Quanto costa a Pd e Calenda il no all’alleanza: «Ma se fanno l’accordo Forza Italia e Lega brindano»

Se Azione va da sola fino a 25 seggi in meno nell’uninominale. Secondo Renzi una corsa solitaria attirerebbe più voti dal centrodestra

Dai 16 ai 25 seggi. Questo costerebbe al Partito Democratico e ad Azione un mancato accordo sull’alleanza elettorale. Che metterebbe a rischio la vittoria del centrosinistra in collegi uninominali che fino a ieri erano più o meno sicuri. Oggi è in programma l’incontro decisivo tra Enrico Letta e Carlo Calenda. Sarà presente anche Benedetto Della Vedova per +Europa. Mentre la prospettiva di andare da solo è ancora presente in Azione. Perché si pensa che in questo modo sarà più facile intercettare eventuali voti del centrodestra in uscita. Tanto che nel frattempo anche Matteo Renzi avverte: «Se Letta e Calenda fanno l’accordo Forza Italia e Lega brindano».


Per cosa litigano Letta e Azione

L’unico punto di contrasto noto riguarda le candidature. Le condizioni poste da Calenda riguardano i collegi uninominali: per non scoraggiare i suoi elettori, Azione non vuole come candidati Luigi Di Maio, il segretario di Sinistra Italia Nicola Fratoianni e il coportavoce dei Verdi Angelo Bonelli: «Se la risposta sarà ‘No’ allora, caro Enrico Letta, la responsabilità della rottura sarà interamente tua», sostiene Calenda. Il segretario del Pd replica con un appello: «Si proceda, senza veti reciproci, a costruire un’alleanza», perché «ogni divisione rappresenterebbe un regalo alla destra´. Poi la risposta sui candidati bocciati dal leader di Azione: «Questo tema del dare diritto di tribuna alle diverse anime del centrosinistra non è da dileggio o da prenderci in giro», perché «l’impegno del Pd è costruire alleanze che siano larghe e che ci consentano di essere forti e competitivi: noi vogliamo vincere, non partecipare».


I sondaggi

Poi ci sono i sondaggi. Azione e + Europa sono stimati al 4,4% in coalizione col Pd, secondo YouTrend. Al 3,3% fuori dal centrosinistra. Ma una mancata alleanza costerebbe 16 collegi a centrosinistra e Azione/+Europa. Sempre secondo questi calcoli gli 11 collegi alla Camera che finirebbero al centrodestra coprirebbero zone di Roma, Milano, Torino, due liguri (Genova inclusa). Gli altri quattro sono situati tra Toscana e Romagna. I 4 collegi al Senato che finirebbero al centrodestra sono quello di Trento, di Ravenna e due dei tre uninominali di Roma. Dalle parti del Nazareno hanno numeri ancora più nefasti. «Senza Azione si rischia in 20-25 collegi che diventano ballerini», si dice in area Pd secondo quanto riporta il Corriere della Sera.

Il dietrofront

Mentre la sondaggista Alessandra Ghisleri di Euromedia Research dice che a Calenda conviene andare da solo se vuole provare a promuovere il suo partito, ma così sconterà un risultato scarso all’uninominale. Mentre al Pd conviene di sicuro l’alleanza: «Al centrosinistra serve la maggiore alleanza possibile. Ma allo stesso tempo deve passare un messaggio coerente, altrimenti si rischia l’ammucchiata». In mattinata, quando Letta ha riunito la segreteria, si avvertiva un clima di fastidio verso gli aut aut di Azione. Letta lo ha esternato proprio, incontrando i sindaci dem: «Con Calenda ci siamo incontrati tre giorni fa e ci siamo messi d’accordo su una strada che poi è stata fatta saltare. Io sono abituato che se do la mano poi si va avanti, invece se tutto salta allora stringersi la mano non significa niente». Un dietrofront definito «grave» al Nazareno.

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