Lavrov: «Il governo ucraino è diventato uno strumento dei neonazisti e degli Usa. A marzo c’era l’accordo, ma Zelensky ha cambiato idea»

Il ministro degli Esteri russo: «I media dell’Occidente travisano le nostre dichiarazioni: mai interrotti sforzi contro guerra nucleare»

«Il governo ucraino è diventato uno strumento di neonazisti e del governo degli Stati Uniti». Sono le parole del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, in un’intervista esclusiva a Zona bianca su Rete4. Il ministro Lavrov ha aggiunto che il presidente statunitense «Joe Biden ha interessi personali in Ucraina» e che, a suo avviso, «gli Usa vogliono usare Kiev contro di noi: a marzo c’era accordo, ma il presidente ucraino Zelensky ha cambiato idea». Da parte di Mosca, secondo quanto dichiarato da Lavrov, «non si vuole una resa dell’Ucraina, ma che Kiev ordini la fine ostilità con battaglioni nazisti». Lavrov ha successivamente aggiunto che «la nazificazione dell’Ucraina esiste», specificando che le origini ebraiche del presidente Zelensky non avrebbero nulla a che vedere con questa situazione, spiegando: «Anche Hitler aveva origini ebree, i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei».


Lavrov ha poi aggiunto: «Abbiamo proposto ai nostri colleghi americani di ripetere ciò che era stato detto da Gorbačëv e Reagan nel 1987, per raggiungere un nuovo accordo sulla stabilità strategica, ma la controparte americana ha interrotto i negoziati». Quanto alla possibilità che la guerra in Ucraina possa sfociare in un conflitto mondiale nucleare, Lavrov ha risposto che «i mass media occidentali travisano ciò che viene detto dalle istituzioni russe: non si sono mai fermati gli sforzi per non arrivare a una nuova guerra». E il ministro russo incalza: «Quando si parla delle minacce e mi viene chiesto quanto queste minacce siano reali, soprattutto sul tema di un nuovo possibile conflitto mondiale, ho sempre risposto che la Russia non ha mai interrotto gli sforzi per raggiungere gli accordi che non garantiranno il non svilupparsi di una guerra».


«Non acceleriamo le operazioni per concludere l’operazione speciale in Ucraina il 9 maggio»

Il ministro degli Esteri russo ha poi dichiarato che Mosca non intende accelerare il completamento della cosiddetta «operazione speciale» in Ucraina entro il 9 maggio, Giorno della Vittoria contro il nazismo: «I nostri militari non adatteranno artificialmente le loro azioni a nessuna data, incluso il Giorno della Vittoria. Il ritmo dell’operazione in Ucraina dipende, in primo luogo, dalla necessità di ridurre al minimo i rischi per la popolazione civile e il personale militare russo».

Lavrov sulla strage di Bucha: «Non ci sono responsabilità da parte di Mosca»

Quanto alle responsabilità dell’esercito russo nella strage di Bucha, il ministro Lavrov ha ribadito quanto già dichiarato subito dopo l’abbandono delle truppe di Mosca dalla regione di Kiev: «È una fake news, la verità è solo una: il 30 marzo, i militari sono usciti da Bucha, il sindaco ha dichiarato la vittoria e che la città era tornata a una vita normale. Poi dopo tre giorni hanno cominciato a far vedere questi morti. Non voglio approfondire, ma è talmente evidente che è un falsità». In Ucraina ha proseguito il ministro degli Esteri russo, «combattono anche ufficiali Occidente. Non vogliamo cambiare regime in Ucraina, questa è una specialità degli Usa».

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