Giuliano de Seta: lo studente morto schiacciato da una lastra di ferro durante uno stage

Oggi il flash mob degli Studenti Medi davanti al ministero dell’Istruzione

Si chiamava Giuliano de Seta lo studente di 18 anni morto schiacciato da una lastra di metallo durante uno stage alla Bc Service. L’azienda specializzata nella piegatura dei metalli opera a Noventa di Piave in provincia di Venezia. Secondo la ricostruzione si trovava da solo nel pressi di un macchinario quando una lastra di ferro si è staccata da un cavalletto e l’ha colpito agli arti inferiori. L’ambulanza con i medici del Suem lo ha portato in ospedale ma lui è morto poco dopo. De Seta, residente a Ceggia (Venezia) frequentava il quinto anno di un istituto tecnico di Portogruaro. L’ingresso in azienda era arrivato con un progetto di alternanza scuola-lavoro.


Il flash mob degli studenti

Tutto è accaduto intorno alle 17. Il ragazzo, secondo alcune testimonianze, era alle prese con il macchinario. La barra è caduta provocandogli ferite alle gambe. Il ministro della Pubblica Istruzione Patrizio Bianchi ha espresso il suo cordoglio: «Ho appreso con dolore della tragedia di Portugruaro. Una morte inaccettabile che ha colpito tutta la comunità scolastica. Insieme a tutta la scuola italiana sono vicino alla famiglia». In una situazione simile ha perso la vita nel gennaio scorso Lorenzo Parelli, nel suo ultimo giorno di stage alla Burimec in Friuli. A febbraio un 16enne, Giuseppe Lenoci, è morto durante un incidente occorso al furgone di una ditta di termoidraulica. La Rete degli Studenti Medi ha annunciato per oggi, sabato 17 settembre alle 11:00, al Ministero dell’Istruzione un flash mob di protesta: «Abbiamo chiesto cose precise a Governo e Ministero la scorsa primavera», spiega il leader Tommaso Biancuzzi. «Serviva e serve abolire i Pcto e inserire formazione sindacali e alla sicurezza sul lavoro obbligatoria in tutte le scuole. C’è un problema nel nostro Paese di sicurezza nei luoghi del lavoro, non possiamo esporre ragazzi e ragazze a questi pericoli. Il sistema va cambiato, non andiamo a scuola per morire».


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