Caro carburanti, in bilico il taglio di 25 centesimi: oggi la riunione dei ministri. La procura indaga per manovre speculative

Palazzo Chigi vuole tassare l’extra guadagno ottenuto dalle imprese energetiche, ma monta il dibattito sulla sua entità e persino sulla costituzionalità del provvedimento

Rimangono alti i prezzi dei carburanti – 2,137 euro al litro per la benzina, e 2,122 per il diesel – nonostante gli sconti praticati dai distributori negli ultimi giorni. Il provvedimento del governo – discusso venerdì sera – per tagliare di 25 centesimi il prezzo probabilmente non arriverà prima di mercoledì per via di alcuni nodi da sciogliere con le imprese interessate, che lo definiscono «incostituzionale». Un punto tra i Ministri e il Presidente del Consiglio Mario Draghi è previsto per oggi.


Il piano del governo: tassare l’extra guadagno

L’idea iniziale di utilizzare l’extra gettito dell’Iva per finanziare un taglio dell’accisa è stata accantonata in quanto avrebbe prodotto uno sconto di circa di 10 centesimi, considerati insufficienti per far fronte alla situazione attuale. Il nuovo piano prevede di prelevare parte degli extra guadagni ottenuti dalle compagnie petrolifere per finanziare uno sconto più sostanzioso, di circa 25 centesimi al litro. Il governo calcola che le aziende energetiche hanno guadagnato il 10% in più durante il periodo dei rincari; percentuale che intende tassare per finanziare il provvedimento. Sarebbero quindi le imprese del settore a fornire i 4,4 miliardi di euro necessari per il provvedimento, in quanto non sempre i rincari del prodotto finale sono scaturiti da costi maggiori per le compagnie petrolifere (ad esempio nel caso della produzione di energia rinnovabile).


La risposta delle imprese

Quest’idea però non è stata ben accolta da Confindustria, che ne ha paventato l’incostituzionalità, riporta Il Messaggero. Le compagnie interessate infatti non sono d’accordo e accusano il governo di essersi basato su «indici presuntivi». Ci sarebbe anche un precedente: la “Robin Tax” istituita nel 2008 dall’allora Ministro dell’Economia Giulio Tremonti che si basava su un sistema molto simile, è stata abolita sette anni dopo dalla Corte Costituzionale. Intanto prosegue l’indagine della Procura di Roma avviata nei giorni scorsi. I pm hanno individuato il reato di manovre speculative su merci. Il fascicolo resta, invece, ancora contro ignoti.

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