No! Il TG1 non ha «capovolto la realtà» sul caso Mattia Sorbi e i medici ucraini

Si sostiene che a salvare Mattia Sorbi siano stati i russi, ma chi diffonde questa narrazione e attacca il TG1 omette le parole dello stesso giornalista

Una volta rientrato in Italia, il giornalista freelance Mattia Sorbi, ferito da una mina nei territori occupati dai russi in Ucraina, è stato intervistato dalla giornalista del TG1 Elena Fusai. Durante il servizio, andato in onda su Rai1, si sostiene che Mattia abbia ringraziato i medici ucraini per averlo curato, quanto basta per diversi account social e una testata giornalistica italiana per accusare la giornalista di aver diffuso falsità: secondo loro, a curare Mattia sarebbero stati i russi.

Per chi ha fretta

  • Un servizio del TG1 viene contestato in merito alla vicenda di Mattia Sorbi, accusando i giornalisti RAI di aver mentito su chi abbia curato il collega.
  • Di fatto, il primo soccorso è stato fatto dai soldati russi e la vera e propria operazione chirurgica è stata fatta da medici ucraini nell’ospedale di Cherson (Cherson) occupato dai russi.
  • Una testata giornalistica italiana pubblica nel pomeriggio del 18 settembre un articolo che contesta il TG1, ignorando le dichiarazioni rilasciate da Sorbi e pubblicate nel mattino dello stesso giorno da Repubblica e Radio24.
  • Gli interventi di Sorbi a Repubblica e Radio24 non confermano affatto la narrazione russa. Quest’ultimo, infatti, punta il dito sulla propaganda russa anche in merito alla mina che ha ucciso il suo driver: per lui era russa, non ucraina.

Analisi

La testata giornalistica italiana L’Antidiplomatico, la stessa che aveva diffuso la bufala dei soldati ucraini che bloccavano la fuga dei civili a Irpin, il 18 settembre alle ore 17:44 pubblica un articolo dal titolo «Il giornalista Mattia Sorbi rientra in Italia: il Tg1 capovolge la realtà»

Nell’articolo viene citato il tweet dell’utente Andy A. Lombardi, particolarmente condiviso sul social:

ll giornalista #MattiaSorbi, saltato in aria su una mina UCRAINA e soccorso da soldati e medici RUSSI è rientrato in Italia grazie alla croce rossa RUSSA. Sul Tg1 la giornalista dice che lui “ringrazia i medici ucraini”. Ascoltate cosa dice in verità invece. L’informazione

Lo stesso tweet dell’utente Andy viene condiviso anche da Fabio Dragoni, il quale si domanda che cosa stia accadendo.

A sostenere le accuse contro il TG1 ci sono anche i canali Telegram della setta complottista QAnon, i quali riprendono a loro volta un post del canale La terza ROMA:

Il giornalista freelance Mattia Sorbi, saltato in aria su una mina intorno a Cherson e salvato dai soldati e dai medici RUSSI, è tornato in Italia. Guardatevi il video cosa dice lui e cosa dice la giornalista. L’esatto opposto!!! Questo è il livello della propaganda in Italia. Aprite gli occhi, ribellatevi.

L’accusa de L’Antidiplomatico

Riportiamo le accuse al TG1 pubblicate da L’Antidiplomatico, la quale definisce l’invasione russa in Ucraina «operazione speciale»:

La versione dell’accaduto viene confermata da Sorbi stesso, ma incredibilmente il Tg1 decide di cambiare la versione e afferma che Sorbi “ringrazia i medici ucraini”. Uno dei tanti capovolgimenti della realtà operato dai media italiani schierati e allineati all’atlantismo guerrafondaio più fondamentalista sin dall’avvio dell’operazione militare speciale della Russia in Ucraina.

Evidentemente il principale Tg italiano ha deciso che il proprio pubblico non deve sapere che Mattia Sorbi è stato soccorso dai soldati russi, portato a Cherson controllata dai russi, operato, fatto rientrare in Italia con la partecipazione diretta della Croce Rossa di Mosca.

Magari qualcuno riflettendo avrebbe iniziato a pensare che questi russi forse non sono così terribili e inumani come vengono descritti in Occidente dai fondamentalisti atlantisti.

L’ultima frase ricorda quella del tweet pubblicato dall’ambasciata russa in Italia il 18 settembre alle ore 15:21, dove viene condiviso uno screenshot tagliato dell’intervista di Repubblica a Sorbi (ne parliamo qui), di fatto precedente all’orario di pubblicazione dell’articolo presente nel sito della testata italiana.

Il riferimento ai soldati russi

Nel servizio del TG1 mancano le parole di Mattia Sorbi in merito ai ringraziamenti verso i medici ucraini. Ciò ha scatenato le accuse contro il telegiornale e la giornalista RAI, avendo solamente riportato le parole di Sorbi in merito all’operato dei russi: «E i soldati russi che sono sbucati per darmi il primo soccorso». Ciò che non viene considerato dai contestatori del servizio è che il giornalista freelance ha attribuito ai russi il primo soccorso e non l’operazione in ospedale dove lavorano ancora oggi i medici ucraini nonostante l’occupazione straniera.

L’intervista a Repubblica

L’articolo de L’Antidiplomatico risale al 18 settembre 2022 alle ore 17:44, come riportato dal loro stesso sito. Lo stesso giorno e fin dal mattino, sia nel sito di Repubblica che nell’edizione cartacea risulta pubblicata un’intervista rilasciata da Mattia Sorbi dove fa riferimento proprio ai medici ucraini:

Repubblica: «Mattia, dove sei e come stai?»

Mattia: «Sono all’ospedale Niguarda, va molto meglio. Avevo 15 schegge tra gamba sinistra, addome e intestino. Me le hanno tolte i medici ucraini con un’operazione di 11 ore nell’ospedale controllato dai russi a Cherson»

Le altre inesattezze de L’Antidiplomatico

Oltre a non aver verificato quanto dichiarato dallo stesso Sorbi e riportato fin dal mattino del 18 settembre da Repubblica, a testata giornalistica italiana L’Antidiplomatico riporta le narrazioni diffuse dalla propaganda russa.

L’articolo inizia sostenendo che Sorbi sia rimasto ferito il 29 agosto, ma questo non è possibile in quanto sia i colleghi giornalisti (stranieri e italiani) avevano dichiarato di averlo sentito per l’ultima volta il 30 e il 31 agosto 2022.

Secondo L’Antidiplomatico Sorbi era «accompagnato da due militari ucraini, con un taxi aveva raggiunto la prima linea delle truppe di Kiev. A un certo punto gli ucraini erano scesi dal veicolo e indicato a Sorbi la direzione da seguire omettendo di avvisare il freelance italiano che strada mostratagli vicino alla linea di contatto era stata minata dalle forze armate ucraine». Nell’intervista a Repubblica, Sorbi non conferma la versione filorussa dei due soldati ucraini, spiegando che si trovava da solo con il taxista e di essersi persi per strada: «La campagna era molto tranquilla, dico al driver di andare verso il centro di Oleksandrivka invece lui si perde completamente». Quando il giornalista di Repubblica gli chiede cosa ne pensa della teoria della “trappola ucraina”, Sorbi risponde chiaramente: «Assolutamente no: il check point non mi conosceva, impossibile, e l’idea del viaggio è mia. Al massimo sono stati superficiali».

L’articolo di Mattia Sorbi

Il 19 settembre 2022 troviamo un articolo di Repubblica firmato da Mattia Sorbi dal titolo «Nella mia camera all’ospedale di Cherson sorvegliato dai russi e curato dagli ucraini», nel quale il giornalista freelance parla della città occupata paragonandola alla Corea del Nord: «uno stato di polizia». Mattia racconta le condizioni di come gli operatori sanitari ucraini lavorano sotto l’occhio vigile dei russi: «L’ospedale di Cherson è un microcosmo in cui respiro la pesantezza degli ucraini depressi, sconsolati, in perenne attesa. Sanno benissimo che la città è ben controllata. Divisa per blocchi, le strade sono pulite e deserte, la vita della gente è interrotta. Sembra di essere a Pyongyang, tutto è molto controllato, non puoi guardare liberamente Youtube e Instagram, e fatichi a reperire beni di vario tipo».

Sorbi racconta dell’intervento dei russi a seguito dell’esplosione della mina, i quali lo avevano trasportato inizialmente presso delle abitazioni di contadini ucraini «occupate dalle truppe di Putin» come base logistica. Tra questi c’è un separatista di Donetsk che i russi utilizzano, secondo quanto raccontato da Sorbi, mandandolo avanti prima di loro: «siamo qui a combattere per te, vai avanti tu» scrive il giornalista nell’articolo per descrivere la situazione.

L’intervista a Radio24

Mattia Sorbi, in un’intervista diffusa il 18 settembre mattina dal GR di Radio24, afferma con chiarezza che la narrazione della “trappola ucraina” era stata diffusa dalla propaganda russa: «È stato orchestrato questo rimpallo di responsabilità sicuramente dall’intelligence russa che poi ha utilizzato la stampa. Questo è giusto sottolinearlo, che è la solita propaganda russa». Non solo, afferma con sicurezza che la mina non fosse ucraina, ma piazzata dai russi: «I russi avevano messo quelle mine perché controllavano due casolari che io avevo visto».

Conclusioni

Contrariamente a quanto diffuso da utenti social e dalla testata giornalistica L’Antidiplomatico, Mattia Sorbi è stato davvero operato da medici ucraini nell’ospedale di Cherson occupato dall’esercito russo nel corso dell’invasione in Ucraina. In particolare, la testata italiana ignora le dichiarazioni del giornalista freelance che di fatto non confermano la narrazione russa. Sorbi, di fatto, ringrazia sia i russi per il primo soccorso e ringrazia gli ucraini per l’intervento, durato 11 ore, presso l’ospedale.

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