A Mariupol’ si fermano le evacuazioni: «Oggi sono impossibili». In corso i negoziati Mosca-Kiev

Mentre continuano i combattimenti a Kiev, il sindaco della città a Nord della capitale denuncia un altro radi russo contro un ospedale ucraino

Oggi riprendono i negoziati di pace tra Russia e Ucraina. È in programma un incontro online tra i due contendenti per mettere a frutto i passi avanti di Istanbul. Intanto le forze ucraine si preparano all’offensiva russa nel Donbass, programmata per scacciare l’esercito di Kiev dall’intera regione. I governi europei hanno respinto ieri l’ultimatum energetico di Putin, che vuole il pagamento del gas in rubli. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato il più grande rilascio di risorse dalla riserva petrolifera di emergenza degli Stati Uniti per ridurre i prezzi della benzina che sono aumentati vertiginosamente durante la guerra.


18.35 – Stop alle evacuazioni a Mariupol’

È «impossibile» procedere oggi all’evacuazione dei civili da Mariupol’. A darne notizia è il Comitato internazionale della Croce Rossa, impegnato nella scorta dei veicoli diretti a prendere le persone in fuga nella città assediata nel sud dell’Ucraina. Domani nuovo tentativo.


17.35 – Secondo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina

Nuovo scambio di prigionieri tra Kiev e Mosca con 86 soldati ucraini liberati. Lo ha comunicato la vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk che su Facebook ha aggiunto che 15 dei soldati liberati sono donne. La vicepremier ha poi lanciato un appello agli altri soldati non ancora liberati: «A tutti coloro che sono ancora prigionieri: lotteremo per ognuno di voi. Vi riporteremo tutti a casa, tenete duro!». Quello di oggi 1 aprile è il secondo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina dall’inizio del conflitto il 24 febbraio.

16.55 – L’università di Karazin: «completamente distrutta»

Anche l’Università nazionale di Karazin sarebbe stata: «completamente distrutta» dai bombardamenti dell’esercito russo a Kharkiv. A denunciarlo è stato il viceministro dell’Istruzione ucraino, Andriy Vitrenko, citato dalla tv ucraina Priamyi. Kazanin era uno dei più importanti atenei del Paese, secondo più antico solo dopo quello di Leopoli. Da tempo i corsi e ogni attività al suo interno erano stati trasferiti: «in un luogo più sicuro», ha spiegato il viceministro ucraino.

16.45 – Erdogan chiama Putin: «Felice di ospitare te e Zelensky in Turchia»

Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha avuto un nuovo colloquio telefonico con Vladimir Putin, a cui ha rinnovato l’invito in Turchia per un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In giornata lo stesso Erdogan aveva parlato di: «segnali positivi» in vista del faccia a faccia tra i due capi di Stato.

15.15 – Colloquio Zelensky-Macron

In nuovo colloquio tra Volodymyr Zelensky ed Emmanuel Macron, i due presidenti sono tornati a parlare di «contrastare l’aggressione russa», oltre che del «processo negoziale, del corso e delle prospettive, dell’importanza delle garanzie di sicurezza». Su Twitter il presidente ucraino ha rilanciato il piano proposto da Parigi sull’attuazione dei corridoi umanitari su Mariuopol.

14.50 – Il sindaco di Kiev: «Qui si combattono enormi battaglie»

Nonostante l’annunciato ritiro dalla regione di Kiev, il sindaco della capitale ucraina, Vitaliy Klitschko ha denunciato che si stanno combattendo «enormi battaglie» a Nord ed Est della città. «Il rischio di morire qui è piuttosto alto – ha detto Klitschko all’agenzia Reuters – ed è per questo che il mio consiglio a chiunque voglia tornare è: per favore, prenditi un po’ più di tempo». Solo oggi il governatore regionale di Kiev aveva detto che le truppe russe si stavano ritirando dall’area vicina alla capitale, rafforzando le proprie posizioni verso il Donbass.

14.10 – Raid russo sull’ospedale di Chernihiv: tre feriti gravi

Un altro ospedale ucraino sarebbe stato colpito in un bombardamento dell’esercito russo, stavolta a Chernihiv dove il sindaco Vladyslav Atroshenko ha denunciato alla Cnn che l’attacco ha distrutto l’area di oncologia dell’ospedale locale. Nel raid, ha spiegato il sindaco, sarebbero rimaste ferite gravemente almeno tre persone: «Alcuni proiettili hanno colpito direttamente l’ospedale regionale e uno degli edifici, l’unità oncologica, è stata completamente distrutta. Tre persone hanno riportato gravi ferite». Nella regione dove Mosca aveva annunciato una riduzione «radicale» delle attività militari, secondo il sindaco: «stiamo attraversando una catastrofe umanitaria completa». Nella città a Nord di Kiev da tempo non ci sarebbe più acqua a sufficienza per tutti, né elettricità. Atroshenko ha poi avvertito che medicine e cibo potrebbero finire entro una settimana, considerando che finora gli unici rifornimenti possibili avvengono attraverso i militari e i volontari. Lo stesso sindaco ha ammesso di aver preso una forma acuta di polmonite, provando a rassicurare alla tv americana che si riprenderà presto.

13.40 – Via libera alle evacuazioni da Mariupol

La Croce Rossa ha potuto scortare il convoglio umanitario che da Mariupol ha portato fuori dalla città sotto assedio russo circa 2mila civili. Con l’inizio del cessate il fuoco, hanno lasciato Mariupol diretti a Zaporizhzhia 42 bus e diverse auto private.

12.50 – Ripresi i colloqui tra Russia e Ucraina

Sono ripartiti i colloqui tra Russia e Ucraina, secondo quanto riferisce uno dei negoziatori della delegazione russa. Il nuovo round di negoziati oggi si svolgeranno in videoconferenza.

11.55 – Croce Rossa: «Pronti per l’evacuazione di Mariupol, ma non siamo ancora autorizzati»

La Croce Rossa non avrebbe ancora ricevuto l’autorizzazione per trasportare aiuti umanitari a Mariupol, sotto assedio dell’esercito russo. Da Ginevra il portavoce dell’organizzazione umanitaria, Ewan Watson, ha confermato che: «per ora la nostra squadra è partita senza i camion di aiuti pre-posizionati a Zaporizhzhya». Per ora tre veicoli con nove membri dello staff sta andando verso Mariupol, così da poter seguire l’operazione di evacuazione dei civili: «Speriamo che sarà possibile procedere – ha aggiunto Watson – ma non è ancora chiaro se questo potrà accadere oggi». Sono previsti fino a 54 bus per l’evacuazione, messi a disposizione delle autorità ucraine: «Abbiamo l’approvazione delle parti ai massimi livelli per condurre l’operazione – ha detto Watson – ma dobbiamo essere sicuri che vi sia un accorso sui dettagli e che sia capito a ogni livello». Non è infatti ancora certo che il cessate il fuoco sarà rispettato, in modo da far passare il convoglio della Croce rossa in sicurezza: «Gli sforzi sono e restano complessi. Non vi è un piano B, il tempo sta scadendo per la popolazione di Mariupol che ha disperatamente bisogno di assistenza e di lasciare la città se vuole».

11.45 – Roberta Metsola prima leader Ue in Ucraina

È stata la stessa presidente del Parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola, a confermare questa mattina con un tweet la sua missione in Ucraina. Metsola dalla tarda serata di ieri sarebbe la prima leader dell’Unione europea a mettere piede a Kiev dallo scorso 24 febbraio, da quando la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina.

11.40 – Su Kharkiv 170 bombardamenti in un giorno: colpito il centro della città

Solo nelle ultime 24 ore nella regione di Kharkiv sono stati registrati 170 bombardamenti, con un razzo che ha colpito anche il centro della città. Il capo dell’amministrazione civile-militare della regione, Oleh Synegubov, ha confermato che i raid hanno colpito: «aree di artiglieria, mortai e carri armati nei distretti di Saltivka, Pyatihatka, Oleksiyivka, HTZ, Kholodna Hora, Kulinichi, Velyka Danylivka e Dergachi».

11.20 – Ripreso flusso del gas russo verso la Germania

È ripreso il flusso del gas dalla Russia alla Germania attraverso il gasdotto Yamal-Europe, dopo che questa mattina era stata registrata una riduzione e infine una riduzione della fornitura. L’operatore di rete Gascade citato da Bloomberg ha spiegato che si sarebbe trattato solo di un’inversione del flusso rispetto alla normale direzione, per cui al momento il gas va dalla Polonia alla Germania. Gascade ha spiegato che quella sezione del gasdotto: «ha cambiato direzione spesso negli ultimi mesi, non necessariamente un’indicazione di qualsiasi decisione di tagliare i flussi». Ieri il presidente russo Vladimir Putin aveva rilanciato l’ultimatum di chiudere le forniture per l’Europa se i Paesi destinatari del gas russo non avessero pagato in rubli. Ma l’interruzione di flusso di oggi è stata smentita anche da Gazprom che ha ribadito come il transito di gas verso l’Europa attraverso l’Ucraina procede normalmente.

11.10 – Croce Rossa: «Non certa l’evacuazione di oggi da Mariupol»

La Croce Rossa internazionale ha fatto sapere che «non è certo» che l’evacuazione a Mariupol possa avvenire oggi 1 aprile. Lo ha detto Ewan Watson, portavoce del CICR a Ginevra. «Ci sono molte parti in movimento e non tutti i dettagli sono stati elaborati per assicurarsi che avvenga in modo sicuro (…) Non è ancora chiaro se avverrà oggi», ha dichiarato il portavoce del Comitato Internazionale della Croce Rossa durante un briefing delle Nazioni Unite.

10.42 – Sono 300 i mercenari siriani arrivati in Russia

Sono ben 300 i mercenari siriani – già membri della venticinquesima divisione dell’esercito siriano, nota come Forza del Tigri – arrivati in Russia per sottoporsi a un addestramento militare prima di essere inviati in guerra in Ucraina. Lo scrive il New York Times. Il contingente sarà formato da uomini di una divisione dell’esercito siriano che ha già lavorato a stretto contatto con gli ufficiali russi che sostennero il presidente Bashar al-Assad durante la guerra. Altri mercenari potrebbero arrivare a breve: già compilati in Siria elenchi con migliaia di candidati interessati che prima, però, dovranno essere controllati dai servizi di sicurezza siriani per poi essere mandati in Russia. Mosca vorrebbe reclutare 16 mila mercenari dalla Siria con esperienza di combattimento. I russi hanno offerto loro 1.200 dollari al mese per 6 mesi con un bonus di 3.000 dollari una volta congedati per tornare in Siria.

10.03 – Gazprom interrompe il flusso di gas verso la Germania

Gazprom ha interrotto le spedizioni di gas russo in Germania attraverso il gasdotto Yamal-Europe. Lo scrive l’agenzia di stampa Bloomberg che cita come fonte l’operatore di rete Gascade. Secondo Bloomberg da stamattina gli ordini di gas dalla Polonia alla Germania sono a zero e in calo da circa 7 GWh/h durante la notte. Le consegne attraverso l’Ucraina erano previste a circa 107,6 milioni di metri cubi, leggermente inferiore a quelle di giovedì, ma ancora vicino al livello massimo. I flussi attraverso Nord Stream, il collegamento diretto alla Germania, stamane erano a circa 73,3 GWh/h, leggermente al di sotto del livello di ieri ma ancora vicino alla piena capacità del gasdotto.

9.00 – Il sindaco: a Melitopol i russi non consentono di lasciare la città

Il sindaco Ivan Fedorov sostiene che a Melitopol i russi non consentono ai civili di lasciare la città. «Secondo le mie stime, in città rimangono circa 70-75mila persone. Gli occupanti stanno facendo di tutto per tenere le persone in città. La strada da Zaporozhye a Melitopol in tempo normale è di 1 ora, secondo me in tempo di guerra sono 4 ore, ma ora ci vogliono 2 giorni. Gli occupanti stanno deliberatamente trattenendo tutti per non liberare le persone e occupare la città”, ha detto. “Tutti vengono mandati solo in Crimea. Dicono che puoi arrivarci senza problemi, ma la nostra gente non vuole andare in Crimea», ha fatto sapere il primo cittadino. Oggi gli autobus di evacuazione e un convoglio di auto private devono essere inviati da Melitopol a Zaporizhia: secondo le stime del sindaco, oggi cercheranno di evacuare dai 1.500 ai 2.000 cittadini.

8.10 – Kiev: la Russia concentra missili in Bielorussia

La Russia sta cercando di concentrare sistemi missilistici nel sudest della Bielorussia per potenziali attacchi contro l’Ucraina. L’allarme è della vice ministra della Difesa di Kiev, Hanna Mallar, secondo cui «il territorio bielorusso continua a essere attivamente usato dalla Russia per condurre l’aggressione. Il nemico sta cercando di concentrare lì i sistemi missilistici, apparentemente a causa dei piani per lanciare attacchi o per usarli come uno strumento di ricatto e intimidazione».

8.00 – Mosca: il grano? Solo ai paesi amici

Uno degli uomini più vicini a Putin dice che la Russia, uno dei principali esportatori mondiali di grano, potrebbe limitare le forniture di prodotti agricoli solo ai paesi «amici», ovvero quelli che non hanno elevato sanzioni a Mosca per la crisi ucraina. Lo scrive l’agenzia di stampa Reuters. Dmitry Medvedev, presidente dal 2008 al 2012 e ora vicesegretario del consiglio di sicurezza russo, ha affermato di voler delineare «alcuni punti semplici ma importanti sulla sicurezza alimentare in Russia», viste le sanzioni imposte. «Forniremo prodotti alimentari e agricoli solo ai nostri amici», ha detto Medvedev sui social media. «Fortunatamente ne abbiamo in abbondanza e non sono affatto in Europa o in Nord America», ha concluso.

7.45 – Esercito ucraino: Mosca si ritira dalla regione di Kiev

Lo stato maggiore dell’esercito ucraino dice che sta condinuando il ritiro parziale delle unità delle forze di occupazione russe dal nord della regione di Kiev verso il confine di stato con la Repubblica di Bielorussia. L’esercito dice che ci sono colonne che comprendono anche veicoli civili (camion, autobus, minibus, automobili) che sono stati rubati dai russi, sostiene Kiev, durante l’occupazione temporanea dei territori. Nel frattempo l’esercito ucraino hanno respinto 7 attacchi nelle direzioni di Donetsk e Lugansk. «Le forze alleate hanno respinto 7 attacchi nemici nelle direzioni di Donetsk e Lugansk durante il giorno. I nostri soldati hanno distrutto 3 carri armati, 2 veicoli corazzati, 2 veicoli e 2 sistemi di artiglieria. Anche un missile Orlan-10 è stato abbattuto», si legge.

7.30 – Kiev si riprende i villaggi

Kiev si riprende i villaggi conquistati dai russi. L’intelligence britannica nell’ultimo aggiornamento sulla situazione in Ucraina scrive che le forze ucraine «hanno ripreso i villaggi di Sloboda e Lukashivka nel sud di Chernihiv e si sono posizionate lungo una delle principali vie di rifornimento tra la città e Kiev. Le forze ucraine hanno anche continuato a mettere a segno delle controffensive di successo seppur limitate nell’est e nel nord-est di Kiev», aggiunge l’intelligence. «Sia Chernihiv che Kiev sono state soggette a continui attacchi dal cielo e con missili nonostante le dichiarazioni russe sulla riduzione delle attività in queste aree», conclude il report.

6.30 – Mosca accusa di genocidio gli ucraini

Un Comitato investigativo russo ha accusato l’ex ministro della Difesa ucraino Valery Geletey, l’ex capo di stato maggiore Viktor Muzhenko e altri 20 ufficiali militari ucraini di genocidio in contumacia. L’ufficio stampa della commissione della Duma lo ha fatto sapere alla Tass dopo una riunione tenuta dal suo capo Alexander Bastrykin. «Sulla base delle prove, 22 persone sono state accusate di genocidio della popolazione civile di lingua russa. Tra gli imputati, l’ex ministro della Difesa ucraino Valery Geletey, l’ex capo di stato maggiore Viktor Muzhenko e altri funzionari del comando superiore», ha fatto sapere Bastrykin. Il Comitato ha anche osservato che, durante l’indagine, è stata analizzata costantemente una grande mole di documenti e altre informazioni: «Le prove contenute in questi documenti hanno permesso di rivolgere le accuse ad alcuni militari ucraini di alto rango sospetti di essere coinvolti nella morte di civili del Donbass».

5.00 – Undici villaggi liberati dagli ucraini a Cherson

Undici villaggi occupati dai russi sono stati liberati nella regione di Cherson dalle forze armate ucraine. La controffensiva è stata compiuta dalla 60/ma brigata di fanteria, dell’armata sud ucraina. «La popolazione locale – scrivono i militari ucraini – può ora ricevere aiuti in cibo e medicinali».

4.00 – Usa: Russia senza comandante sul campo

Il New York Times scrive che la Russia sta conducendo la sua campagna militare in Ucraina senza un comandante centrale di guerra sul terreno e con le truppe di aria, terra e acqua che si muovono in modo non sincronizzato. Il quotidiano cita fonti americane, secondo le quali fra i problemi c’è anche la logistica inappropriata. L’intelligence internazionale si attende da settimana che emerga sul campo un comandante in capo ma nessuno finora è spiccato, il che porta a pensare che le decisioni siano prese a Mosca. E guidare una campagna militare da lontano non è facile, osservano i funzionari americani. Soprattutto perché ai militari è stato insegnato a non fare alcuna mossa senza le istruzioni specifiche di superiori.

3.00 – Putin? Si è messo in gabbia da solo

Putin si è messo in gabbia da solo. Il segretario della Difesa britannico, Ben Wallace. In un’intervista a Sky News, Wallace ha detto che «il presidente Putin non è più quella forza che era. Ora è un uomo in gabbia, nella gabbia che si è costruito da solo. Il suo esercito è allo stremo, ha avuto perdite significative. La reputazione di questo grande esercito russo è stata distrutta» e il leader del Cremlino «non solo ora dovrà vivere con le conseguenze di ciò che ha fatto in Ucraina, ma anche con le conseguenze di ciò che ha fatto al suo stesso esercito». In conclusione, la Russia è ora un «Paese più piccolo» dopo l’invasione dell’Ucraina. Londra ha anche confermato la notizia, che circola da un paio di giorni, del ridispiegamento sul fronte ucraino di circa 2.000 soldati russi tolti dal teatro della Georgia, dov’erano dislocati nei territori secessionisti filorussi. La mossa di Mosca «è indicativa delle perdite inaspettate subite durante l’invasione», ha aggiunto Wallace.

2.00 – Ucraina: i russi sequestrano cibo e medicinali

La vice premier ucraina Iryna Vereshchuk sostiene che quattordici tonnellate di cibo e medicinali destinati ai civili di Melitopol, a metà fra Mariupol e la Crimea, sono state confiscate dalle forze russe. Gli aiuti, scrive Vereshchuck, erano stati trasportati da pullman, messi a disposizione per evacuare i civili verso Zaporizhzhia.

1.05 – Un conflitto più ampio?

Un alto funzionario del Pentagono, sotto condizione di anonimato, fa sapere che la riorganizzazione degli sforzi militari della Russia nel Donbass potrebbe prefigurare un conflitto più ampio e prolungato, dato che le forze ucraine stanno opponendo una feroce resistenza in questa regione dell’Ucraina. «Da otto anni combattono per quella regione», dice la fonte a proposito del Donbass. «Gli ucraini conoscono molto ma molto bene il territorio. Hanno ancora molte forze là e combattono molto duramente per quella zona. Solo perché (i russi) danno la priorità e dispiegano più truppe ed energia là, non significa che per loro sarà facile. Potrebbe essere il presagio di un conflitto più prolungato, più esteso, mentre i russi cercano di ottenere una certa influenza, fare qualche progresso e forse anche avere qualche fiches per il tavolo dei negoziati», ha ipotizzato la fonte del Pentagono.

00.07 – 2.000 soldati russi in Georgia

L’ultimo aggiornamento dell’intelligence del ministero della Difesa britannico dice che la Russia sta ridistribuendo parte delle sue forze dalla Georgia. Tra le 1.200 e le 2.000 unità di queste truppe sono riorganizzate in tre battaglioni tattici. Questo, secondo gli 007 di Sua Maestà, è indicativo delle perdite inattese che Mosca ha subito durante l’invasione dell’Ucraina.

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