Bang Bang Baby, parla la protagonista Arianna Becheroni: «Le scene più difficili sono state quelle della bulimia» – L’intervista

Classse 2004, Arianna lavora sul set da quando aveva 14 anni. Il suo primo film è stato “Mio fratello rincorrere i dinosauri” di Stefano Cipani

Questa intervista è durata poco più di 15 minuti. Una telefonata fatta durante l’unico momento nella giornata libero da impegni: l’intervallo. Arianna Becheroni ha 17 anni e studia al Licos di Milano, un liceo dedicato allo spettacolo. Dopo l’esordio con Mio fratello rincorrere i dinosauri di Stefano Cipani, negli ultimi giorni il volto di Arianna è comparso sulle locandine di Bang bang baby, serie distribuita su Amazon Prime e diretta da Michele Alhaique, Giuseppe Bonito e Margherita Ferri. Per adesso sulla piattaforma sono stati distribuiti i primi cinque episodi, nei prossimi giorni (la data non è ancora stata rivelata) arriveranno anche gli ultimi cinque che chiuderanno così la prima stagione della serie.


La storia di Bang bang baby parte dalla Milano del 1986. Arianna Becheroni interpreta Alice, una ragazza che scopre di far parte di una famiglia legata alla ‘ndrangheta. La storia si tiene in bilico tra due piani: il racconto a tinte fluo di una Milano nel pieno degli anni ’80 e quello a tinte pulp di una criminalità organizzata che vuole conquistare un nuovo territorio a colpi di fucile. La storia si ispira alla vita di Marisa Merico, nota alle cronache come Mafia Princess, che tra gli anni ’80 e gli anni ’90 ha aiutato il padre Emilio Di Giovane a gestire traffici di armi e droga. Ora, scontati tre anni di prigione, Merico si trova a Londra da dove distribuisce interviste per parlare del suo libro, L’intoccabile.


Ti ricordi quando è stata la prima volta sul set di un film?

«Sono stata per la prima volta su un set a 14 anni. Avevo girato il primo film: Mio fratello rincorre dinosauri. Era un ruolo diverso rispetto a Bang Bang Baby e forse quella prima esperienza è stata anche più impegnativa di questa. Non mi imbarazza il rapporto con la macchina da presa. Più è vicina a me, più mi sento a mio agio».

Alice è una ragazza che vive in una Milano diversa da quella che conosci.

«Ho provato a creare nella mia mente un’ipotetica Milano degli anni ’80. È un lavoro che ho fatto grazie ai racconti dei miei genitori, dei film e dei libri. Questo è anche il bello di lavorare come attore: puoi vivere in epoche e luoghi lontani da te. Gli anni ’80 nello specifico, mi sono davvero piaciuti. Avrei voluto nascere in quel periodo».

Stiamo vivendo un lungo revival degli anni ’80, dalla cultura nerd, alla musica, passando anche per la moda. Cosa hai trovato di diverso in quegli anni rispetto a quelli attuali?

«Mi ispira la spensieratezza e il coraggio di osare. Si esagerava in tutto, nei look e nella musica. Mi sembra che fosse un periodo in cui eri libero di tirare fuori tutto te stesso senza troppa paura dei giudizi degli altri».

PRIME VIDEO | Foto di Andrea Pirrello

La Milano anni ’80 è solo una metà della serie. L’altra è quella della ‘ndrangheta. Come ti sei preparata su questo tema?

«Alice è una ragazzina normale che entra in questo mondo senza conoscerlo. Non è una criminale. Tutte le sue azioni sono portate avanti con la sua inesperienza, seguendo solo le indicazioni del padre. Esattamente come quando nel secondo episodio si ritrova a dover bruciare un cadavere. Altri personaggi della serie invece hanno sempre vissuto nella ‘ndrangheta, per interpretare uno di loro ci sarebbe stato bisogno di un altro tipo di preparazione».

Bang bang baby è ispirata alla storia di Marisa Merico. Voi due vi siete incontrare di recente.

«Ero a Londra e stavo facendo un corso per l’inglese. Ci eravamo sentite altre volte perché lei sapeva che avrei interpretato la sua storia. Siamo state nove ore insieme, dal pranzo alla sera. Abbiamo parlato io di me e lei di sé. Senza farlo apposta, da ragazzina mi assomigliava, almeno fisicamente».

Come hai iniziato a recitare?

«Da piccola avevo provato diversi sport ma non era mai andata troppo bene. Mia mamma mi aveva consigliato di provare con la recitazione. Ho iniziato e mi è piaciuto subito. A sette anni ho promesso a mio padre che avrei vinto l’Oscar e gli avrei regalato una Ferrari Rossa. È ancora il mio obiettivo e voglio provarci. I miei genitori hanno creduto fin da subito in questo percorso».

PRIME VIDEO | Foto di Andrea Pirrello

Hai già lavorato a diversi progetti e anche il liceo che frequenti è dedicato allo spettacolo. Pensi di aver rinunciato alla tua adolescenza per questo lavoro?

«Sì. È un percorso impegnativo che parte da piccoli. Bisogna studiare fin dall’adolescenza. Questa è la mia strada ed è quello che voglio fare. Nel periodo in cui sono sul set lavoro, quello in cui non sono sul set invece vivo con più spensieratezza».

Quale è stata la scena più difficile da girare nella serie?

«Le più dure sono state quelle sulla bulimia di Alice. In quei momenti non stavo solo recitando, quando stava male lei, stavo male anche io. Senza contare che i dolci li mangiavo davvero, visto che le scene venivano fatte più volte. Sono i momenti in cui si crea un legame con il tuo personaggio e la sofferenza diventa reale».

Foto di copertina: PRIME VIDEO | Foto di Andrea Pirrello

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