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Mascherine e la farsa dei test dell’anidride carbonica

06 Gennaio 2022 - 19:19 Juanne Pili
Ancora filmati sulla mascherina che ci avvelena? Ecco perché non hanno senso

Si torna a parlare dell’importanza delle mascherine e del loro utilizzo. Di conseguenza, tornano a circolare su Facebook dei video dove si vorrebbe dimostrare che le chirurgiche le e Ffp2 tratterrebbero una quantità nociva di anidride carbonica. Al solito nei filmati, qualcuno fa la dimostrazione piazzando il tubo di un rilevatore davanti alla bocca. Così ovviamente viene catturata interamente l’aria espirata, non quella che verrebbe trattenuta dal tessuto della mascherina. Questi dispositivi di protezione sono indispensabili per contenere la diffusione del nuovo Coronavirus, ragione per cui questo genere di contenuti è piuttosto pericoloso.

Per chi ha fretta:

  • Piazzare il tubo di un rilevatore vicino alla bocca misura al massimo l’anidride carbonica che espiriamo, non quella che verrebbe trattenuta dalla mascherina.
  • Le mascherine chirurgiche e Ffp2 sono state sperimentate da decenni in altri contesti, senza rilevare alcun rischio rilevante di avvelenamento da anidride carbonica.
  • Il tessuto trattiene le particelle di saliva, mentre le molecole di CO2 decisamente più piccole possono passare oltre senza incontrare ostacoli.

Analisi

Tornano a circolare anche filmati piuttosto datati. Partiamo, però, da quello più recente diffuso in Italia dove l’utente Giu commenta così: «Siccome agli italiani è piaciuto molto il provvedimento, proponiamo un video che dimostra la necessità di continuare su questa strada anche nel 2022. L’anidride carbonica in eccesso che respirate con quelle mascherine in faccia, è per il vostro bene».

Uno, risalente al 2020, è stato realizzato da Rosario Marcianò, noto guru della bufala e teoria del complotto delle Scie chimiche. Il video è stato condiviso da Domenico Biscardi, altro personaggio noto per aver diffuso falsità sui vaccini e non solo (qui, qui e qui).

Due in particolare (qui e qui) li avevamo già trattati in precedenti articoli del progetto Open Fact-Checking (rispettivamente qui e qui).

Di bufale e complotti sulle mascherine ce ne sono state tante: c’è stata la vicenda dello zinco piritione, c’era chi sosteneva che ci fanno ammalare e chi parlava addirittura di cancro, mentre quella sull’anidride carbonica rimane quella più in voga. Si parlava, infatti, di ipercapnia dovuta all’eccesso di questo gas e i complottisti convinti che le mascherine siano uno strumento di morte ne hanno fatto una personale battaglia basata sul nulla, pensate soltanto ai medici e chirurghi che ne fanno un uso prolungato – spiegavamo nella prima analisi -, le mascherine, dunque, vengono testate e certificate affinché possano essere utilizzate per lungo periodo e devono essere filtranti, altrimenti tanto vale respirare con una borsa di plastica (che potrebbe essere più consono come “strumento di morte”). Il problema è, appunto, per quelle non certificate e create da qualche amante del “fai da te”. Ecco che cosa avevamo riportato a Open in un articolo del 5 maggio 2020 interpellando Alice Ravizza, del Politecnico di Torino, ingegnera biomedica ed esperta di normative e certificazioni:

«L’ipercapnia indica l’aumento dell’anidride carbonica nel sangue – spiega Ravizza – se la mascherina non ha una buona respirabilità, si crea un ambiente all’interno in cui viene respirata sempre la stessa aria, come quando si respira velocemente nel boccaio dello snorkeling». «Le mascherine certificate hanno la capacità di filtrare – continua l’esperta – permettendo anche il passaggio d’aria senza sforzo respiratorio, specialmente quelle costituite da materiale filtrante certificato. Sono garantite tutte anche per evitare l’ipercapnia». Nessuno nega che il problema piuttosto potrebbe derivare dalle mascherine fai da te.

Spesso si citano anche articoli che distorcono i risultati di precedenti studi scientifici, come avevamo visto nella seconda analisi:

Abbiamo visto che – al netto del metodo di misurazione controverso – i valori di anidride carbonica e le tempistiche non superano i limiti previsti per chi usa le mascherine meno di otto ore al giorno. I collegamenti con ipercapnia o altre patologie sono surrogati: non vengono accertati durante la sperimentazione, ma si rifanno a una revisione limitata; bisogna infatti considerare tutta la letteratura, non solo quella che dà gli effetti che cerchiamo. Già in articoli precedenti avevamo trattato tesi che collegavano le mascherine con l’ipercapnia e i tumori (gli autori della revisione citano anche il rischio di cancro).

Non mancano video di questo genere pubblicati da diversi utenti all’interno della piattaforma Facebook.

Conclusioni

Lo ripetiamo per l’ennesima volta: non è molto “scientifico” sostenere che le mascherine trattengono elevate quantità di anidride carbonica piazzando un rilevatore vicino alla bocca. Del resto le mascherine sono state testate anche in contesti precedenti la Pandemia. Da sempre gli operatori sanitari devono indossare mascherine per ore, senza per questo venire avvelenati dal proprio fiato.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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