Eurovision, media russi contro Kalush Orchestra: «L’appello per Mariupol? Una vile provocazione» – Il video

Critiche anche ai rappresentanti dell’Islanda e della Germania, che hanno lanciato messaggi di pace dal palco: «Azioni contrarie alle regole della concorrenza»

La vittoria dei Kalush Orchestra, la band che rappresenta l’Ucraina, nel corso della 66° edizione dell’Eurovision Song Contest di Torino, ha alimentato polemiche in Russia. Scampato il rischio di squalifica, dopo che il gruppo rap-folk aveva lanciato un appello per il proprio Paese, urlando dal palco «Per favore salvate Mariupol’, salvate l’Azovstal, ora!», la band è ora finita nel mirino dei media russi. L’appello viene definito «una vile provocazione» dagli organi di informazione di Mosca, definendo quanto accaduto «un enorme scandalo» e protestando per la mancata estromissione della band dalla competizione. Viene inoltre criticato il comportamento dell’Italia (colpevole dal loro punto di vista di aver appoggiato la decisione di estromettere la Russia dalle votazioni del concorso), ma anche dell’Islanda e della Germania, i cui rappresentanti hanno lanciato messaggi di pace sul palco del PalaOlimpico torinese: «Azioni contrarie alle regole della concorrenza», scrivono. Il regolamento dell’Eurovision prevede che sul palco non possano essere fatti riferimenti a politica, religione o tematiche contrarie allo spirito del concorso: tuttavia la Kalush Orchestra ha evitato l’eliminazione in quanto gli organizzatori del festival hanno ritenuto il carattere del loro messaggio «di natura umanitaria e non politica».


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