Silvana De Mari e il vaiolo delle scimmie “previsto” da Bill Gates in una simulazione del 2021

Per ogni potenziale minaccia biologica troviamo delle simulazioni, anche per Monkeypox. Quelle mai avveratesi non fanno notizia

La dottoressa Silvana De Mari è particolarmente attiva in questi giorni attraverso varie condivisioni, su Facebook e Twitter, dove sostiene alcune teorie del complotto su Bill Gates e il vaiolo delle scimmie causato dal Monkeypox virus. Il report di una simulazione apparso nel 2021 ha accesso le fantasie di complotto riguardo l’ipotesi che si tratti di un virus messo in circolazione apposta. Ecco perché si tratta di affermazioni confusionarie, che non tengono mai conto delle simulazioni che non si sono mai avverate.

Per chi ha fretta:

  • Il Vaiolo delle scimmie è stato scoperto nel 1958 ed è stato classificato come zoonosi emergente dal 2004.
  • Di questo virus, come altre potenziali minacce biologiche, si tiene conto, tanto che sono state fatte numerose simulazioni da parte dei Governi.
  • La simulazione a cui fanno riferimento i complottisti riguardava un Monkeypox ingegnerizzato per divenire pandemico.
  • Altre minacce oggetto di simulazioni passate, come Ebola, H2N2, H7N9, Lassa, eccetera, non sono mai diventate delle nuove pandemie.
  • Allo stato attuale non emergono elementi per poter dire che questo ceppo di Monkeypox virus sia stato potenziato in qualche modo, ed è poco probabile che causi una pandemia.

Analisi

De Mari condivide in particolare il post della pagina apprezzata dai No vax, Giù la maschera 2.0, che parla di «un report del 2021 [che] prevedeva l’epidemia di Vaiolo delle scimmie per il mese di maggio del 2022. Le società coinvolte hanno ricevuto milioni dalla Bill & Melinda Gates Foundation».

Silvana De Mari su Facebook.

La fonte è un articolo di Database Italia, sito Web altrettanto noto ai lettori complottisti. Arriviamo quindi a una condivisione della Dottoressa su Twitter, che riassume efficacemente l’intera narrazione:

Abbiamo il vaiolo delle scimmie. Incredibilmente Bill Gates ha messo a punto un vaccino contro questo virus dal 2019, intuendo che tra tutti i patogeni esistenti questo sarebbe diventato problematico. È stato il Cielo che ci ha mandato Gates. Le cavallette erano terminate.

Silvana De Mari su Twitter.

Come spesso accade in questi casi, parliamo di una storia confezionata già negli ambienti No vax americani, come possiamo leggere in un fact-checking dei colleghi di Newsweek del 19 maggio.

Il complotto del Vaiolo

Gli autori di Database Italia fanno riferimento a una operazione Dark Winter, ovvero una serie di esercizi pandemici tenutisi negli ultimi 20 anni.

Nel marzo 2021 – continua Database Italia -, la National Threat Initiative (NTI) ha collaborato con la Conferenza sulla sicurezza di Monaco per condurre un esercizio da tavolo sulla riduzione delle minacce biologiche ad alto rischio. Il report si è concentrato specificamente su un focolaio di Monkeypox […] In un thread ho parlato di 4 esercizi da tavolo pandemici che hanno avuto luogo negli ultimi vent’anni come Operation Dark Winter, Atlantic Storm, Clade X e il più famoso Event 201.

Comincia quindi ad un percorso, attraverso diversi blog intermedi, per arrivare finalmente a due articoli (qui e qui), rispettivamente delle Università Johns Hopkins e Oxford. Riguardano una esercitazione del giugno 2001 per simulare a tavolino vari attacchi contro il territorio americano, compresi quelli di tipo biologico. Si parla di Smallpox (termine che definisce il Vaiolo umano) e della fornitura di vaccini adeguati. Sappiamo che Gates ha effettivamente parlato l’anno scorso della possibilità di usare il Vaiolo come arma biologica, visto che ormai non esistono più vaccinazioni di massa contro la malattia. Ma cosa c’entra il Vaiolo delle scimmie? Assolutamente niente, visto che ha grosse difficoltà a diffondersi.

Un video diffuso via Facebook che riprende la teoria.

Come scrive il professor Enrico Bucci su Il Foglio, il Vaiolo umano è stato «il triste flagello dei secoli passati, con una letalità che arrivava al 30% soprattutto fra i bambini». Diversamente, il Vaiolo delle scimmie «ha una letalità fortunatamente molto minore […] seppure la trasmissione da uomo ad uomo sembra essere maggiore di quanto osservato al di fuori dall’Africa in precedenza, potrebbe pur sempre essere abbastanza difficile». Inoltre è piuttosto banale riscontrare che vaccini e farmaci esistono già. «Il vaccino per il vaiolo umano ha neutralizzato la minaccia – continua Bucci -, ed esiste poi un farmaco antivirale efficace specifico già approvato in Europa, il tecovirimat».

Il report finanziato da Open Philanthropy

Database Italia riferisce che ci troviamo di fronte a un altro piano, che potrebbe coinvolgere indirettamente anche Mark Zuckerberg:

Ora ne abbiamo un altro che possiamo aggiungere all’elenco chiamato “Rafforzare i sistemi globali per prevenire e rispondere alle minacce biologiche ad alto rischio”. Open Philanthropy ha finanziato il rapporto. Uno dei suoi principali finanziatori è Dustin Moscovitz che ha fondato Facebook insieme a Mark Zuckerberg. […] Prima di passare a un breve riassunto del documento, è importante scendere nella tana del coniglio per vedere come sono collegati i punti. Il rapporto era una partnership tra The Nuclear Threat Initiative (NTI) e la Conferenza sulla sicurezza di MonacoLa Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha ricevuto un finanziamento di 1,2 milioni di dollari dalla Bill & Melinda Gates Foundation.

Gli autori forniscono diverse fonti che dovrebbero servire per approfondire. Sono tutti rimandi ad altri articoli di Database Italia, ma almeno sappiamo che le fonti chiave sarebbero due report:

Nel secondo documento si parla effettivamente di Vaiolo delle scimmie nei seguenti termini (pag. 6, il grassetto è nostro):

Lo scenario dell’esercizio ritrae una pandemia globale mortale che coinvolge un ceppo insolito di virus del vaiolo delle scimmie emerso nella nazione immaginaria di Brinia e diffuso a livello globale per 18 mesi. In definitiva, lo scenario dell’esercitazione ha rivelato che l’epidemia iniziale era stata causata da un attacco terroristico che utilizzava un agente patogeno ingegnerizzato in un laboratorio con disposizioni inadeguate di biosicurezza e bioprotezione e una supervisione debole. Alla fine dell’esercizio, la pandemia immaginaria ha provocato più di tre miliardi di casi e 270 milioni di vittime in tutto il mondo.

Un video pubblicato dalla pagina Facebook “Renovatio 21” per sostenere «Bizzarre coincidenze».

Differenze tra realtà e simulazione

Questo viene confermato anche in uno schema che circola parallelamente in Rete, relativo alla pag. 10 del medesimo documento. Nonostante quel che fa pensare la didascalia, non ci sono reali corrispondenze con quanto accade oggi, perché parliamo di un virus che ha grosse difficoltà a diffondersi. Non stiamo parlando di SARS-CoV-2.

La simulazione sul Monkeypox ingegnerizzato non ha corrispondenze coi focolai noti attualmente.

Abbiamo già visto che non emergono evidenze di un virus tale da scatenare una pandemia. Per diffondersi necessita di grosse gocce di droplet attraverso contatti ravvicinati e prolungati, inoltre le caratteristiche dei pazienti colpiti non ricordano minimamente le forme più gravi, viste per esempio in Congo. Sicuramente non stiamo parlando di un virus ingegnerizzato appositamente per sfuggire al vaccino già esistente (infatti basta quello contro il Vaiolo umano). Questo patogeno è stato scoperto nel 1958, ed è sotto osservazione come zoonosi emergente dal 2004. La trasmissione uomo-uomo è già nota da decenni, ed esistono modelli epidemiologici da altrettanto tempo.

Open Philanthropy ha finanziato altre iniziative per prevenire eventuali minacce future, come quella contro attacchi basati sull’Intelligenza Artificiale, del 2015. Per qualsiasi minaccia potenziale avremo probabilmente una esercitazione corrispondente. In quanto tali, le minacce potenziali è pure molto probabile che accadano davvero, come ci ha insegnato la pandemia di Covid-19.

Altre simulazioni pandemiche

Se da decenni studiamo potenziali minacce biologiche, anche se spesso non sono finite nei titoli dei giornali, allora è probabile che alcune di queste finiscano per diventare davvero un problema. Così non è strano che alcune simulazioni in merito possano finire per somigliare alla realtà. Lo abbiamo visto con l’«esercizio» denominato «event 201», di cui avevamo trattato qui.

Nel Regno Unito, Public Health England ha eseguito 11 simulazioni pandemiche tra il 2015 e il 2019. Una del 2014 riguardava Ebola. Nel 2017 è apparso su Environ Public Health un Simulation Study condotto da una Università indiana sul medesimo virus. Per fortuna non abbiamo avuto ancora nessuna pandemia di Ebola. Altre simulazioni hanno riguardato il MERS-CoV (virus della Mers); l’influenza Aviaria; la febbre Lassa; il virus dell’influenza A H7N9.

Nel 2016 la Sanità britannica promosse l’esercizio Cygnus, ovvero la simulazione di una (nuova) pandemia di H2N2, il virus dell’influenza A, che partendo da un primo focolaio nell’Asia orientale, scatenò una pandemia tra il 1957 e il 1958, causando più di un milione di morti nel Mondo. Anche in questo caso – per fortuna -, non abbiamo avuto un riemergere di questo virus, anche se nel 2005 ci andammo vicino.

Public Health England | Undici simulazioni di pandemie che non si sono avverate subito dopo, avvenute tra il 2015 e il 2019.

Conclusioni

È perfettamente normale che i Governi e le fondazioni filantropiche finanzino simulazioni dove ci si esercita ad affrontare minacce pandemiche. Anche se prima della Covid-19 non ottenevano le prime pagine dei quotidiani, ne sono esistite di vari tipi, riguardanti diverse potenziali minacce biologiche, buona parte delle quali non si sono avverate. Oggi solo SARS-CoV-2 può essere ritenuto l’avverarsi di una di queste eventualità di cui gli epidemiologi hanno sempre tenuto conto riguardo ai Coronavirus; mentre non possiamo dire lo stesso dell’epatite pediatrica o del più recente Vaiolo delle scimmie. Per tanto dovremo aspettarci anche in futuro che a una minaggia biologica corrisponda una precedente esercitazione. I vigili del fuoco si esercitano quotidianamente nel prevenire vari tipi di scenari incendiari, ma quando se ne avvera uno nessuno parla del complotto dei pompieri.

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