Reuters intervista il capitano Sviatoslav Palamar, 39 anni, vice comandante del battaglione Azov, che in questi giorni, come mostrano alcuni video, ha portato cibo ai civili, soprattutto donne e bambini, nascosti nei bunker dell’acciaieria Azovstal. E che oggi sono allo stremo. Palamar parla di Azovstal, enorme complesso industriale che contiene camere sotterranee e tunnel ma soprattutto l’ultimo baluardo della resistenza ucraina a Mariupol. I militari su indicazione del presidente Putin hanno ridotto in rovina gran parte di Mariupol (strategica per i russi). «Finché siamo qui e manteniamo la difesa… la città non è loro», ha detto Palamar. Stando al suo racconto, la zona intorno all’acciaieria è stata fortemente bombardata, a un certo punto però le forze russe avrebbero inviato una colonna di armi armati, veicoli corazzati e fanteria che, però, il battaglione Azov avrebbe distrutto. Le tattiche militari cambiano continuamente: «Siamo circondati. Ora stanno conducendo attacchi aerei», ha detto.
April 28, 2022
Palamar, che è sposato e ha un figlio, si è rifiutato di dare dettagli precisi sulle operazioni perché, sostiene, potrebbero aiutare il nemico, i russi di Putin. «Ovviamente le nostre risorse non sono infinite e si stanno esaurendo ogni giorno che passa. La situazione è difficile, ma combatteremo e combatteremo per tutto il tempo necessario», ha spiegato. Il battaglione Azov, unità associata a gruppi neonazisti e per questo considerato uno degli obiettivi più simbolici della guerra russa, avrebbe avuto più di 500 combattenti feriti. «Non siamo nelle condizioni di curarli, effettuare un intervento chirurgico è davvero difficile.. le medicine stanno finendo così come cibo e acqua».
Palamar ha precisato, poi, che sono centinaia i civili che si stanno riparando dalla guerra nell’acciaieria. «Portiamo loro cibo e controlliamo il loro stato di salute, ma non possiamo stare con i civili per ovvi motivi. Il nemico potrebbe inscenare una provocazione e dire che…ci nascondevamo dietro i civili». Tra l’altro, un bunker che ospitava civili, bambini compresi, sostiene sempre Palamar, sarebbe stato colpito da un intenso lancio di razzi martedì scorso: una donna e un uomo sarebbero rimasti feriti.
Infine Palamar ha accusato la Russia di aver ingannato i civili: li avrebbe fatti evacuare mentre continuavano a bombardare l’area. Da qui l’invito alle organizzazioni internazionali, come Nazioni Unite o Croce Rossa, a fare subito da garanti per “liberare” finalmente i civili intrappolati a Mariupol, circondati dalle forze militari russe. «Spero che il mondo ora si renda conto del suo errore. Tutto quello che fanno i nostri soldati qui, non solo a Mariupol, ma sul territorio dell’Ucraina in generale, siamo convinti che possa salvare non solo l’Ucraina ma anche Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Moldova e Georgia», ha concluso.
Foto in copertina da REUTERS
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