Dopo aver incassato il voto di fiducia al Senato sul Dl aiuti, con 172 voti favorevoli, 39 contrari e l’astensione di tutto il M5s, inclusi i ministri pentastellati, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha lasciato Palazzo Chigi per salire al Quirinale per discutere con il presidente Mattarella, che in queste ore è alle prese con il tentativo di scongiurare il rischio di dimissioni del premier. Il presidente del Consiglio ha finora dichiarato di non essere disponibile a formare una nuova maggioranza senza i Cinque Stelle, non è chiaro se accetterà di fare una verifica dell’attuale maggioranza, ammesso (ma non concesso) che tutti gli altri partiti sostengano questa strada. Quanto al voto a Palazzo Madama, nessun senatore del M5s ha partecipato al voto, inclusi i ministri pentastellati, risultando assenti sia alla prima sia alla seconda chiama, in linea con quanto dichiarato dal leader Giuseppe Conte, che aveva preannunciato che il M5s avrebbe negato il sostegno al provvedimento, ufficializzando così la crisi del governo Draghi.
L’intervento più atteso è stato quello della capogruppo del Movimento, Mariolina Castellone che ha annunciato il non voto in aula: «Dire che si indebolisce il governo quando si vuole definire con chiarezza la propria linea politica è falso. Bisogna intervenire sulla crisi economica e sociale del paese. Irresponsabili non siamo noi è chi non dà risposte al paese. Il governo Conte II cadde per mano di chi oggi parla di responsabilità ma all’epoca non si fece scrupoli a non votare il Pnrr in Consiglio dei ministri rifiutando di fatto 209 miliardi di euro».
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