L’invio di aiuti militari all’Ucraina «è caratterizzato dalla dovuta riservatezza per i profili di sicurezza che il tema riveste». Questo il chiarimento che arriva dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini nel corso del suo question time, alla Camera. Nel rispondere a un’interrogazione a proposito delle iniziative che vengono messe in atto dal governo ai fini di un rigoroso controllo sul trasferimento di forniture militari a favore delle autorità governative dell’Ucraina, il ministro ha precisato che tutto è avvenuto in un clima di riservatezza totale e di «rispetto delle procedure tecniche e parlamentari». Poi ha spiegato che relativamente ai materiali militari inviati nel paese invaso dalla Russia, lo scorso 24 febbraio, è stato riferito anche nella sede del Copasir. Guerini ha anche richiamato l’attenzione sugli interlocutori con cui si interfaccia il governo italiano. «Dai riscontri che mi pervengono non c’è evidenza di un ipotizzato impiego di compagnie private o contractor». I materiali militari vengono «consegnati in centri logistici e consegnati a rappresentanti governativi ucraini», ha evidenziato per smontare l’ipotesi di intermediari tra i rappresentanti dei due paesi.
L’interrogazione sulle iniziative di controllo del governo a proposito del trasferimento di forniture militari a favore delle autorità governative dell’Ucraina era stata sollevata da Gruppo Misto, Europa Verde e Verdi europei. Il ministro ha poi risposto anche a un’altra interrogazione, sollevata dal Pd e relativa alle iniziative in materia di difesa e ricerca civile nell’ambito del progetto di un sistema di difesa europeo: «Esprimo il mio apprezzamento per la decisione della Commissione Difesa del Senato di avviare ulteriori e più ampi approfondimenti nell’ambito dell’Affare Assegnato nr. 1110 – ha affermato il ministro – proprio in relazione al tema delle prospettive dell’export italiano di materiali per la difesa e la sicurezza».
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