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«Questo non è il tuo show»: così una giudice ha fatto a pezzi il più grande complottista d’America – Il video

Il fondatore di InfoWars è stato denunciato dalle famiglie dei bambini morti a Sandy Hook, nella strage definita da Jones una "bufala del governo"

Non solo ha perso suo figlio nella sparatoria alla scuola elementare di Sandy Hook, ma ha dovuto anche affrontare i complottisti che bollavano la strage come una «bufala». La sua vita è diventata un «inferno» anche a causa dei siti di disinformazione, come InfoWar: per questo Scarlett Lewis ha ieri confrontato in tribunale il guru dei cospirazionisti, Alex Jones. Il processo è stato intentato dalle famiglie delle vittime che, nel 2012, vennero brutalmente massacrate dal giovane Adam Lanza. Quel giorno morirono 26 persone, di cui 20 bambini. Jones, tuttavia, ha per anni bollato l’episodio come una «bufala del governo», definendo i familiari delle vittime come semplici «attori»: ieri, per la prima volta, ha ammesso di aver sbagliato. Nella sua nuova versione, l’attacco è stato «vero al 100%».

I guai finanziari

Jones ha affermato di aver creduto alla teoria del complotto perché vittima di «una forma di psicosi». Brusca inversione di rotta rispetto alla teoria che ha diffuso negli ultimi dieci anni: probabilmente è stato impossibile continuare a mentire guardando negli occhi Scarlett Lewis, oppure si è fatta sentire la paura per il risarcimento di 150 milioni di dollari che la famiglia ha chiesto a lui e al portale che ha fondato. Per non dover fronteggiare i suoi debiti, la società madre di Infowars, Free Speech Systems, ha dichiarato bancarotta la scorsa settimana.

Il processo, d’altronde, non sembra star prendendo una piega molto positiva per Jones: tutto sembra remare contro di lui, anche il suo stesso avvocato. Ieri, in tribunale, il teorico del complotto è impallidito quando ha scoperto che il legale ha accidentalmente inviato alla controparte messaggi e mail che provano come sia colpevole di falsa testimonianza. Jones avrebbe dunque mentito sapevo di mentire: sorprendente.

«Questo non è il suo show»

«Sembra assurdo doverle ricordare che deve dire solo la verità mentre rilascia una testimonianza, eppure eccomi qua: deva dire solo la verità. Questo non è il suo show»: così la giudice Maya Guerra Gamble, in tribunale, ha messo all’angolo l’imputato. «Credo che quello che ho detto sia vero, quindi io non…» ha balbettato Jones. Ma la risposta della giudice è lapidaria: «Sì, lei crede che tutto ciò che dice sia vero, ma non lo è. Le sue credenze non rendono qualcosa vero. Ecco perché siamo qui».

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