La nota di Dario Fabbri sul mondo che cambia: Perché Russia e Occidente si dividono su Gorbaciov e quale giudizio ne avrà la storia – Il video

Ogni settimana il direttore della rivista «Domino» approfondisce in meno di 3 minuti i fatti più importanti dell’attualità internazionale

Il 30 agosto è morto all’età di 91 anni Mikhail Sergevic Gorbaciov, l’ultimo grande leader dell’Unione Sovietica. Figura che divide Russia e Occidente. Perché? E soprattutto, che giudizio ne avrà la storia? Lo analizza a Open Dario Fabbri, nella nona puntata della videorubrica La nota sul mondo che cambia, in cui ogni settimana si dedica ad analizzare la notizia geopolitica più rilevante. «L’ostilità del popolo russo a Gorbaciov è dovuta al fatto che è stato colui che ha gestito il declino dell’impero sovietico, ovvero la fine del momento più alto della storia imperiale russa», spiega il direttore di Domino. In Occidente, invece, Gorbaciov è considerato un grande protagonista del ‘900 e gli si attribuisce il merito di aver riformato l’Unione Sovietica in senso libertario, soprattutto dal punto di vista dei diritti politici. Il dibattito si divide in particolar modo tra chi considera le riforme di Gorbaciov «scelte genuine» e chi le vede come un tentativo di «salvare il salvabile», in cui avrebbe barattato il declino imperiale per condizioni di vita migliori degli abitanti. Un tentativo che è poi fallito. Ora, di fronte alla sua morte, «il giudizio degli storici su Gorbaciov si giocherà sulla scelta tra la genuinità e la strumentalità delle scelte politiche che fece l’ultimo leader dell’Unione Sovietica», conclude Fabbri.


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