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Crisi di governo, Fedriga non firma l’appello per Draghi: «Lo stimo ma dobbiamo capire cosa vuole fare»

18 Luglio 2022 - 15:06 Redazione
Anche i parlamentari leghisti che ricoprono l'incarico di sindaci hanno deciso di non firmare l'appello: «Non ha molto senso»

«Non posso utilizzare il mio ruolo istituzionale per fare firme». Così il governatore del Friuli Venezia-Giulia Massimiliano Fedriga ha commentato l’appello che sta circolando tra i sindaci italiani per chiedere a Mario Draghi di restare a Palazzo Chigi. Una prospettiva che Lega e Forza Italia hanno già dichiarato difficile, almeno fino a quando i Cinque Stelle rimarranno nella maggioranza: «Mi sembra che la Lega e anche Forza Italia abbiano detto con chiarezza che con i Cinque Stelle questa maggioranza sarebbe instabile. Questo non può essere il momento delle polemiche ma della responsabilità e a questa voglio attenermi».

Tre mandati da deputato e governatore del Friuli dal 2018, Fedriga è iscritto alla Lega dal 1995. A margine di un incontro a Trieste ha spiegato anche che prima di definire nuove strategie bisogna capire cosa vuole fare Mario Draghi: «Per quella stima che ho nei suoi confronti, noi dobbiamo capire cosa vuole fare rispetto a una situazione vergognosa e incresciosa che si è creata con il non voto del M5S alla fiducia. Prima di tutto quindi il presidente deve dire le intenzioni che ha, perché capisco la situazione devastante che c’è stata per la maggioranza, dopodiché si valuterà rispetto alle volontà di Draghi».

Le raccolte firme e le critiche del centrodestra

Tutto era partito con undici firme, tutte di sindaci. Poi la raccolta si è allargata: l’appello su Change.org promosso da Italia Viva ha superato le 95 mila firme, mentre quelle dei sindaci hanno superato quota mille. Non senza qualche incidente. Tra i primi firmatari ad esempio c’era Marco Bucci, sindaco di Genova eletto con i voti centrodestra. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha criticato questa campagna: «Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l’appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall’Italia reale vadano avanti imperterriti».

Anche la Lega ha bloccato la firma dell’appello. Nelle scorse l’agenzia stampa Adnkronos ha raccolto le voci dei parlamentari leghisti che ricoprono anche la carica di sindaci. «Firmare per una riedizione di governo con il M5S e con chi fa solo teatrini non ha molto senso», ha spiegato Alberto Stefani, primo cittadino di Borgoricco in provincia di Padova. O ancora Guglielmo Pepe, sindaco di Tolve in provincia di Potenza: «Io non l’ho firmato fra l’altro quel testo non l’ho neanche ricevuto. In ogni caso io sottoscrivo quanto detto dal mio segretario è ora di finirla con i teatrini, siamo pronti a fare quanto serve per il bene del Paese».

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