Nuovi attacchi russi vicino Zaporizhzhia, l’accusa di Kiev. Da Mosca l’ipotesi di spegnere la centrale nucleare

Dal Cremlino cresce la pressione sull’Aiea perché sia svolta un’ispezione della struttura in tempi brevi, non oltre la fine di agosto

Ancora bombe vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: lo rende noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Valentyn Reznichenko. A causa dei ripetuti bombardamenti, il governo della regione di Zaporizhzhia starebbe valutando la possibilità di interrompere l’attività dell’omonima centrale nucleare: lo ha rivelato il rappresentante permanente della Russia presso le Organizzazioni internazionali a Vienna, Mikhail Ulyanov. Secondo Ulyanov, a sganciare le bombe sarebbero state le forze ucraine. Secondo le fonti di Kiev, invece, le forze russe avrebbero attaccato nella scorsa notte con fuoco di artiglieria la cittadina ucraina di Marhanets, nella regione di Dnipropetrovsk (sud).


Reznichenko parla di 30 proiettili scagliati contro gli appartamenti di Marhanets, che avrebbero ferito un uomo di 69 anni, danneggiando seriamente oltre 10 case unifamiliari e una rete elettrica. Sempre nella regione di Dnipropetrovsk, sarebbero stati presi di mira anche i distretti di Nikopol e Kryvyi Rih. Accuse incrociate tra le due Nazioni, seguendo quella che ormai è diventata l’abitudine. Lo scorso 11 agosto, un nuovo attacco vicino la centrale di Zaporizhzhia aveva dato vita all’ennesimo botta e risposta tra Kiev e i filorussi nel Donbass. Secondo Vladimir Rogov, membro del consiglio dell’amministrazione russa della regione in cui si trova la centrale, l’aggressione era partita dall’esercito ucraino.


L’ente nazionale per l’energia ucraino, Energoatom, invece, ha accusato delle esplosioni la Russia che sarebbe responsabile di cinque raid avvenuti vicino ad un deposito di sostanze radioattive. L’impianto di Zaporizhzhia è stato sequestrato delle truppe russe all’inizio di marzo. «C’è un catalogo di cose che non dovrebbero mai accadere in nessun impianto nucleare», aveva avvertito il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), Rafael Grossi. «La situazione è molto fragile. Ogni principio di sicurezza nucleare è stato violato in un modo o nell’altro e non possiamo permettere che questo continui».

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