Molti dubbi sul caso della nave russa Makarov. Dopo 30 ore manca un riscontro certo alla notizia che sia stata colpita

Ancora è mistero sul destino della fregata russa. Si parla di un attacco con lo stesso schema del Moskva

La fregata russa Admiral Makarov è stata colpita e affondata dall’esercito ucraino? A 30 ore di distanza dall’annuncio il Pentagono ancora non conferma l’attacco missilistico che sarebbe stato condotto con i Neptune. A bordo si sarebbe verificata un’esplosione seguita da un incendio, mentre dalla costa si scorgeva una colonna di fumo nero. Per lo Stato maggiore di Kiev si tratta dell’undicesima nave persa dai nemici dall’inizio del conflitto. Il Cremlino ha affermato di non avere notizie di mezzi colpiti nell’area, dove secondo gli ucraini si sarebbero invece diretti mezzi di soccorso navali e aerei, mentre in serata proprio Odessa è stata bombardata con missili dalla Crimea.


Il missile Neptune sul Mar Nero

Del resto Mosca non ha mai confermato nemmeno il raid che ha affondato l’incrociatore Moskva, riferendo soltanto di esplosioni a bordo e di marinai morti, feriti e dispersi. E soltanto ieri la stampa americana ha scritto che il Pentagono ha aiutato gli ucraini a localizzare il Moskva permettendo così l’affondamento sulla cui dinamica ancora non c’è certezza. «Abbiamo seguito tutto il giorno, ma non abbiamo informazioni a conferma di quelle notizie», ha detto oggi il portavoce del Pentagono John Kirby a proposito dell’Admiral Makarov. L’attacco sarebbe stato sferrato nello stesso tratto di mare nei pressi dell’isola dei Serpenti, già diventata uno dei simboli della resistenza dopo che i suoi difensori avevano rifiutato di arrendersi (con tanto di francobollo celebrativo).


«L’abbiamo colpita con un Neptune – hanno scritto i media ucraini, citando il deputato Oleksiy Honcharenko -. Brucia da ore e i russi stanno cercando di spegnere l’incendio con navi appoggio». Secondo fonti d’intelligence citate da La Stampa almeno due aerei da guerra la sorvolano costantemente. Molto probabilmente le difese antimissile della fregata non sono operative così come era successo al Moskva. Un nuovo attacco potrebbe farla colare a picco. Anche in questo caso, secondo il quotidiano, i radar russi sarebbero caduti nella trappola del sorvolamento dei droni. Per questo la difesa antiaerea della nave non sarebbe riuscita a intercettare i 3 (o 5) missili Neptune partiti dall’oblast di Odessa. Uno dei missili l’avrebbe colpita sulla murata di dritta, ovvero il fianco destro della nave. Scatenando l’incendio e il black out dei sistemi di difesa.

La nave Admiral Makarov

La nave, progettata nel 2012 e varata cinque anni dopo, era un simbolo per Putin. Aveva sfilato nella parata del porto di San Pietroburgo nel 2018. Poi era arrivata nel mar Baltico a Sebastopoli dove era stata usata come base per il lancio dei missili Kalibr. Lunga quasi 125 metri, con 4 mila tonnellate di stazza, la Makarov risulta armata con 24 missili terra-aria a medio raggio Buk e otto missili da crociera Kalibr. Come le altre fregate della stessa classe, può scortare altri mezzi e attaccare obiettivi a terra. Ha un equipaggio di circa 200 persone. L’impiego di questo tipo di navi nel conflitto è apparso finora limitato. Anche perché sarebbero state prevalentemente tenute a una distanza dalla costa di oltre cento chilometri proprio per evitare rischi di attacchi.

Tra le prove dell’attacco all’Admiral Makarov ci sarebbero le immagini satellitari dell’app Sentinel, che mostrano un’esplosione al largo di Odessa. Ma anche alcuni deputati ucraini si sono detti dubbiosi riguardo l’attacco missilistico. Il Corriere della Sera scrive che in queste ore è stato registrato nella zona un drone da ricognizione Global Hawk dell’aeronautica americana. Il sospetto è che possa di nuovo aver fornito agli ucraini informazioni essenziali per colpire la Makarov, così come successo col Moskva. Tutte e tre le fregate della classe Admiral Grigorovich appartengono alla flotta del Mar Nero, con base a Sebastopoli. Possono scortare altre navi e anche attaccare obiettivi a terra.

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