Omicidio Ciatti, Bissoultanov non si presenta all’udienza di carcerazione: ora è ricercato

Il Tribunale spagnolo ha emesso un mandato di cattura internazionale

Era atteso questa mattina al Tribunale di Girona, dove era in programma l’udienza per la carcerazione. Tuttavia, il ceceno Rassoul Bissoultanov non si è presentato. «Si deve essere spaventato», ha detto Carles Monguilod, avvocato difensore dell’uomo condannato a 15 anni di reclusione per l’omicidio di Niccolò Ciatti, all’agenzia stampa catalana Acn: «Ha paura di dover tornare in carcere». Bissoultanov sarebbe scappato senza lasciare traccia e sarebbe irriperibile da circa una settimana. Il giudice spagnolo Morales ha quindi disposto un mandato di cattura internazionale. Il 12 agosto del 2017 Bissoultanov aveva colpito con un calcio alla tempia il 22enne Ciatti uccidendolo durante una rissa in discoteca a Lloret de Mar, in Spagna. Nonostante l’accusa avesse chiesto 24 anni di carcere, Bissoultanov è stato condannato a 15 anni. Oggi il giudice Morales avrebbe dovuto decidere i tempi della permanenza in carcere di Bissoultanov, in attesa della sentenza definitiva. L’uomo è in prigione già da 4 anni. «Era chiaro che sarebbe scappato», ha commentato Luigi Ciatti: «È sempre stato tra i nostri timori. Questo è la dimostrazione che è un assassino». Con un post su Facebook, il padre di Niccolò ribadisce la propria contrarietà verso la decisione del Tribunale spagnolo: «Forse così bravo come veniva descritto nella sentenza non lo è».


I commenti della politica italiana

Anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha commentato la notizia della fuga di Bissoultanov. «È una seconda e ingiusta pugnalata», scrive in un tweet: «Dimostra la totale malafede e inaffidabilità di quell’individuo». Le reazioni da parte dei politici si sono poi susseguite nel corso della giornata. Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega, ricorda come «Bissoultanov già aveva tentato la fuga nell’agosto 2021». Infine, Cosimo Maria Ferri, componente della commissione Giustizia alla Camera dei deputati, chiede un intervento da parte della ministra Marta Cartabia: «Ritengo che il nostro governo debba pretendere giustizia e dimostrare vicinanza concreta alla famiglia».


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