Botta e risposta Meloni – Salvini sulla premiership del centrodestra: «Senza accordo, alleanza inutile». Il leader della Lega: «Chi ha un voto in più lo indica»

La leader di FdI: «Letta ha ragione, la scelta sarà tra noi e il Partito Democratico»

In vista delle elezioni del 25 settembre, Giorgia Meloni non ha intenzione farsi rigirare dagli alleati del centrodestra come La bambola di Patty Pravo. Forte della sua posizione nei sondaggi, la leader di Fratelli d’Italia ribadisce, ancora una volta, le sue condizioni per poter correre assieme a Salvini e Berlusconi, in una campagna elettorale carica di reciproci sospetti interni. «Se non dovessimo riuscire a metterci d’accordo sul nodo della premiership non avrebbe senso andare al governo insieme», spiega Meloni in un’intervista che andrà in onda in serata sul Tg5. E la leader di FdI aggiunge: «Confido che si vorranno confermare, anche per ragioni di tempo, regole che nel centrodestra hanno sempre funzionato, che noi abbiamo sempre rispettato e che non si capisce per quale ragione dovrebbero cambiare oggi».


Tra i criteri a cui fa riferimento Meloni c’è l’uso dei sondaggi per la suddivisione tra gli alleati di coalizione dei seggi uninominali, ma soprattutto la “regola aurea” per cui il leader del partito che prenderà più voti all’interno della coalizione salirà al Colle per farsi dare l’incarico di premier. Il leader del Carroccio le ha prontamente risposto, ripetendo quanto già detto nelle scorse ore: «Lasciamo a sinistra litigi e divisioni: per quanto ci riguarda, siamo pronti a ragionare con gli alleati sul programma di governo partendo da tasse, lavoro, immigrazione e ambiente: chi avrà un voto in più, avrà l’onore e l’onere di indicare il premier». La Lega di Salvini e Forza Italia sono consapevoli di essere in affanno di rispetto a Fratelli d’Italia, e infatti sono alla ricerca di altri alleati, tra cui l’Udc di Lorenzo Cesa, Noi con l’Italia e Coraggio Italia, che potrebbero sostenere l’asse che sbarrererebbe la strada verso Chigi a Meloni.


Il retroscena sul nervosismo nel centrodestra nella contesa della leadership

Ma dietro a questo scontro interno al centrodestra ci sarebbe anche un retroscena secondo cui la scelta di Meloni come candidata alla presidenza del Consiglio potrebbe portare meno voti alla Lega di Salvini, a causa dell’effetto band wagon, per cui gli elettori potrebbero scegliere chi è dato già per favorito alla vittoria. Per Forza Italia, oltre a questo aspetto, è da tenere in considerazione che la scelta della leader di FdI potrebbe portare meno voti agli Azzurri, in particolare alla fascia più moderata degli elettori di FI, che potrebbero dunque virare le proprie preferenze su altri partiti, sulla scia di quel che sta già accadendo all’interno del partito con l’uscita degli esponenti più vicini all’area governista di Mario Draghi, o comunque più moderati rispetto alle posizioni di Lega e FdI. E proprio per far fronte a questa situazione interna, per il tardo pomeriggio di mercoledì 27 luglio, è previsto un incontro tra Meloni, Salvini e Berlusconi alla Camera.

Meloni: «Letta ha ragione, la scelta sarà tra noi e il Partito Democratico»

E Meloni, per pungolare i propri alleati di coalizione, lancia una frecciata a Carroccio e Azzurri, sostenendo che il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha ragione a sostenere che alle prossime elezioni i due principali sfidanti saranno Fratelli d’Italia e il Pd, come dichiarato dal dem nei giorni scorsi. Ma Meloni precisa: «Non ho bisogno dei regali di Letta, né dei loro riconoscimenti, ma Letta fotografa la realtà quando dice che bisognerà scegliere tra Fratelli d’Italia e il Pd: sono i due principali partiti che si confronteranno in queste elezioni in un sistema che potrebbe tornare bipolare».

E la leader di FdI aggiunge: «Considero questa una buona notizia perché nel bipolarismo si confrontano identità: centrodestra contro centrosinistra, progressisti contro conservatori: questo è lo scontro e gli italiani sceglieranno da che parte stare». In qualsiasi caso Giorgia Meloni non intende farsi mettere all’angolo da nessun partito, neanche dai dem. E anzi corre, corre velocemente in solitaria, in quella che a suo dire sarà una «campagna elettorale violentissima». «Non ci facciamo intimidire – prosegue la leader di FdI -. E penso anche che la sinistra abbia bisogno di inventare una macchina del fango contro di noi perché non può dire niente di concreto e di vero. Noi non abbiamo bisogno di inventare una macchina del fango contro di loro perché possiamo banalmente raccontare i disastri che hanno prodotto in Italia negli ultimi 10 anni al governo».

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