Emergenza costo dell’energia. I ministri competenti dei Paesi Ue, riunitisi a Bruxelles in un Consiglio straordinario, esortano la Commissione europea a fare delle proposte entro metà settembre per «limitare l’impatto eccezionale dei prezzi elevati del gas sull’elettricità, sui mercati all’ingrosso e sui clienti». Nella bozza delle conclusioni del vertice si parla anche di impiego necessario di «strumenti di liquidità di emergenza» per le utility alle prese con la volatilità del mercato. I ministri, inoltre, invitano «la Commissione a esaminare le opzioni su come utilizzare il mercato delle emissioni Ue – Ets – per far fronte all’attuale prezzo elevato dell’elettricità, ribadendo al contempo i propri impegni a raggiungere in modo economicamente vantaggioso gli obiettivi di taglio delle emissioni di gas a effetto serra concordati», riporta l’Ansa. Assente dal documento la questione del price cap sul gas, così come non ci sarebbe alcun accordo sul disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’energia elettrica.
Il tema del price cap potrebbe essere affrontato al prossimo Consiglio Ue dei capi di governo, previsto per il 6 ottobre, ma al momento sono ancora forti le contrarietà di Ungheria, Slovenia, Austria, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e, soprattutto, della Germania. Sulla questione si è espresso anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «La crisi sta mettendo in grave preoccupazione famiglie e imprese e di fronte a questo sconsiderato aumento delle tariffe energetiche l’Italia ha già proposto quattro mesi fa il price cap che altri paesi hanno iniziato ora a seguire. È urgentissimo procedere superando le ultime resistenze: significa porre le famiglie italiane al riparo dalle speculazioni. A questo si aggiunge l’opera dell’Italia di affrancamento dal gas russo. L’Italia sta velocemente procedendo per diventare del tutto indipendente dal gas russo».
Un’altra richiesta inserita nella bozza del Consiglio straordinario riguarda gli aiuti di Stato. A Bruxelles viene chiesto di «estendere e ampliare almeno fino al 31 dicembre 2023» il quadro temporaneo di crisi sugli aiuti di Stato per sostenere le aziende colpite dal caro energia. Probabile anche la definizione di un limite ai profitti delle società che producono energia a basso costo e su un contributo di solidarietà per i fornitori di energia fossile. Intanto, il commissario Ue dell’Economia, Paolo Gentiloni, è intervenuto sul tema durante la conferenza stampa finale dell’Eurogruppo di Praga. «Aumentare il risparmio energetico, aumentare l’efficienza energetica e lo sviluppo di fonti di energia alternative fanno tutti parte della soluzione. Come sapete, la Commissione sta lavorando a un intervento di emergenza, con l’obiettivo finale, ovviamente, di allentare la pressione su famiglie e imprese. La Commissione intende presentare proposte concrete la prossima settimana – ha assicurato Gentiloni -. I prossimi mesi saranno difficili, ma siamo preparati e gestiremo le sfide future».
La plenaria dell’europarlamento
Dal 12 al 15 settembre, a Strasburgo, l’europarlamento vivrà uno dei momenti più importanti dell’anno: in queste giornate di plenaria, Ursula von der Leyen terrà il discorso sullo Stato dell’Unione. Precisamente mercoledì 14 settembre, alle ore 9, la presidente della Commissione farà il punto su alcune delle tematiche di più stringente attualità. Parlerà di guerra in Ucraina, crisi energetica, inflazione, crisi climatica e stato di diritto in alcuni Paesi membri. Occhi puntati sulla questione ungherese. In agenda, poco dopo l’intervento di von der Leyen, è prevista una discussione incentrata esclusivamente sul Paese guidato da Viktor Orbán: «Esistenza di un evidente rischio di violazione grave da parte dell’Ungheria dei valori su cui si fonda l’Unione» è il titolo del dibattito. A proposito di caro bollette la Commissione farà le sue proposte martedì 13 settembre, ma la responsabilità di una scelta sulle misure più impattanti, come quella del price cap al prezzo del gas, sarà lasciata ai capi di Stato e di governo. Si riuniranno in un vertice informale, a Praga, il 6 e il 7 ottobre, e in un Consiglio europeo formale a Bruxelles il 20 e il 21 ottobre.
«Sarebbe stato utile avere un governo non dimissionario durante questi incontri. Ci avrebbe aiutato a far valere la posizione italiana sul tema del tetto al prezzo del gas», afferma Brando Benifei, capodelegazione del Pd all’europarlamento, durante il briefing di confronto pre-plenaria. Susanna Ceccardi, eurodeputata della Lega, invita a non avere un approccio ideologico in materia di energia e ambiente. E attacca: «È colpa di alcuni Paesi come Paesi Bassi e Germania se non si è ancora trovato un accordo sul price cap». Pietro Fiocchi, Fratelli d’Italia, riassume così la posizione del suo gruppo: «Cerchiamo di non essere troppo ambientalisti. Serve pragmatismo». Mentre Tiziana Beghin, del Movimento 5 stelle, fa una critica aspra nei confronti dell’Europa: «L’Unione non si sta facendo trovare pronta mentre i cittadini hanno bisogno urgente di risposte. La proposta della Commissione sul tema energia, per il M5s, è inadeguata. Noi chiediamo un Energy Recovery Fund e uno stoccaggio comune del gas. Al di là di questo, difficilmente riusciremo a dare risposte alle famiglie in difficoltà».
Leggi anche: