London Bridge, cosa è e come funziona il piano da attuare quando muore la Regina Elisabetta II

Il piano esiste dagli anni ’60 e coinvolge il governo, la polizia metropolitana di Londra, le forze armate del Regno Unito, la Chiesa d’Inghilterra e i parchi reali di Londra

«London Bridge is down», «Il ponte di Londra è caduto». É questa la frase in codice che comunica la morte della Regina Elisabetta II. Buckingham Palace, infatti ha pronto un piano ben preciso per i giorni successivi alla morte della 96 enne regina al trono dal 1953, le cui condizioni di salute sono peggiorate repentinamente nella giornata di oggi. L’insieme di queste operazioni è chiamato, appunto, «Operazione London Bridge». Il piano esiste dagli anni ’60 e coinvolge il governo, la polizia metropolitana di Londra, le forze armate del Regno Unito, la Chiesa d’Inghilterra e i parchi reali di Londra.


Il D-Day, il giorno della morte

Il giorno della morte viene chiamato D-Day, quelli successivi D+1, D+2, D+3, e così via. Appena avvenuto il decesso, il segretario privato del primo ministro – Sir Christopher Geidt – effettua numerose chiamate per informare dell’evento gli interessati. Il primo ad essere informato è il capo del governo, attualmente la neoeletta Liz Truss. Arriva poi il turno del segretario di gabinetto e dei ministri e dei funzionari più anziani. A questo punto, la premier può procedere ad informare l’ufficio del consiglio privato, l’organo che per conto del monarca coordina l’operato del governo. Sarà invece il ministro degli esteri ad occuparsi di avvisare i governi delle 51 Nazioni membri del Commonwealth britannico di cui la regina è a capo. A questo punto può essere rilasciata una nota alla Press Association – l’agenzia stampa nazionale del Regno Unito. Tutti i canali della Bbc cessano le proprie trasmissioni e vengono sintonizzati su Bbc News che segue in diretta lo sviluppo degli eventi. I conduttori Tv vestono a lutto, con abiti neri. La programmazione musicale nell’attesa delle trasmissioni è sobria e inoffensiva. Di fronte a Buckingham Palace viene appeso un cartello che informa della «caduta del ponte». Entro un’ora dalla morte il Parlamento si riunisce per ascoltare il messaggio della prima ministra alla Camera dei Comuni.


La proclamazione del nuovo sovrano

All’indomani della morte della sovrana si riunisce il Consiglio di Successione che proclama il nuovo monarca, il primo in successione è attualmente il Principe Carlo. Dopo la proclamazione, un cannone posizionato all’Hyde Park di Londra effettuerà 41 spari a salve per annunciare l’evento. Il Parlamento si riunirà quindi per giurare la fedeltà al nuovo sovrano che poi partirà per un viaggio di tutto il Paese nel quale si mostrerà ai sudditi.

I funerali

Se Elisabetta morisse a Balmoral, in Scozia, dove si trova attualmente, e non a Londra, la sua salma verrà inizialmente esposta alla Cattedrale di Edimburgo, dando inizio alla cosiddetta Operazione Unicorno. Da lì la bara viaggerà fino alla capitale sul treno reale (se possibile, altrimenti in aereo). Il feretro verrà quindi esposto nella sala del trono del palazzo per quattro giorni. Successivamente la salma passerà altri quattro giorni nella Westminster Hall del Palazzo di Westminster, la sede del parlamento britannico. Al nono giorno dalla morte l’arcivescovo di Canterbury celebrerà il funerale all’Abbazia di Westminster. Mentre la defunta entrerà nella chiesa, l’intero Paese dovrà osservare rigoroso silenzio. A quel punto la bara verrà sepolta in un tomba già pronta nella Cappella di San Giorgio. L’Operazione London Bridge prevede che il Principe Carlo, primogenito di Elisabetta, lasci cadere sulla tomba una manciata di terra contenuta in una coppa d’argento.

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