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Prezzi folli di gas e carburanti, il governo prepara il decreto. Verso il taglio delle accise sulla benzina

14 Marzo 2022 - 09:13 Fabio Giuffrida
nuovo decreto rincari riscaldamento benzina bonus
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Draghi punta al tetto massimo per il gas e a un taglio delle accise sulla benzina che porterebbe a un risparmio immediato del 10 per cento per tutti. Intanto la situazione, tra lo sciopero dei Tir di oggi e l'assalto ai supermercati, si fa sempre più incandescente

Mentre il prezzo di gas e luce aumenta a dismisura, con le famiglie e le imprese italiane sempre più in difficoltà, il governo cerca di correre ai ripari studiando misure mai viste prima. Il premier Mario Draghi, tra l’altro, insieme al ministro della Transizione energetica Roberto Cingolani, ha presentato a Bruxelles un piano che stabilisca un tetto massimo per il gas in tutta l’Unione europea. Perché – ed è questa l’idea di fondo – intervenire tutti insieme è meglio che farlo da soli, come singoli Paesi. Ma, visto che non è detto che i Paesi Ue trovino subito un accordo, il governo italiano sta lavorando a un decreto da approvare in tempi record per evitare l’ennesimo rincaro. Si valuta – secondo il Corriere della Sera – anche un taglio delle accise su benzina e gasolio per avere un risparmio immediato del 10 per cento.

Un tetto massimo al costo del gas

Entrando nel dettaglio, il governo vorrebbe imporre un tetto massimo al prezzo sull’importazione di gas naturale in Italia. Si parla di 100 euro a megawattora sull’importazione di gas nel primo mese, 90 nel secondo e 80 nel terzo. Non si parla affatto di prezzi al ribasso visto che, un anno fa, gli stessi produttori facevano utili con il metano a 17 euro a megawattora. Ora la quotazione di mercato è, invece, a 131, poco più sopra di quella che vorrebbe imporre, come limite, l’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce. Il limite “europeo”, indicato da Draghi e da Cingolani, invece, era di 80 euro a megawattora. I tecnici di Bruxelles, però, non hanno condiviso la proposta. Anzi, hanno presentato obiezioni sostenendo che in questo modo i Paesi fornitori potrebbero decurtare l’offerta di materia prima all’Europa, scatenando dunque il caos. Dal “no” europeo nasce, allora, l’idea di proporre il tetto solo in Italia, portando però il limite da 80 a 100 euro. Il rischio, però, è che i Paesi fornitori dell’energia potrebbero sbattere le porte in faccia al nostro Paese vendendo, di fatto, a un prezzo più alto, a Francia, Spagna e Germania.

Il taglio delle accise sulla benzina

Dunque, due sembrano essere le alternative: la prima, una tassa sugli extra profitti delle società del settore, soldi che poi servirebbero per ridurre il costo delle bollette; la seconda, un tetto al prezzo del gas importato dalla Russia. Ma quest’ultimo provvedimento dovrebbe essere adottato dall’Europa tutta, non solo dall’Italia. E, infine, c’è la riduzione delle accise: quella dipende solo dal nostro Paese. Numeri alla mano, porterebbe a un risparmio del 10 per cento sul costo del carburante. Meglio di niente. Quella del taglio delle accise, tra l’altro, è una vecchia battaglia (con relative promesse, in verità mai mantenute) del leader della Lega, Matteo Salvini, che adesso è tornato alla carica per chiedere al governo, di cui fa parte, la tanto attesa “sforbiciata” sui carburanti.

La speculazione sui prezzi del gas e l’assalto ai supermercati

FABIO GIUFFRIDA/OPEN | La situazione a Milano (sud)

Intanto il professore Carlo Cottarelli, economista ed ex direttore del dipartimento Affari fiscali del Fondo monetario internazionale, a capo tra l’altro dell’Osservatorio sui conti pubblici, ha spiegato oggi su La Stampa che l’aumento dei prezzi del gas appare del tutto inspiegabile, è solo una speculazione. L’incremento di questi costi, dunque, sarebbe il risultato di una manovra delle compagnie che importano e distribuiscono il gas nel nostro Paese. Dunque, non è tutta colpa della guerra in Ucraina o delle sanzioni imposte dall’Occidente ai russi per fermare l’invasione di Putin. Paure, incertezze, instabilità che si ripercuotono, di fatto, sulle famiglie italiane, già alle prese con bollette di gas e luce a prezzi folli. Senza considerare poi l’aumento dei carburanti. Da qui nasce il timore, o meglio la psicosi, che da un momento all’altro anche i prezzi dei beni di prima necessità possano aumentare vertiginosamente. E così gli scaffali dei supermercati sono stati presi d’assalto nelle scorse ore: a ruba sono andati soprattutto pasta, olio e farine. Sembra quasi di essere tornati indietro di un anno, ai tempi del Covid.

Lo sciopero dei Tir di oggi 14 marzo

Intanto, oggi 14 marzo, è previsto lo sciopero degli autotrasportatori, o meglio di 70 mila mezzi pesanti che resteranno fermi per protestare contro il caro carburante. Una mobilitazione, già bocciata dalla commissione di garanzia, che potrebbe causare non pochi disagi ma nessun problema alle forniture, come ha garantito il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli. Insomma, la pasta al supermercato non dovrebbe di certo mancare. «Non ci sono motivi per fare l’assalto agli scaffali dei supermercati», ha detto a gran voce il ministro Patuanelli a Radio24. L’unico bene che, adesso, potrebbe iniziare a mancare sugli scaffali e che, dunque, dovrà essere sostituito da prodotti analoghi, è senza dubbio l’olio di girasole, prodotto in gran parte in Ucraina, assediata dal 24 febbraio dalle forze militari russe.

Foto in copertina di repertorio

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