In risposta alla notizia del Financial Times secondo cui Mosca ha cercato sostegno militare dalla Cina dall’inizio della guerra in Ucraina, mentre la Casa Bianca teme che Pechino possa minare gli sforzi dell’Occidente per aiutare l’Ucraina, l’ambasciata cinese negli Stati Uniti ha reso noto che per Pechino «la priorità, in questo momento, è quella di garantire che la situazione di tensione non si intensifichi o sfugga di mano», secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters. Appresa la notizia, Jake Sullivan, il Consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha dichiarato che se la Cina dovesse aiutare la Russia nel conflitto contro l’Ucraina, «andrà incontro a gravi conseguenze». Domani, 14 marzo, Sullivan sarà a Roma e incontrerà Yang Jiechi, direttore dell’Ufficio della Commissione Centrale degli Affari Esteri cinese e Luigi Mattiolo, consigliere diplomatico del premier Mario Draghi.

21.15 – L’ambasciatore Zazo: «400 italiani ancora in Ucraina, alcuni sono intrappolati»

«Gli italiani in Ucraina erano inizialmente 2.000, ora sono 400. Molti di loro vogliono rimanere perché hanno la loro vita in Ucraina, con mogli e figli. Ma alcuni sono purtroppo intrappolati, non riescono a lasciare il Paese». Lo ha detto l’ambasciatore d’Italia in Ucraina, Pier Francesco Zazo, intervistato a Che tempo che fa, in collegamento da Leopoli. «Il fatto che l’ambasciata italiana sia ancora presente in Ucraina rappresenta un aspetto importante apprezzato dal governo ucraino – ha proseguito l’ambasciatore Zazo – ma anche un sostegno psicologico per gli italiani presenti».

21.00 – Kiev conferma: «Domani colloqui con Mosca in videoconferenza»

Dopo l’annuncio del Cremlino, anche Kiev ha confermato la ripresa dei colloqui per la giornata di domani, 14 marzo, in videoconferenza. 

20.45 – Financial Times: «La Russia ha chiesto alla Cina di appoggiarla nella guerra in Ucraina»

La Russia avrebbe richiesto assistenza militare alla Cina per l’invasione dell’Ucraina. A darne notizia è il Financial Times. Secondo quanto riferito dalla testata statunitense la mossa di Mosca avrebbe suscitato «preoccupazione alla Casa Bianca» perché «Pechino potrebbe minare gli sforzi occidentali per aiutare le forze ucraine a difendere il loro paese». Citando funzionari statunitensi, il Ft rende noto che la Russia aveva richiesto alla Cina equipaggiamenti militari e altre tipologie di supporto e di assistenza sin dall’inizio dell’attacco in Ucraina. Tuttavia, i funzionari si sono rifiutati di fornire dettagli su quanto, di fatto, richiesto da Mosca a Pechino.

20.30 – Telefonata Zelensky – Michel: «Discusso dell’adesione dell’Ucraina all’Ue»

Telefonata tra il presidente ucraino Zelensky e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Durante il colloquio, riferisce Zelensky in un tweet, si è discusso «dell’aumento del sostegno finanziario» all’Ucraina e delle sanzioni per mettere pressioni su Mosca. Il presidente ucraino ha poi comunicato che durante la chiamata è stata dedicata «particolare attenzione al futuro processo negoziale sull’adesione dell’Ucraina alla Ue».

20.00 – Zelensky fa pressione su Microsoft e Oracle: «Fermate i vostri affari in Russia»

Il presidente ucraino Zelensky ha esortato Microsoft, Oracle e SAP chiedendo alle compagnie tech di fermare i propri affari in Russia. Microsoft, negli scorsi giorni, ha smesso di accettare nuovi clienti in Russia, ma Zelensky sostiene che mosse come questa «sono mezze misure», mentre il presidente ucraino vorrebbe una presa di posizione più chiara e netta da parte delle compagnie tech. Microsoft, SAP e Oracle, al momento, non hanno rilasciato commenti.

19.20 – Confermati per domani i nuovi colloqui Kiev-Mosca

I colloqui tra la delegazione russa e quella ucraina riprenderanno domani, ma ancora in videoconferenza. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia russa Tass.

19.15 – Fmi: «Il default della Russia non è improbabile»

In un’intervista alla Cbs, la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, ha dichiarato che secondo il «Fmi non ritiene più che un default della Russia sia improbabile», precisando che «Mosca ha il denaro per onorare il suo debito, ma non può accedervi». A causa delle sanzioni introdotte dopo l’inizio della guerra in Ucraina, la Russia rischia ora «una profonda recessione», sottolineando come il valore del rublo è «già diminuito in modo significativo», così come il potere d’acquisto dei russi. «Le riserve di valuta straniera della banca centrale sono in larga misura bloccate – ha proseguito Georgieva – e questo rende la stabilizzazione della moneta più difficile».

19.00 – Mediazione a rilento, il ministro degli Esteri israeliano su Kiev: «Contatti diplomatici interrotti da 5 giorni»

Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid avrebbe tentato di contattare più volte il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba, senza però ottenere risposta da almeno cinque giorni. A riportarlo in un tweet è il giornalista di Axios, Barak Ravid. Secondo quanto riferito da fonti ucraine il ministro Kuleba sarebbe rimasto deluso dalle posizioni assunte da Isreale e, dunque, starebbe rifiutando di parlare con il suo omologo proprio per questo motivo. Al contempo, il Ministero degli Affari Esteri ucraino ha comunicato che la telefonata tra Lapid e Kuleba avverrà presto.

18.50 – Proteste in Russia, oltre 800 arresti in tutto il Paese

Oltre 800 persone sono arrestate in tutta la Russia durante le proteste contro l’invasione dell’Ucraina. Lo riferisce il sito della ong OVD-Info precisando che oggi, 13 marzo, 817 manifestanti sono stati portati via dalla polizia in 37 città. Le forze dell’ordine a Mosca hanno dichiarato di aver arrestato circa 300 persone nel centro della capitale per violazione dell’ordine pubblico.

18.45 –  L’ambasciata Usa a Kiev condanna l’attacco a Yavoriv

L’ambasciata Usa a Kiev «deplora» l’attacco russo contro la base di Yavoriv, durante il quale sono rimaste uccise 35 persone, mentre altre 134 risultano essere state ferite. «L’attacco al Centro, dove Usa, Polonia, Lituania, Regno Unito, Canada e altri addestravano le forze ucraine non sconfiggerà gli eroici soldati che si addestravano lì», si legge in un post su Twitter della rappresentanza diplomatica statunitense in Ucraina.

18.30 – Viminale, arrivati 37.447 profughi dall’Ucraina

Sono 37.447 i profughi entrati in Italia dall’inizio del conflitto fino ad oggi: 19.002 donne, 3.298 uomini e 15.147 minori. Lo rende noto il Viminale. Fino a ieri erano arrivati 34.851 profughi, 17.685 donne, 3.040 uomini e 14.126 minori; fino a venerdì erano 31.287. In un giorno sono quindi arrivate 2.596 persone.

18.15 – La Bielorussia negare nuovamente i piani sull’invio di truppe

La Bielorussia smentisce nuovamente le accuse su presunti piani di un coinvolgimento militare diretto delle proprie truppe in Ucraina. Per il ministero della Difesa di Minsk, citato dall’agenzia Interfax, si tratta di «disinformazione» e di «tentativi di provocazione» da parte di Kiev, che già nei giorni scorsi aveva parlato di un’imminente invasione di soldati bielorussi.

18.10 – La condanna del Pentagono dopo l’attacco alla base di Yavoriv: «Difenderemo i territori della Nato»

«Un attacco armato contro uno è considerato un attacco armato contro tutti». Così il portavoce del Pentagono, John Kirby, commentando l’attacco missilistico russo alla base di Yavoriv, a una decina di chilometri dal confine con la Polonia. «Abbiamo spigato molto chiaramente alla Russia che i territori della Nato verranno difesi, non solo dagli Stati Uniti, ma da tutti gli Alleati», ha sottolineato Kirby in un’intervista a Abc News.

18.00 – Chernobyl, torna l’elettricità nella centrale nucleare

La fornitura di energia elettrica alla centrale nucleare di Chernobyl è stata ripristinata. Lo ha annunciato Energoatom, l’azienda di Stato ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari attive in Ucraina, spiegando che attualmente «i sistemi di raffreddamento delle scorie nucleari funzionano di nuovo normalmente». Il il ministro dell’Energia dell’Ucraina Herman Galushchenko ha dichiarato: «Oggi, grazie agli incredibili sforzi degli specialisti di Ukrenergo, le nostre centrali nucleari e gli elettricisti sono riusciti a restituire l’alimentazione alla centrale nucleare di Chernobyl, che è stata sequestrata dagli occupanti russi». Nelle scorse ore, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea, ndr) aveva riferito che l’impianto funzionava ancora grazie a generatori diesel esterni. 

17.30 – La Turchia continua sulla via della mediazione: «Russia e Ucraina si sono avvicinate»

Le posizioni di Russia e Ucraina «in qualche modo si sono fatte più vicine», secondo quanto affermato dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, citato dall’agenzia Tass. «I colloqui tra le parti proseguono», ha proseguito Cavusoglu, sottolineando che al centro delle discussioni vi è anche il tema della neutralità dell’Ucraina. Così come Israele, la Turchia è stata indicata come possibile mediatrice tra Kiev e Mosca su proposta del consigliere presidenziale e negoziatore ucraino Mykhailo Podolyak.

17.15 – Il ministro degli Esteri ucraino ai “foreign fighter” filo-russi: «Non venite qui o sarete criminali di guerra»

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un tweet ha rivolto ai combattenti stranieri filo russi, in particolare dalla Siria, mettendoli in guardia dall’unirsi al fianco di Mosca nella «guerra di aggressione» contro l’Ucraina. Kuleba ha scritto: «Avverto i cittadini stranieri che potrebbero unirsi alle forze di invasione russe: non fatelo. Abbiamo già denunciato dei casi nei tribunali internazionali. Anche se sopravviverete, sarete criminali di guerra. Non vale la pena per i soldi o qualsiasi altra cosa».

17.05 – Raid russo al confine polacco: 35 morti e 134 feriti

È di 35 morti e 134 feriti il bilancio dell’attacco missilistico da parte della Russia contro la base militare di Yavoriv, nell’Ucraina occidentale, al confine con la Polonia. Tra i feriti e le vittime risultano essere presenti anche stranieri. Al momento le autorità ucraine non ne hanno rivelato la nazionalità, in attesa di proseguire con le verifiche. Al contempo, risulta che un numero imprecisato di cittadini olandesi, affiliati alla legione di combattenti stranieri volontari, è rimasto ferito nei raid sulla base militare ucraina di Yavoriv.

Lo riporta il quotidiano De Telegraaf, citando le dichiarazioni del coordinatore nazionale olandese dei combattenti, Gert Snitselaar. Al momento, non è stato rilasciato alcun commento da parte delle istituzioni olandesi. Il portavoce capo del Ministero della Difesa della Federazione Russa, Igor Konashenkov, citato dall’agenzia russa Tass, ha confermato che durante il raid alla base ucraina di Yavoriv «i russi hanno ucciso mercenari stranieri e distrutto armi straniere», aggiungendo che l’esercito russo «continuerà a uccidere i mercenari stranieri che arrivano in Ucraina». Stando alle dichiarazioni di Konashenkov l’esercito russo ha ucciso «180 mercenari stranieri» negli attacchi a Staritchi e alla base militare di Yavoriv.

16.50 – Bloccato l’accesso ai giornalisti a Irpin’

Il sindaco di Irpin’, Oleksandr Markushin, ha annunciato che ai giornalisti non sarà più consentito l’accesso alla città per ragioni di sicurezza dopo la morte del reporter Usa, Brent Renaud.

16.30 – Kiev: «Risultati concreti già nei prossimi giorni»

Il consigliere del presidente ucraino e negoziatore di Kiev, Mykhailo Podoliak, ha detto di aspettarsi «risultati concreti» nei prossimi giorni nei colloqui con la Russia. Mosca «è diventata molto più sensibile alla posizione ucraina», ha detto, e «ha iniziato a parlare in modo costruttivo».

15.40 – Di Maio: «Segnali sui negoziati ma i tempi sono lunghi»

«Il fatto che Mosca e Kiev siano disponibili a vedersi a Gerusalemme e possano parlare di tregua significa continuare a tenere aperta la porta della diplomazia. I segnali ci sono, ma i tempi sono lunghi». Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Mezz’ora in più. «L’Italia continuerà ad opporsi ad una no fly zone in Ucraina perché significa scatenare la Terza guerra mondiale. Da noi non verrà mai un incremento dell’escalation».

15.22 – Casa Bianca: «Mosca pagherà caro se usa le armi chimiche»

«La Russia pagherà un prezzo alto se usa le armi chimiche. A ribadirlo ancora una volta è il consigliere alla Sicurezza nazionale della Casa bianca, Jack Sullivan, in un’intervista alla Abc. Sullivan volerà presto a Roma per incontrare domani il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Lo rende noto in un comunicato ufficiale la Casa Bianca, sottolineando che l’incontro verterà anche sull’impatto della guerra della Russia in Ucraina. Tra gli altri, incontrerà anche Luigi Mattiolo, il consigliere diplomatico del premier Mario Draghi.

14.48 – La Casa bianca: «La Russia subirà gravi conseguenze per ciò che fa»

La Russia subirà «gravi conseguenze» per quanto sta facendo: lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, intervistato dalla Cnn subito dopo la diffusione della notizia di un video operatore americano ucciso in Ucraina. Intervistato anche dalla Cbs, Sullivan ha affermato di non avere ancora conferme ufficiali sulla morte del giornalista Brent Renaud: «Sarebbe uno shock enorme e terribile», ha detto, spiegando che la Casa Bianca sta seguendo gli sviluppi della vicenda. «Se il fatto sarà confermato – ha scandito – la risposta sarà adeguata».

14.40 – New York Times: «Profondamente rattristati»

«Siamo profondamente rattristati dalla morte di Brent Renaud. Brent era un fotografo e un regista di talento che negli anni passati aveva collaborato con noi». Lo scrive il New York Times in un comunicato dopo l’uccisione di Renaud a Irpin. «Anche se aveva collaborato con il Nyt in passato (più recentemente nel 2015) non si trovava in missione in Ucraina per il quotidiano. Le prime informazioni riferiscono che lavorava per noi perché è stato trovato con il tesserino del giornale che gli era stato dato per una missione anni fa», si legge ancora nella nota.

13.54 – Ucciso un giornalista americano vicino Kiev

Brent Renaud, un giornalista freelance americano, che era solito lavorare per il New York Times, sarebbe stato ucciso e un suo collega ferito al ponte di Irpin, nei sobborghi di Kiev, dalle forze armate russe. A renderlo noto sono le forze di sicurezza ucraine. I due stavano filmando i profughi in fuga quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco a un checkpoint. Renaud è stato colpito al collo ed è morto all’istante mentre il collega è stato trasferito in ospedale e operato. In un video sui social si può ascoltare la versione del giornalista ferito che racconta di come Renaud sia stato colpito al collo dai proiettili: «Stavamo filmando i profughi in fuga».

13.43 – Oltre 14.200 arresti in Russia da inizio proteste

Tensioni e arresti a Mosca e in altre città della Russia dove sono in corso proteste contro la guerra. «Almeno 268 persone sono già state arrestate in 23 città», ha riferito sul suo sito web OVD-Info, Ong specializzata nel monitoraggio delle manifestazioni. I giornalisti dell’Afp hanno assistito al fermo di diversi manifestanti a Mosca e San Pietroburgo, la seconda città del Paese. Dalle immagini si vedono i poliziotti intervenire con la forza contro i manifestanti. Dal 24 febbraio a oggi, sono 14.274 le persone arrestate in Russia durante le proteste contro l’aggressione all’Ucraina. Lo rende noto il sito indipendente OVD-Info che si occupa della tutela dei diritti umani in Russia precisando che ci sono 10 tribunali impegnati in procedimenti penali politici nella settimana che comincia domani.

13.10 – Kiev: «Presto nuovi colloqui con Mosca, anche su tregua»

Nuovi colloqui tra Russia e Ucraina potrebbero aver luogo la prossima settimana, «già domani o dopodomani». Questo quanto reso noto da Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come riferisce la Cnn. «Non appena saranno stabiliti i reciproci formati, sarà programmato il quarto round di negoziati. Potrebbe essere domani, dopodomani», ha detto Podoliak a Belta, l’agenzia di stampa statale bielorussa. «Ci sono varie proposte sul tavolo dei negoziati ora», anche «su una soluzione politica e, soprattutto, su una soluzione militare. Intendo una formula per un cessate il fuoco e il ritiro delle truppe», ha concluso .Podoliak ha poi postato un tweet con gli aggiornamenti sui colloqui. «I negoziati con la delegazione Russa – ha scritto – sono ora in corso in un formato video continuo. Sono stati creati speciali sottogruppi di lavoro».

12.44 – Un milione di persone senza gas e riscaldamento

In Ucraina più di un milione di persone sono senza gas e riscaldamento. Lo ha reso noto il fornitore di gas del paese. GTSOU ha fatto sapere che sta lavorando per riparare i danni causati dai bombardamenti e ripristinare le forniture. I bombardamenti hanno danneggiato le infrastrutture di Donetsk, Lugansk e Mykolaiv. Agli ingegneri è stato impedito di raggiungere un centro di distribuzione del gas a Bashtanka a causa dei combattimenti in corso. Un centro a Prybuzke è stato chiuso per i danni alle apparecchiature.

12.30 – Il Papa: «In nome di Dio fermate questo massacro»

«In nome di Dio fermate questo massacro». Questo l’appello di Papa Francesco durante l’Angelus di questa domenica contro la guerra in Ucraina. «Davanti alla barbarie della uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata prima che riduca le città a cimiteri».

12.01 – Duda: «Se Putin usasse armi chimiche interverrebbe Nato»

«Se mi state chiedendo se Putin possa usare armi chimiche, penso che Putin possa usare qualunque cosa in questo momento, specialmente quando si trova in una situazione difficile». Queste le parole del presidente polacco Andrzej Duda nel corso di un’intervista alla Bbc. Interpellato sulla possibilità che questo possa portare a un intervento della Nato, Duda ha risposto: «Certo, tutti speriamo che non oserebbe farlo. Ma…se usasse armi di distruzione di massa, questo sarebbe un cambio di azione completo».

11.40 – Sale a 35 il bilancio dei morti nell’attacco a Leopoli

Si aggrava il bilancio delle vittime dopo l’attacco missilistico russo contro una base militare vicino a Leopoli. L’ultimo dato diffuso dal governatore è di 35 morti, ma potrebbero essere molti di più. «Devo annunciare che, sfortunatamente, abbiamo perso più eroi: 35 persone sono morte a causa dei bombardamenti sul Centro internazionale di mantenimento della pace e della sicurezza», ha scritto su Telegram il governatore della regione di Leopoli, Maxim Kozitsky. I feriti sono invece 134. Intanto i vigili del fuoco sono riusciti a spegnere il vasto incendio alla struttura colpita

11.22 – Stoltenberg: «La no fly zone? Rischio escalation incontrollabile»

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Jens Stoltenberg torna sulla no fly zone e ribadisce che non è possibile farvi ricorso. «Sono contrario, non cerchiamo alcuna guerra con la Russia», ha ripetuto il capo della Nato intervistato da Welt am Sonntag. «Questo significa che le forze russe dovrebbero essere attaccate, il che comporterebbe uno scontro diretto e si rischierebbe un’escalation incontrollabile», argomenta corso dell’intervista. «La guerra va chiusa non ampliata».

11.07 – Ambasciatore ucraino fa ricorso contro le politiche di Israele sui rifugiati ucraini

L’ambasciatore ucraino in Israele Yevgen Korniychuk sta per presentare un ricorso alla Corte Suprema contro il ministro dell’interno Ayelet Shaked a causa della sua politica relativa all’ingresso nel Paese dei rifugiati ucraini. «La nuova politica del ministro – ha scritto in un comunicato l’ambasciatore – viola gli accordi tra l’Ucraina e Israele per quanto riguarda l’esenzione dal visto per i cittadini ucraini». L’avvocato dell’ambasciata che si occupa del caso ha contestato sia la decisione di «impedire l’ingresso ai profughi ucraini» sia la richiesta di «una autorizzazione». Fino a questo momento i cittadini ucraini potevano entrare in Israele con un semplice visto turistico, senza dover ricorrere ad alcun permesso, ma – stando a quanto riportato dai media – il procedimento ora è cambiato. Shaked negli ultimi giorni ha annunciato che avrebbe consentito la permanenza in Israele di circa 20mila ucraini entrati illegalmente o con visto turistico prima dell’invasione e, al tempo stesso la concessione del visto ad altri 5mila profughi non ebrei.

10.32 – Sirene di allarme a Leopoli

A Leopoli tornano a suonare le sirene d’allarme che preannunciano un attacco aereo. Erano diversi giorni che nella città dell’est dell’Ucraina non suonavano le sirene in pieno giorno.

10.28 – Kiev: «Rapito un altro sindaco a Dniprorudne»

Un altro sindaco ucraino è stato rapito dalle forze armate russe: si tratta del primo cittadino della città occupata di Dniprorudne, nella parte sudorientale del Paese, nella regione di Zaporizhzhia. Lo riporta il Kyiv Independent. Il sindaco di Dniprorudne, Yevhen Matviiv, è il secondo sindaco rapito, dopo quello di Melitopol, da quando è iniziata l’offensiva russa in Ucraina. «I crimini di guerra stanno diventando sistematici», afferma il governatore della regione di Zaporizhzhia Olexandr Starukh.

10.07 – Si aggrava il bilancio delle vittime del raid sulla base militare

L’attacco missilistico sulla base militare vicino a Leopoli ha ucciso almeno 20 persone. Il numero delle vittime è di molto maggiore a quello annunciato finora dalle autorità, mentre la stessa fonte conferma che i feriti sarebbero 57. Lo hanno riferito i servizi di soccorso al Guardian.

9.38 – Nove morti in un attacco a Leopoli

Il governatore della regione di Leopoli ha reso noto che 9 persone sono state uccise e 57 sono rimaste ferite nell’attacco a una base militare nell’Ucraina occidentale. Stando a quanto riferisce, sembra che la Russia abbia lanciato 30 razzi contro la struttura militare di Yavoriv, il Centro internazionale per il mantenimento della pace e della sicurezza. «Questo è un nuovo attacco terroristico sulla pace e la sicurezza vicina al confine con Ue e Nato», scrive su Twitter il ministro della difesa ucraino Oleksii Reznikov, secondo cui «lì lavorano istruttori stranieri». «Informazioni sulle vittime sono in corso di accertamento», fa sapere il ministro che lancia un appello: «Serve agire per mettere fine a questo. Chiudete i cieli!».

9.18 – Regno Unito: «Le forze russe accerchiano quelle ucraine a est. Ma Kiev resiste»

Il ministero della Difesa britannico ha fatto sapere che le forze russe stanno provando ad accerchiare quelle ucraine nell’est del Paese, avanzando dalla direzione di Kharkiv e Mariupol a sud. Le ultime mosse della strategia militare russa sono state diffuse dal ministero in un tweet in cui viene menzionata l’Intelligence. «Le forze russe che avanzano dalla Crimea stanno tentando di aggirare Mykolaiv mentre cercano di arrivare a ovest verso Odessa», si legge. Il ministero spiega poi che la Russia sta «pagando un prezzo elevato per ogni avanzata» poiché le forze armate ucraine continuano a offrire una strenua resistenza in tutto il Paese.

9.00 – L’allarme di Zelensky su Cherson

La Russia mira a creare nuove «pseudo-repubbliche» in Ucraina per dividere il Paese. A lanciare l’avvertimento è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video nella notte. Il riferimento è a Cherson, dove si moltiplicano le voci riguardo un possibile referendum russo per l’indipendenza della regione da Kiev.

7.30 – Colpita una base militare vicino al confine polacco

Le truppe russe hanno sferrato una serie di attacchi aerei su un campo di addestramento militare nella zona di Leopoli. La Russia «ha lanciato un attacco aereo contro il Centro internazionale per il mantenimento della pace e la sicurezza», a circa 40 chilometri a nordovest della città, ha scritto sulla sua pagina Facebook il capo dell’amministrazione regionale Maxim Kozitsky, aggiungendo che sono stati lanciati otto missili.

6.00 – Raid russi su Leopoli

Raid russi su Leopoli. Nelle prime ore di oggi, 13 marzo, la città ucraina situata vicino al confine occidentale con la Polonia è stata teatro di violente esplosioni. Fonti non confermate segnalano attacchi missilistici nella zona dell’aeroporto della città. Mentre Kiev appare sempre più accerchiata e Mariupol è stretta d’assedio, l’offensiva russa si estende anche alle aree occidentali del Paese.

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