Usa, per frenare l’inflazione la Federal Reserve alza i tassi d’interesse dello 0,75%. È la prima volta dal 1994

La banca centrale statunitense ha rivisto anche le stime di crescita per il 2022-2023. Rispetto alle previsioni di marzo sono scese di oltre un punto percentuale

«È essenziale abbassare l’inflazione. La crescita dei prezzi è estremamente alta, ma abbiamo gli strumenti necessari per ridurla», ha dichiarato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. Parole che sono arrivate con l’annuncio che la banca centrale statunitense ha alzato di 75 punti base, ossia all’1,5-1,75 per cento, i tassi di interesse dei fondi di riserva degli istituti bancari statunitensi depositati presso la Fed stessa. È la prima volta dal 1994 che la Fed alza i tassi d’interesse per tentare di porre un freno all’inflazione, arrivata ai massimi storici negli ultimi 40 anni. La decisione è stata comunicata al termine dell’ultima riunione del Comitato Federale, che ha ha ribadito l’impegno a riportare l’inflazione al 2 per cento. Sono state riviste anche le aspettative sui possibili rialzi futuri dei tassi d’interesse. Secondo le previsioni della Fed dovrebbero raggiungere il 3,4 per cento entro la fine del 2022, per poi crescere al 3,8 per cento nel 2023 e riassestarsi al 3,4 per cento nel 2024. La banca centrale statunitense ha tagliato le stime di crescita per gli Stati Uniti, prevedendo un Pil in progressione dell’1,7 per cento sia per il 2022 sia per il 2023, mentre in precedenza aveva anticipato una crescita del 2,8 per cento per quest’anno.


Si legge in una nota del Comitato federale della Fed: «L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta causando enormi difficoltà umane ed economiche. L’invasione e gli eventi correlati stanno creando un’ulteriore pressione al rialzo sull’inflazione e stanno pesando sull’attività economica globale. Inoltre, è probabile che i blocchi legati al Covid in Cina aggraveranno le interruzioni della catena di approvvigionamento». Secondo le previsioni della banca centrale statunitense, infatti, l’inflazione Pce, ossia l’indice dei prezzi per la spesa per i consumi personali, si attesterà al +5,2 per cento alla fine del 2022, contro il +4,3 per cento previsto a marzo, mentre nei prossimi due anni è prevista un’inflazione rispettivamente del 2,6 per cento nel 2023 e del 2,2 per cento nel 2024. Dopo l’annuncio della Fed, a Wall Street il Dow Jones è salito dell’1,51 per cento a 30.823 punti, mentre l’S&P 500 del 2,12 per cento a 3.814 e il Nasdaq del 3,20 per cento a 11.175.


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