I capi del battaglione Azov dalla Azovstal: «Qui tanti feriti da evacuare: ma noi combatteremo fino alla fine» – Il video

I vertici del battaglione asserragliato nell’acciaieria hanno ribadito che l’esercito russo continua a bombardare lo stabilimento: «cercando di assaltare l’impianto»

All’interno dell’acciaieria Azovstal ci sono ancora «molti militari feriti da evacuare», ha confermato il comandante del battaglione Azov, Denis “Radis” Prokopenko, durante la conferenza stampa online organizzata oggi 8 maggio. I militari ucraini si aspettano che sia elaborato un piano per permettere l’evacuazione almeno dei feriti, come promesso dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma ha anche assicurato: «combatteremo fino alla fine». Per il battaglione infatti, «la resa è inaccettabile» anche perché «non avremmo grandi possibilità di sopravvivere se venissimo catturati» ha spiegato nella stessa conferenza il capitano Svyatoslav Kalina Palamar, vice comandate del battaglione.


Il vice comandante: «All’inzio eravamo pochi, ma polizia, pattuglie di confine e forze armate ci hanno sostenuto»

Palamar ha continuato ricordando la storia del battaglione: «Nel 2014 noi eravamo volontari e c’era una grande varietà di persone. Ci siamo lasciati il passato alle spalle e adesso siamo diventati il nuovo moderno esercito ucraino», aggiungendo che «all’inizio eravamo poche persone ma abbiamo ricevuto sostegno, da polizia, da pattuglie al confine, da forze armate». Ha spiegato il vice comandante che sono gli anni di esperienza alle spalle del movimento quelli cha hanno permesso la stoica difesa di Mariupol vista in questo conflitto. Palamar si è poi guardato dal divulgare la dimensione del battaglione: «Non posso rispondere su quanti combattenti abbiamo a disposizione, è un’informazione troppo sensibile».


Riguardo la Russia: «Non possiamo negoziare con questi animali»

Riferendosi alle negoziazioni di pace con la Russia, Palamar ha detto: «Ora i nostri politici stanno provando a negoziare con quegli animali. Ma non ricordano cosa hanno fatto? Non possiamo parlare con questa gente. Il nostro obiettivo è eliminare la minaccia», aggiungendo che «non stiamo difendendo solo l’Ucraina, ma anche il mondo libero». Il battaglione era stato accusato di usare i corpi dei civili come scudi umani. Rispondendo alle accuse, Palamar ha detto: «La propaganda russa funziona bene, ma solo per i russi. Se si comincia a seguire la loro (dei russi ndr) prospettiva, tutto questo diventa logico, ma pensiamo alla prospettiva dei civili che vedono i bombardamenti indiscriminati sulla città. Trovano rifugio solo qui». Il vice comandante ha poi alluso agli attacchi che la Russia ha sferrato ai civili: «Questo doveva essere solo un campo di battaglia, senza civili. Per noi è stato scomodo avere civili accanto a noi ma dovevamo proteggerli, abbiamo provato ad allontanarli dalle posizioni militari, il più possibile».

Un messaggio ai governi: «Ora tocca a voi, aiutateci. L’Ucraina è lo scudo dell’Europa»

Palamar ha poi lanciato un appello ai governi all’ascolto: «Abbiamo lottato contro un nemico molto più forte di noi. Negli ultimi due mesi e mezzo abbiamo dimostrato che possiamo fare cose impossibili. Il nostro obiettivo è difendere la vita delle persone. Ora voi governi fate il vostro dovere, insegnate agli altri a fare cose impossibili». Il membro del battaglione ha però ribadito che «dobbiamo difendere il Paese, non esportare la guerra ma aiutare gli altri a difendersi». Riguardo quanto fatto dalla comunità internazionale per supportare lo sforzo bellico dell’Ucraina, Palamar ha detto che «le sanzioni non sono efficaci e gli aiuti militari non sono sufficienti». Il vice comandante ha spiegato che «servono armi, munizioni, più addestramenti, più aiuti a livello logistico. Possiamo sempre fare meglio, anche per l’Europa, perché l’Ucraina è lo scudo d’Europa».

Foto in copertina di repertorio

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