Draghi dopo l’incontro con Zelensky a Kiev: «Sì alla pace, ma l’Ucraina deve potersi difendere»

Il presidente del Consiglio ha parlato durante la conferenza stampa seguita all’incontro con il presidente ucraino

«Il messaggio più importante della nostra visita è che l’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione europea, vuole che abbia lo status di candidato e sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo. Zelensky comprende che la strada da candidato a membro è una strada, non è un punto. E’ una strada che dovrà vedere le riforme profonde della società ucraina». Queste le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa a Kiev, al termine dell’incontro con il presidente ucraino e gli altri leader europei. «Oggi è una giornata storica per l’Europa. La visita di oggi conferma inequivocabilmente il nostro sostegno incondizionato al popolo ucraino, quello dell’Europa e dei nostri alleati. Un popolo che si è fatto esercito per respingere l’aggressione della Russia e vivere in libertà. E l’Europa deve avere lo stesso coraggio che ha avuto Zelensky», ha aggiunto il premier, ricordando la «straordinaria unità» mostrata dall’Unione europea nel sostenere l’Ucraina e la «grande solidarietà» di italiani ed europei nei confronti di chi scappava dai bombardamenti. «Siamo a un momento di svolta – ha detto Draghi – nella nostra storia. Il popolo ucraino difende ogni giorno i valori di democrazia e libertà che sono alla base del progetto europeo, del nostro progetto. Non possiamo indugiare, ritardare questo processo. Dobbiamo creare una comunità di pace, di prosperità e di diritti che unisca Kiev a Roma, a Parigi, a Berlino».


«Vogliamo la pace, ma l’Ucraina deve difendersi. Qualsiasi soluzione diplomatica non può prescindere dalla volontà di Kiev, da quello che ritiene accettabile per il suo popolo. Solo così possiamo costruire una pace giusta e duratura», ha commentato il premier, affrontando anche la questione della crisi del grano, causata principalmente dal blocco delle navi ucraine da parte dell’esercito russo. «Ci sono due settimane per sminare i porti. Il raccolto arriverà alla fine di settembre e una serie di scadenze sempre più urgenti ci avvicinano al dramma inesorabilmente. Occorre creare corridoi sicuri con la massima urgenza per il trasporto sicuro del grano ed evitare una catastrofe. L’unico modo è una risoluzione dell’Onu che regoli la navigazione nel Mar Nero, ma la Russia finora lo ha rifiutato», ha detto Draghi. Poi ha aggiunto: «Abbiamo visto le atrocità commesse dalla Russia in questa guerra a Irpin che condanniamo senza esitazioni. Diamo il nostro completo sostegno alle indagini sui crimini di guerra. A Irpin ho sentito orrore e speranza, speranza per la ricostruzione e per il futuro. Noi oggi siamo qui per questo, per aiutare l’Ucraina a ricostruire il suo futuro».


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