Il Cremlino avverte il G7: «Sul prezzo del gas dovete trattare con noi». La risposta a Zelensky: «Fine della guerra? Se vi arrendete anche oggi»

Minaccia di impugnare i contratti di Gazprom il portavoce di Vladimir Putin mentre al G7 si continua a discutere del price cap su gas e petrolio russo

Arriva ancora una volta sprezzante la risposta del Cremlino ai leader riuniti in Germania per il G7 e a Volodymyr Zelensky, che proprio nel vertice di ieri a Elmau aveva esortato a «fare tutto il possibile» per «porre fine alla guerra in Ucraina entro la fine dell’anno». La guerra, infatti, può finire «prima della fine della giornata odierna», ha detto Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, se Kiev si arrende e ordina alle sue «unità nazionaliste di deporre le armi». E ha ribadito, come riporta la Tass, che Mosca non ha alcuna intenzione di retrocedere né di svelare le loro previsioni sul tempo necessario per portare a termine «l’operazione militare speciale» che, «stando alle dichiarazioni del nostro presidente Putin sta procedendo secondo i piani, raggiungendo i suoi obiettivi».


Lo scontro sul prezzo del gas

Le reazioni del Cremlino si sono rivolte poi anche ai leader europei e della Nato, il cui avanzamento verso i confini russi «va avanti da due decenni e sta continuando». Mosca è consapevole di questa minaccia, ha detto Peskov, ed è per questo che continua a lavorare a un piano di rafforzamento dei confini occidentali dai «nuovi pericoli» provenienti dalla Nato. Ulteriore beffa, il price cap sul gas paventato dai Paesi del G7. Non illudetevi, ha detto tra le righe Peskov, perché un eventuale tetto dei prezzi andrebbe discusso con il diretto interessato, ossia la Gazprom, con la quale i Paesi europei hanno firmato contratti piuttosto vincolanti. «Probabilmente cercheranno di modificare gli attuali contratti, ma ciò dovrebbe essere discusso», ha detto il portavoce.


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