Vaiolo delle scimmie: quali sono i sintomi e chi è il paziente zero venuto dalle Canarie

Il decorso normale della malattia vede la risoluzione spontanea dei sintomi entro poche settimane. Come si trasmette e quali sono i trattamenti

Il vaiolo delle scimmie o monkeypox virus è comparso anche in Italia dopo i casi segnalati in Portogallo, Spagna e Regno Unito. Il paziente zero è un uomo di 40 anni domiciliato a Roma nel quadrante Sud-Est ma residente all’estero. Si è presentato all’Inmi Spallanzani il 17 maggio scorso. Era rientrato dalle isole Canarie all’inizio del mese. Poi ha cominciato ad accusare i primi sintomi della malattia. Ovvero prima quelli simili all’influenza: febbre, mal di testa, dolori muscolari, stanchezza. Poi le lesioni sulla pelle simili a delle pustole che hanno ricoperto prima le spalle, poi la schiena e poi altre parti del corpo.


Febbre, mal di testa, lesioni sulla pelle e pustole

Il decorso normale della malattia vede di solito sintomi che si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni. Il virus non è molto contagioso tra gli uomini e si trasmette attraverso l’esposizione alle goccioline di saliva ed i contatti stretti con lesioni cutanee infette o con lo scambio di liquidi corporei come nei rapporti sessuali. Spiega oggi il Corriere della Sera che il vaiolo delle scimmie è innanzitutto una zoonosi silvestre, ovvero una malattia che riguarda gli animali, e le infezioni umane si verificano di solito in modo accidentale e soprattutto in Africa. Il serbatoio del virus è ancora sconosciuto. L’infezione non ha niente a che fare con il vaiolo umano, eradicato dal mondo nel 1980. Oltre che per via aerea, il virus si trasmette anche tramite piccole lesioni della pelle o delle mucose.


È plausibile che il vaiolo delle scimmie si possa trasmettere anche attraverso i rapporti sessuali. Chi è senza sintomi non viene considerato contagioso ma per precauzione i contatti stretti vengono di solito isolati. Quando la malattia comincia i linfonodi del collo si ingrossano e dopo qualche giorno compaiono bolle simili a piccole macchie. La malattia tende a durare dalle due alle quattro settimane e a regredire spontaneamente. La malattia non si diffonde facilmente nella popolazione e il rischio viene considerato basso. L’Oms ha ricordato che il vaccino antivaiolo è efficace anche contro il vaiolo delle scimmie. I più anziani sono dunque coperti ma non i più giovani dal momento che tale vaccinazione non è più praticata dai primi anni ’80.

Vaccini e cure

La Stampa scrive oggi che il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha intanto consigliato «la vaccinazione dei contatto stretti ad alto rischio» di persone malate. Oltre all’antivaiolo tecovirimat si usano i farmaci contro il citomegalovirus cidofovir e brinidofovir. Il vaccino per il Monkeypox virus si chiama Jynneos e ha un’efficacia dell’85% nel prevenire il contagio. Maria Rosaria Capobianchi, ex capo del laboratorio di virologia dello Spallanzani, specifica a Repubblica che le persone vaccinate contro il vaiolo sono protette anche nei confronti del vaiolo delle scimmie. Ma oggi, avverte la biologa, quel vecchio vaccino non rispetterebbe gli standard di sicurezza. L’epidemiologa Anne W. Rimoin ha spiegato a USA Today, che «il vaiolo delle scimmie di solito non si verifica a livello globale» e i suoi focolai sono un «evento raro e insolito».

La trasmissione aerea, mediante grosse goccioline di droplet, necessita contatti ravvicinati e prolungati, anche attraverso contaminazione tramite i fluidi corporei. Il primo contagio nel Regno Unito sarebbe stato ‘importato’ dopo un viaggio all’estero in un’area endemica, gli altri sarebbero autoctoni. Sempre nel Regno Unito, secondo le autorità sanitarie britanniche, le trasmissioni sono concentrate, senza un legame causale individuato, nella comunità gay. El Pais ha scritto che il ministero della Salute spagnolo sta preparando le procedure per l’acquisto di migliaia di dosi di un vaccino approvato contro il vaiolo tradizionale, utile anche per fermare la trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie.

I casi in Italia e nel mondo

In Italia, oltre al paziente zero, ci sono altri due casi da confermare. Anche questi si troverebbero ricoverati allo Spallanzani di Roma. Non avrebbero un collegamento diretto con l’uomo rientrato dalle Canarie. Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza ha spiegato ieri che il virus viene trasmesso solo a seguito di contatti ravvicinati, e che pertanto «i focolai tendono ad autolimitarsi». I media americani riportano che le autorità sanitarie di New York stanno indagando su un altro possibile caso, così come l’Australia. La Repubblica specifica che il tasso di fatalità medio è dell’8,7%, con una significativa differenza tra il ceppo diffuso in Africa centrale, dove il tasso di mortalità raggiunge il 10,6%, e quello invece dell’Africa dell’ovest, del 3,6%.

Ma questi numeri sono da rapportare alle condizioni igienico-sanitarie. Non sono mai stati registrati morti al di fuori del continente africano. Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha detto ieri all’AdnKronos che la corsa al vaccino della Spagna è ingiustificata:« Non abbiamo informazione sull’utilità di ripristinare una vaccinazione antivaiolosa. Bisogna monitorare e capire meglio su quello che sta succedendo. L’Oms è molto cauta. Non bisogna farsi prendere da strane psicosi. Serve osservare la situazione per capire in che modo si possono prendere contromisure. È troppo presto per dare risposte certe».

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