No! Questo schema non dimostra che le mascherine siano «inutili barriere» contro la diffusione del Sars-Cov-2

Si potrebbe cadere in errore e credere che le mascherine funzionino come uno scolapasta, filtrando solo gli elementi più larghi delle maglie del tessuto. La fisica dietro questi dispositivi di protezione, però, è molto più complicata

Circola uno schema che rappresenterebbe, tramite uno schema, il funzionamento delle mascherine comunemente usate per prevenire la diffusione del Sars-Cov-2. Secondo le condivisioni, l’immagine sostiene che la trama del tessuto delle mascherine non sarebbe abbastanza fitta da filtrare il virus, ben più piccolo degli spazi lasciati nell’intreccio. C’è un fondo di verità, ma fin dal 2020 sappiamo come funziona la trasmissione e perché le mascherine siano in realtà utili.

Per chi ha fretta

  • Sì, le mascherine sono efficaci nel prevenire la diffusione del virus nell’aria circostante di chi le indossa.
  • Sì, il virus è più piccolo dei buchi lasciati nella trama, ma la sua circolazione è legata ad altre particelle – note come droplets – che rimangono intrappolate nel tessuto.
  • Entra in gioco anche la forza l’elettrostatica, che cattura anche le particelle più piccole dei buchi della trama.

Analisi

Una foto che è stata molto condivisa su Facebook, mostra la trama del tessuto delle mascherine, sostenendo che queste ultime rappresentano una «inutile barriera» per proteggersi dal virus.

L’immagine si basa su un fondo di verità: il virus è realmente più piccolo della trama del tessuto delle mascherine. La fisica delle mascherine si misura nell’ordine dei micron (1/1000 di millimetro). La dimensione del Coronavirus è circa 0,1 micron, mentre la dimensione degli elementi che la maggior parte delle mascherine riescono a filtrare agevolmente va dai 3 micron delle mascherine chirurgiche, agli 0,3 delle Ffp2. Tuttavia, sebbene possa essere naturale pensare che le mascherine funzionino come uno scolapasta, che filtra solo gli elementi più grandi dei buchi nella trama, questi dispositivi chirurgici lavorano in maniera diversa.

Il virus e i droplets

Come spiegato dai colleghi di Usa Today in un fact check simile, le mascherine filtrano efficacemente il virus poiché questo non fluttua mai da solo nell’aria, ma ha bisogno di attaccarsi ad altre particelle, nella maggior parte dei casi droplet, minuscole goccioline di saliva che vengono emesse quando parliamo e respiriamo. Studi dimostrano che un droplet deve avere un diametro di almeno 9,3 micron per poter ospitare il virus del Covid-19. Una dimensione ben maggiore della capacità di filtraggio minima delle mascherine.

Smartairfilters | Percentuali di filtraggio minime rapportate alla dimensione degli elementi da filtrare per diversi tipi di mascherina

Turbolenze ed elettrostatica

Oltre a ciò, le particelle emesse dal respiro non si muovono in linea retta, ma vanno incontro a quello che viene definito moto Browniano. Le particelle si muovono a zig zag trasportate dalle turbolenze del respiro, ragione che aumenta di gran lunga la possibilità che rimangano intrappolate nel tessuto della mascherina. Infine, anche nel caso in cui le particelle siano più piccole degli spazi nella trama del tessuto, queste vengono attratte dalla mascherina tramite la sua forza elettrostatica.

Come capire l’efficacia delle mascherine

Di fatto, la percentuale dell’efficacia delle mascherine si riferisce sempre alla dimensione indicata, che è quella più critica, ma per dimensioni maggiori e minori, questa è ancora più alta. Le mascherine chirurgiche hanno un’efficacia maggiore o uguale al 98% nel filtrare le particelle la cui dimensione è 3 micron. Per le mascherine Ffp2, questo dato è del 94% o più per particelle grandi 0,3 micron.

Conclusioni

Sebbene la foto condivisa su Facebook si basi su un fatto reale, ovvero che il Coronavirus è più piccolo degli spazi lasciati nella trama del tessuto delle mascherine, tre fattori contribuiscono a rendere le mascherine uno strumento efficace: il virus si attacca ai droplet, che spesso hanno una dimensione intorno ai 9 micron; i droplet hanno un moto turbolento che fa sì che vengano intrappolati dalle mascherine; il tessuto dei dispositivi di protezione esercita una carica elettrostatica che cattura anche le particelle più piccole degli spazi nella trama.

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