Dl Aiuti, i Cinquestelle alla vigilia del vertice Draghi-Conte: «Senza accordo sul Superbonus non votiamo la fiducia»

Il ministro dei rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha chiesto il rinvio dell’esame del testo a domani

Slitta la fiducia sul decreto Aiuti dopo che è tornata la tensione in maggioranza. Ieri, 4 luglio, c’è stata alla Camera la discussione generale sul dl, e oggi è previsto il voto sugli emendamenti per avere l’ok del governo sul testo. Il ministro dei rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha chiesto il rinvio dell’esame a domani. Con l’incontro tra Draghi e Conte slittato a mercoledì – ieri il premier è dovuto correre a Canazei per la tragedia della Marmolada – è tornato a galla il rischio concreto che non si arrivi a un’intesa tra maggioranza e Movimento 5 Stelle. Stando a quanto si apprende da fonti dell’esecutivo riportate dall’Ansa, il governo starebbe pensando di non mettere la fiducia subito, con la promessa che però il provvedimento abbia l’ok entro il 15 luglio, «perché ci sono tanti destinatari che attendono le risorse».


Le tensioni sul fronte M5s

Oggi c’è stata una lunga riunione di maggioranza per provare a trovare un intesa, ma il Movimento 5 Stelle sembra intenzionato a non votare il testo nella sua interezza. Il M5s vorrebbe lasciare che i suoi deputati votino secondo coscienza su alcuni dei temi più caldi su cui discutono in Parlamento: su tutti il Superbonus e il termovalorizzatore di Roma. Stando a quanto riferiscono alcuni partecipanti alla riunione alla Camera, tra i Cinquestelle si ipotizza anche di non votare la fiducia se non verrà trovato un accordo sul Superbonus 110%. Durante la discussione di ieri alla Camera, i deputati hanno dato sfogo ai loro dubbi anche sull’inceneritore: «Non è la soluzione», aveva detto Marco Bella. «Se dobbiamo fare un inceneritore, facciamolo a Montecitorio», aveva provocato Alberto Zolezzi.


Immagine di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI

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