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Così a Mosca scompaiono le Z e sparisce la guerra mentre la propaganda russa invade Mariupol

12 Giugno 2022 - 10:25 Antonio Di Noto
L'operazione parrebbe essere un «rebranding» del conflitto che si concentra più sui territori già occupati

In Russia stanno sparendo le Z simbolo dell’invasione in Ucraina. I cartelloni che inneggiano alla vittoria dell’«operazione militare speciale» vengono uno ad uno rimossi dalle autorità locali. I casi più eclatanti sono quelli dello striscione che campeggiava sulla facciata dell’edificio delle Ferrovie russe, sul quale appariva lo slogan «Per il presidente, per l’esercito» e quello che si trovava sul palazzo sede del partito Russia Giusta – Per la Verità, mostrato nella foto di copertina. La Z è stata rimossa anche dalle strade e i palazzi di San Pietroburgo, Kirov, e Novosibirsk, lo riporta il Moscow Times. Nel frattempo, nei territori ucraini occupati, iniziano ad apparire cartelloni e monumenti che inneggiano alla loro appartenenza russa

Non c’è segno della guerra

Il leader del partito Russia Giusta – Per la Verità, Sergej Mironov ha dichiarato, in un messaggio sul suo canale Telegram che dei funzionari della città di Mosca gli hanno ordinato di rimuovere lo striscione dalla facciata del palazzo. Nel messaggio, Mironov scrive: «La prima ragione è data dai funzionari sono stati le numerose richieste dei cittadini. Ovvio, non avrebbe potuto essere altrimenti! Solo che dubito fortemente che queste richieste siano vere». Mironov continua: «Giornalisti e volontari che arrivano nella capitale dalle zone di conflitto si sorprendono che nell’aspetto esterno di Mosca non ci sia nulla che ricorda la guerra nella quale si sta decidendo il destino del nostro Paese: non un singolo cartellone patriottico, non un singolo ritratto dei nostri eroi, niente Z e niente V»

Il «rebranding» del conflitto

La ragione, spiega l’analista del Carnegie Endowment for International Peace Andrej Kolesnikov al Moscow Times potrebbe essere «che In questa nuova fase del conflitto, l’attenzione è più concentrata sui territori “liberati”» piuttosto che su quelli conquistati. Anche Abbas Gallyamov, analista politico che si occupava di scrivere i discorsi del presidente russo Vladimir Putin ha parlato di un «rebranding» della guerra che è «chiaramente ferma a uno stallo politicamente e militarmente». L’esercito russo ha effettivamente cambiato strategia. Mentre all’inizio del conflitto sembrava puntare a tutta l’Ucraina, ora si sta concentrando solo sulla regione a est del fiume Nipro. Secondo Gallyamov, la rimozione delle Z potrebbe essere un modo di distogliere l’attenzione della popolazione dalla guerra.

La propaganda russa nei territori occupati

Ansa | La monumentale scritta d’ingresso a Mariupol dopo il «rebranding» in chiave russa. Si nota anche l’uso delle due diverse lingue

Nel frattempo, nei territori occupati iniziano ad apparire cartelloni propagandistici che inneggiano alla loro identità russa. In quelli nelle foto qui sotto, nel territorio filorusso occupato di Lugansk, si legge: «Per un mondo senza Nazismo» e «Siamo russi! Dio è con noi». È di ieri la notizia che la monumentale scritta che accoglie chi entra nella città occupata di Mariupol, che inizialmente era colorata di giallo e blu come la bandiera ucraina, è stata sostituita con la stessa scritta in russo, colorata di rosso e blu, come la bandiera della federazione.

Foto di copertina: Lo striscione che campeggiava sul palazzo sede del partito Russia Giusta – Per la Verità, canale Telegram di Sergej Mironov

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