Covid, incidenza sopra i mille casi: ecco le nove regioni a rischio alto – Il monitoraggio Iss

Sono Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Umbria, Veneto e Toscana. In aumento anche l’indice di contagio ospedaliero.

L’incidenza dei casi ogni centomila abitanti supera la soglia dei mille in undici regioni e raggiunge quota 1.071. E l’indice di contagio Rt arriva a 1,40. Questi i dati salienti del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute sulla pandemia di Coronavirus in Italia. Che segnala anche l’incremento dell’occupazione dei reparti ordinari e delle terapie intensive negli ospedali. In base ai numeri nessuna regione è classificata a rischio basso, 12 sono classificate a rischio moderato (2 di queste ad alta probabilità di progressione), mentre 9 regioni sono considerate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza e una per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’Iss. Erano 8 la scorsa settimana. Ora sono:


  • Abruzzo
  • Emilia Romagna
  • Lazio
  • Liguria
  • Marche
  • Puglia
  • Umbria
  • Veneto
  • Toscana (con la dicitura “non valutabile”, equiparata a rischio alto).

I casi e l’indice di contagio

Secondo il monitoraggio nel periodo 15-28 giugno l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,40 (range 1,36-1,46). In aumento rispetto alla settimana precedente ed oltre la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in aumento ed anch’esso sopra la soglia epidemica.


Sono 11 le regioni che registrano questa settimana un’incidenza superiore a 1000 per 100 mila abitanti: Campania al 1482,5, Puglia al 1320,5, Abruzzo al 1291,6, Umbria al 1275,8, Lazio a 1250,9, Veneto a 1184,8, Sicilia a 1147,5 (con un ricalcolo dei dati relativi alla settimana precedente), Marche a 1133,2, Sardegna a 1125,5, Basilicata a 1101,5 ed Emilia-Romagna 1045,9.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 3,5% dal 2,6% della settimana precedente. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,3% dal 10,3%. La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve aumento (10% contro il 9% della scorsa settimana). In diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (41%), e in aumento la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (49% dal 47%).

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