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La teoria del complotto di Davide Zedda (e non solo) sulla tragedia della Marmolada: «Cariche esplosive per il crollo del seracco»

06 Luglio 2022 - 12:42 David Puente
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Un giornalista pubblicista della Sardegna: «Sono state piazzate delle cariche esplosive». Prove? Nessuna, lo ammette lui stesso

«Sono state piazzate delle cariche esplosive» afferma come una certezza sulla tragedia della Marmolada il giornalista pubblicista Davide Zedda, in un post pubblicato dal suo canale Telegram dove, da ormai due anni, diffonde svariati contenuti apprezzati dal mondo del complottismo italiano. Tale teoria è stata ripresa da diversi utenti sui social, ottenendo come risultato di accusare le istituzioni di aver compiuto una strage e negare i problemi legati al cambiamento climatico.

Per chi ha fretta

  • Un giornalista pubblicista della Sardegna, Davide Zedda, sostiene con certezza che il crollo del seracco della Marmolada sia opera di cariche esplosive;
  • il giornalista non riporta alcuna prova a riguardo, ammettendo di non averne;
  • la teoria è stata poi ripresa e riproposta attraverso i social, incluso da account di falsi giornalisti.

Analisi

Ecco il testo del post pubblicato da Davide Zedda attraverso il suo canale dove conta almeno 71 mila iscritti:

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, specie se in possesso di informazioni molto chiare a questa (strana?) tragedia. Alla vigilia della dichiarazione di stato di emergenza per crisi idrica, dopo aver dimostrato con centinaia di video che la crisi non esiste, dimostrato che nel 2018 si era decisa questa crisi da far scattare nell’estate del 2022, il PNRR che apre le porte alla privatizzazione dell’acqua e alla sua quotazione in borsa, ecco che si verifica la tragedia per inchiodare l’opinione pubblica al pensiero unico del mainstream (che come ben sappiamo ed abbiamo dimostrato), è gestito dai servizi segreti. La colpa (dicono) è del caldo e del cambiamento climatico, ovviamente manipolato dalle nazioni.

Quindi?

Sono state piazzate delle cariche esplosive ed il ghiacciaio si è staccato ed è andato giù. I più attenti immagino ci siano già arrivati, chiedo a tutti di rifletterci. Arriverà il giorno che salteranno fuori le prove.

Lo stesso è stato ripreso sui social attraverso screenshot o dei copia incolla.

Le prove? Non ci sono

Il canale Telegram del giornalista si chiama «Davide Zedda (Giornalismo di inchiesta, informazione e controinformazione)», ma quanto riportato non risulta supportato dai fatti. Lo stesso lo ammette nel suo post, augurandosi di aver ragione e di veder confermata la sua teoria in futuro: «Arriverà il giorno che salteranno fuori le prove».

La finta giornalista

Circola anche questo post Facebook pubblicato sempre il 4 luglio 2022 da un “volto noto” a Open Fact-checking, ossia la falsa giornalista Stefania Piccimni (ne parliamo qui):

—– GIORNALISTA FRANCESE ACCUSA: “NESSUN CAMBIAMENTO CLIMATICO, IL CROLLO DELLA MARMOLADA CAUSATO DALLA DINAMITE” —–

Fabian Vizien, giornalista francese, accusa il Governo italiano di complotto sulla tragedia della Marmolada. Secondo il cronista transalpino non ci sarebbe nessun cambiamento climatico, che troverebbe conferma nei ghiaccai francesi perfettamente integri. A causare il crollo sarebbero state alcune cariche di dinamite. Il tutto per distogliere l’attenzione dalla pubblicazione dei recenti studi che confermano il fallimento della campagna vaccinale.

Stefania Piccimni

Non esiste alcun giornalista francese di nome Fabian Vizien che abbia dichiarato tali accuse, la foto utilizzata proviene da un sito che fornisce volti realizzati tramite l’intelligenza artificiale.

Un tweet che riprende il testo diffuso dall’account dell’inesistente giornalista Stefania Piccimni Facebook.

Il parere degli esperti

Il problema della Marmolada è noto da anni e supportato da studi. Nel 2019, uno studio pubblicato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) afferma che il ghiacciaio sarebbe sparito entro 30 anni. Uno studio successivo, pubblicato nel 2020 dall’Università di Padova, riduceva drasticamente della metà gli anni di attesa. Si tratta di stime, ovviamente, che non possono prevedere un calcolo preciso, mentre rimane un fatto chiaro e noto: il ghiaccio si sta sciogliendo.

«La sua superficie – osserva Mauro Varotto – è passata da circa 500 ettari stimati da Richter nel 1888 ai 123 ettari del 2018. Dal 2010 al 2020 la fronte è arretrata in media di 10 metri l’anno sui 9 segnali di misura»

In merito alla tragedia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche pubblica il commento del glaciologo Renato Colucci (Istituto di scienze polari del Cnr), esperto conoscitore del ghiacciaio in questione:

“Per quanto riguarda la dinamica della tragedia occorsa sulla Marmolada, possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l’inverno socrso c’è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali. Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall’Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una “pancia”: infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri.

Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c’è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base. Non siamo ancora in grado di capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute. L’atmosfera e il clima, soprattutto al di sotto dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio a causa del “nuovo” clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione”.

Intervistato da Local Team, il ricercatore dell’Istituto di Scienze Polari (Cnr) Jacopo Gabrieli parla di cambiamento climatico.

Ricordiamo che non è l’unico episodio di questo genere. Nel maggio 2022 si parlava del crollo del seracco del Gran Combin e delle vittime dello stesso.

Le indagini per disastro colposo

La procura di Trento, nel frattempo, apre un’inchiesta per disastro colposo. L’indagine è a carico di ignoti. Ciò non significa che ci sia il sospetto di un intervento umano nel crollo del seracco, così come non ci sono indagini per presunte cariche esplosive. Il reato contestato, infatti, potrebbe riguardare eventuali negligenze da parte di soggetti – non ancora identificati – che potrebbero aver compiuto mancanze tali da mettere in pericolo la sicurezza delle persone, in questo caso delle vittime del crollo del seracco. C’è la possibilità che il fatto sia dovuto ad un intervento umano, come avvenuto in passato quando degli sciatori avevano provocato una valanga uscendo dalla pista regolare e percorrendone una vietata.

Conclusioni

Il 4 luglio 2022 il giornalista pubblicista Davide Zedda pubblica sul proprio canale Telegram una sua personale certezza, ossia che a far crollare i seracco della Marmolada siano state delle cariche esplosive. A sostegno dell’accusa, il giornalista non porta alcuna prova. Al contrario, porta collegamenti privi di senso ignorando quanto viene già detto da anni riguardo ai ghiacciai da parte degli esperti in materia. Ad oggi, non vi sono prove che il crollo sia dovuto a un intervento mirato o colposo da parte di uno o più individui.

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