Covid, indice Rt in calo. Rezza: «L’incidenza resta elevata, rispettare le norme sulle mascherine»

La percentuale di casi rilevati con il tracciamento è stabile. In calo l’occupazione delle aree mediche e delle terapie intensive

Ancora buone notizie dal fronte Covid-19. L’indice Rt è in lieve calo da 0,96 a 0,93, mentre incidenza è in crescita a 699 da 675 casi settimanali ogni centomila abitanti. Ma cala la pressione sugli ospedali. Questi i dati salienti del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del ministero della Salute sulla pandemia in Italia. I dati sono positivi, ma Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute ha comunque invitato alla prudenza: «La situazione epidemiologica questa settimana è stazionaria rispetto alla settimana passata: il tasso di incidenza sale di poco, anche l’Rt non si muove molto ed è stabile anche l’occupazione di intensive e reparti di area medica. Data l’elevata velocità di circolazione del virus, perché l’incidenza è ancora piuttosto elevata, è bene continuare la campagna vaccinale con le dosi di richiamo e mantenere comportamenti prudenti, con l’uso delle mascherine nei luoghi chiusi, affollati e ovunque ci sia rischio di contagio».


I dati completi

Nel periodo 6-19 aprile 2022, l’Rt medio calcolato sui casi Covid sintomatici è stato pari a 0,93 (range 0,90-1,04), sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente. Mentre l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è al di sotto della soglia epidemica e sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente. E il tasso di occupazione in terapia intensiva scende al 3,8% rispetto al 4,2% della scorsa settimana. Scende anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale: si fissa al 15,6% rispetto al 15,8% di sette giorni fa. Infine, la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile (13% rispetto al 12% della scorsa settimana). Anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi rimane stabile (40% contro il 41%), come quella dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (fermo al 47%).


Leggi anche: