Alternativa per l’Italia, il nuovo partito dell’ultracattolico Adinolfi e dell’ex CasaPound Di Stefano

Il nome è ispirato al partito di estrema destra tedesco Afd, e tra i punti principali ci sono i No a Draghi, all’obbligo vaccinale e alle politiche europeiste

In comune hanno in primis l’avversione per tutto ciò che è legato all’Unione europea. Dalla Commissione di Ursula von der Leyen a Mario Draghi, fino ai vaccini anti-Covid che l’Ue ha fornito all’Italia. E da domani faranno di quest’avversione comune uno dei principi ispiratori del loro nuovo partito. Parliamo di Mario Adinolfi, giornalista e fondatore del partito cattolico Il Popolo della Famiglia, e di Simone Di Stefano, fuoriuscito dal movimento di estrema destra Casapound e padre di Exit, fronte di strenua contestazione dell’obbligo di vaccini e Green Pass.


Si chiamerà Alternativa per l’Italia: un nome ispirato a quello del partito tedesco di estrema destra, Alternative fuer Deutschland. Sarà un partito d’opposizione a Mario Draghi: secondo fonti di stampa citate da La Repubblica, sotto il simbolo del nascituro partito i due fondatori avrebbero voluto inserire la scritta «No Draghi». «Ma il funzionario dell’ufficio elettorale ha spiegato ad Adinolfi e Di Stefano che non sarebbe stato possibile, salvo che l’interessato non li avesse espressamente autorizzati», scrive oggi Francesco Bei su La Repubblica. I due hanno comunque scelto lo slogan «No Draghi 2028» per la prossima campagna elettorale.


Il programma elettorale del nuovo partito

Domani dovrebbero presentare i dati di un sondaggio commissionato ad hoc e realizzato da BiDi Media, in base al quale Alternativa per l’Italia sarebbe già all’1,9%, con la possibilità di arrivare al 4,8%. Ma veniamo ai contenuti del programma. In una recente intervista a Luca Telese per The Post Internazionale, Adinolfi ha spiegato di essere per la cancellazione «con il Napalm» della legge 194 e del diritto all’aborto. «Abortire equivale ad assoldare un sicario per uccidere qualcuno», ha spiegato il politico, che ha poi messo in chiaro di volersi battere per vietare il divorzio, pur essendo separato come Di Stefano. «Proprio perché ho una mia esperienza di vita posso dirlo: l’Italia senza il divorzio era più bella e più sana di questa», la risposta.

Il confronto con Fratelli d’Italia

E se Draghi è il bersaglio principale dei due antieuropeisti, il competitor dichiarato è Fratelli d’Italia, a cui entrambi hanno già rimproverato lo schieramento a favore dell’Ucraina. «Quando sento Meloni pronunciare quel discorso alla convention di Vox in Andalusia, riconosco che è tutto quello in cui io credo», ha confessato Adinolfi in un’intervista al quotidiano La Verità, alludendo alla dichiarata avversione della leader di FdI per la «lobby LGBT, l’immigrazione e la finanza internazionale». E sempre nella stessa intervista, il giornalista ultracattolico avrebbe confessato un suo “sogno nel cassetto”: quello di chiamare alle armi per la sua nuova avventura politica Giuseppe Cruciani, il conduttore della Zanzara su Radio 24.

Leggi anche: