Espulso 13 volte, torna in Italia per amore: la giudice lo assolve

Emiliano Fejzo vuole stare vicino alla compagna gravemente ammalata. Il tribunale gli dà ragione

Emiliano Fejzo, cittadino albanese di 39 anni, ha un bel record di cui fregiarsi. È stato infatti espulso dall’Italia per ben 13 volte. E per 13 volte è tornato nel Belpaese. Stabilendosi a Sant’Ilario d’Enza in provincia di Reggio Emilia, dove risiede la sua fidanzata. L’ultima violazione risale al 2019. E, secondo il suo racconto, ha buoni motivi a cui appoggiarsi. La sua compagna, Alina, ucraina di 57 anni, con permesso di soggiorno a tempo indeterminato, è gravemente malata. «Io e lei ci siamo conosciuti in Italia una ventina di anni fa. Alina soffre di una malattia degenerativa – ha raccontato davanti al giudice Cristina Beretti secondo quanto riporta il Resto del Carlino -. Nel giugno di tre anni fa fui costretto all’ultimo rimpatrio: mi caricarono sull’aereo a Milano e arrivai in Albania. Ma dopo un paio di giorni lei mi telefonò: ‘Sto male’. Non ci pensai due volte: il giorno dopo salii su un barcone e rientrai a Sant’Ilario, per starle vicino».


La malattia di Alina e le espulsioni di Emiliano

Due mesi dopo il suo ultimo rientro in Italia da clandestino i carabinieri lo hanno arrestato. Fejzo ha successivamente trovato il modo per regolarizzare la sua posizione e ha ottenuto il permesso di soggiorno. Ma in febbraio è finito di nuovo in galera. Per scontare gli anni a cui è stato condannato per i reati di rientro illegale in Italia, resistenza a pubblico ufficiale, false generalità e tentato furto. Per l’ultimo rientro il pubblico ministero ha chiesto un anno di pena. L’avvocata Sarah Dell’Accantera ha prodotto i certificati che attestano la malattia della compagna. E la giudice Beretti alla fine lo ha assolto. Perché «il fatto non costituisce reato», visto che lei «ha un’invalidità civile al 100% e non lavora. «Dopo la condanna definitiva di Fejzo, abbiamo fatto un incidente di esecuzione per far mettere in continuazione i reati, ottenendo che la pena scendesse intorno ai 2 anni», spiega l’avvocata. La regolarizzazione potrebbe avvenire attraverso il matrimonio: «Fajzo aveva trovato lavoro presso na ditta edile, ma non aveva i documenti per stare in Italia. Ora vorrebbe sposarsi per avere il permesso di soggiorno per motivi familiari, per il quale serve il nulla osta dell’ambasciata albanese, che dura tre mesi».


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