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Cina, riprese le esercitazioni militari attorno a Taiwan. Il ministero della Difesa: «È una risposta alle provocazioni degli Stati Uniti»

L’annuncio è arrivato dopo che una delegazione del Congresso degli Stati Uniti ha fatto visita a Taipei

Il copione sembra ripetersi. Il 2 agosto la speaker della Camera del Congresso degli Stati Uniti Nancy Pelosi è andata in visita a Taiwan. Una scelta che è stata letta dalla Cina come un aperto atto di provocazione, anche se il viaggio non era stato organizzato direttamente dalla Casa Bianca. Con la visita erano coincise pesanti esercitazioni militari organizzate da Pechino attorno all’isola. Ora la replica. Un gruppo di parlamentari degli Stati Uniti guidati dal senatore Ed Markey sono arrivati in visita a Taipei e la Cina ha iniziato nuove esercitazioni militari attorno all’isola di Taiwan, «deterrente» contro Washington e Taipei.


Il giornalista William Yang, corrispondente dall’Asia per DW News ha tradotto il comunicato diffuso dal ministro della Difesa di Pechino Wu Qian, per il quale Taiwan «è della Cina e non è consentita alcuna interferenza straniera». La visita della delegazione statunitense non solo «viola in modo flagrante il principio della “Unica Cina” e i tre comunicati congiunti sino-americani, la sovranità e l’integrità territoriale della Cina», ma invia «un segnale sbagliato alle forze separatiste dell’indipendenza di Taiwan ed espone del tutto il vero volto degli Stati Uniti come disgregatori e distruttori di pace e stabilità nello Stretto di Taiwan».


«Avvertiamo gli Stati Uniti e le autorità del Partito democratico progressista (al potere a Taipei, ndr) che usare Taiwan per controllare la Cina» è un tentativo «destinato al fallimento», così come «affidarsi agli Stati Uniti per cercare l’indipendenza è destinato a fallire», continua la nota della Difesa cinese. Ogni tentativo o atto che «va contro la tendenza della storia, va contro la volontà dell’intero popolo cinese e ostacola il processo di riunificazione della Cina finirà inevitabilmente con un fallimento». L’Esercito popolare di liberazione, conclude, «ha continuato ad addestrarsi e a prepararsi alla guerra, a difendere con determinazione la sovranità nazionale e l’integrità territoriale e a distruggere con forza qualsiasi forma di separatismo di indipendenza di Taiwan e di tentativi di interferenza straniera».

«La riunificazione è l’indistruttibile volontà del popolo cinese»

Sulle stesse note il ministro degli Esteri Wang Wenbin, per il quale «alcuni politici negli Usa sono all’unisono con le forze separatiste dell’indipendenza di Taiwan, cercando di sfidare il principio della “Unica Cina“, ma sono destinati al fallimento». «Il senatore Markey e il suo partito, in disprezzo delle solenni rappresentazioni e della ferma opposizione della Cina, hanno insistito per visitare la regione cinese di Taiwan, violando palesemente il principio della Unica Cina e le disposizioni dei tre comunicati congiunti sino-americani, nonché la sovranità e l’integrità territoriale della Cina, cercando l’indipendenza di Taiwan», ha affermato Wang nel suo briefing quotidiano.

La riunificazione della Cina è «una tendenza storica irresistibile e l’indistruttibile volontà comune del popolo cinese». Non solo: «È il consenso generale della comunità internazionale, la norma fondamentale delle relazioni internazionali ed è anche la base politica per l’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Usa e per lo sviluppo delle relazioni bilaterali», aggiunge la nota. Esortando ancora una volta gli Stati Uniti a rispettare gli impegni presi e a gestire «le questioni relative a Taiwan in modo prudente e corretto», evitando «strade sbagliate che falsificano, svuotano e distorcono il principio della Unica Cina» e di minare «la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan».

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